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UNIVERSIDADE FEDERAL DE SANTA CATARINA - PGET - UFSC

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del narratore machadiano sarebbe la realizzazione poetica meglio<br />

realizzata nella narrativa di finzione in lingua portoghese. Ciò che per<br />

Silvio Romero non era che un grande difetto nella prosa machadiana,<br />

che consisterebbe nella mancanza di narrazione progressiva di eventi<br />

consecutivi, in congiunto ad un altro grande effetto, quello della<br />

mancanza di ornamenti stilistici, è secondo Souza la ―qualidade máxima<br />

do escritor que se torna incomparával, portanto estranho e suspeito, no<br />

contexto literário nacional‖ (p. 17).<br />

L‘idea di mobilità del narratore nell‘opera machadiana sopra<br />

esposta rimette all‘idea di romanzo polifonico di Bachtin, anteriormente<br />

riportato nel parlare di dialogismo. Citando Vittorio Strada, più<br />

esattamente la sua introduzione alla traduzione italiana L’autore e l’eroe<br />

di Bachtin, nel romanzo polifonico ―ai singoli eroi viene lasciata piena<br />

libertà di ‗voce‘ e la ‗voce‘ dell‘autore risuona tra quelle dei suoi eroi‖<br />

(STRADA, 1988, p. XII). Questo non significherebbe l‘eliminazione del<br />

―punto di vista‖ dell‘autore ma una nuova e paradossale relazione tra<br />

l‘autore ed i suoi eroi, in cui l‘autore non è un Dio onnisciente e<br />

onnipotente. Nell‘opera succitata, Bachtin redige un importante studio<br />

chiamato ―Il problema dei generi del discorso‖, in cui alcune riflessioni<br />

sulle enunciazioni possono aiutare ad ampliare le osservazioni del<br />

narratore Machado precedentemente esposte.<br />

Antonio Candido, in Esquema de Machado de Assis, definisce a<br />

sua volta Machado ―enigmatico e bifronte, […] escondendo um mundo<br />

estranho e original sob a neutralidade aparente das suas histórias ‗que<br />

todos podiam ler‘‖. Continua descrivendolo ―rapaz alegre e mais tarde<br />

comedido‖, sotto il quale ―funcionava um escritor poderoso e<br />

atormentado‖. Dei suoi libri il critico parla della loro apparenza di<br />

rispetto umano e buone maniere per poter, sotto le stesse, smascherare,<br />

investigare, sperimentare, scoprire il mondo dell‘anima, ridere della<br />

società, esporre alcune delle componenti più stravaganti della<br />

personalità (CANDIDO, 1970, p. 17-18). Soprattutto quando arrivò alla<br />

maturità, ossia ai quarant‘anni, l‘autore raggiunse lo stile che Candido<br />

definisce ―raffinato‖ e ―ironia fine‖, poiché ―timbrava nos<br />

subentendidos, nas alusões, nos eufemismos, escrevendo contos e<br />

romances que não chocavam as exigências da moral familiar‖. Ciò<br />

mentre il naturalismo in voga si preoccupava di descrivere<br />

minuziosamente la vita fisiologica (p. 19). Il critico ricorda che, negli<br />

anni ‘30, appare una nuova maniera, che si può chiamare psicologica, di<br />

interpretazione letteraria. Nasceva per la critica la nozione per cui ―era

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