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UNIVERSIDADE FEDERAL DE SANTA CATARINA - PGET - UFSC

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tempo possa fornire al lettore della traduzione le possibilità della lettura<br />

dell‘originale (grazie al suo sincretismo) fa intravedere una soluzione<br />

possibile in una poetica della traduzione in cui la traduzione testuale e<br />

quella metatestuale seguano processi traduttori distinti: la prima con la<br />

dominante sul piano dell‘espressione, rivolta al prototesto e la seconda<br />

con la dominante sul piano del contenuto, rivolta al metatesto e quindi<br />

alla sua ricezione in un‘altra cultura.<br />

Torop preferisce parlare di poetica, come forma di espressione<br />

di uno scrittore o di un movimento, di un traduttore o della traduzione in<br />

generale, ma i suoi ―modelli di realizzazione‖ del processo traduttivo<br />

rientrano nei concetti di stile, visto che appartengono alle categorie di<br />

elementi linguistici e non linguistici che costruiscono un testo. Popovič<br />

ricorda che lo stile ―è l‘unificazione funzionale degli elementi<br />

eterogenei a un livello‖ (POPOVIČ, 2006, p. 70) i quali possono essere<br />

divisi in: a) linguistici; b) paralinguistici; c) tematici e d) tettonicicompositivi<br />

(tropi, figure, schemi di genere) e che nella poetica<br />

tradizionale ―si distinguono a), b), d) da c), in quanto ‗forma‘ dal<br />

‗contenuto‘‖ (p. 70). Ma, continua lo stesso autore, l‘idea<br />

―dell‘omogeneità della struttura‖ richiede, per esprimere questa unità<br />

degli elementi, di ―basarsi su una concezione ampliata dello stile<br />

dell‘opera‖, secondo la quale la forma non si divide dal tema ―ma<br />

unifica funzionalmente gli elementi di diverso carattere‖ (pp. 70-71). È<br />

in questa prospettiva che il piano dell‘espressione di Torop può essere<br />

inteso sotto due aspetti: quello della forma ―pura‖, nei tipi concreti di<br />

traduzione ricodificanti autononome (precisa e citazionale) e quello<br />

della forma legata al contenuto, nelle traduzioni ricodificanti<br />

dominantiche (macrostilistica e microstilistica) (TOROP, 2010, p. 25).<br />

La ―‗macrostilistica‘ è stilistica del tema, dell‘unità superfrastica della<br />

composizione, mentre la ‗microstilistica‘ dell‘opera indaga lo stile ai<br />

livelli inferiori, soprattutto linguistici, dal livello della frase al livello<br />

della parola‖ (POPOVIČ, 2006, p. 71).<br />

Lo schema sopra descritto è applicato da Torop anche nella<br />

descrizione del processo della traduzione deverbalizzante (in questo<br />

caso si parla di traduzione filmica precisa, macrostilistica, citazionale e<br />

così via) (p. 177-182), di cui non ci si occuperà più a fondo in questa<br />

sede, e di quella intestuale, visto che ―[l]a traduzione da un testo a un<br />

altro testo è raffrontabile alla traduzione del testo da una lingua all‘altra‖<br />

(TOROP, 2010, p. 153). È importante sottolineare, per l‘analisi<br />

traduttologica del racconto di Machado de Assis che si traduce per

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