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UNIVERSIDADE FEDERAL DE SANTA CATARINA - PGET - UFSC

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100<br />

grammatica transfrasale, testuale, in cui anche i testi (come cultura) a<br />

cui ci si riferiva in maniera più o meno esplicita svolgevano un ruolo<br />

importante nella comprensione degli intertesti, i quali a loro volta erano<br />

connessi ad una rete di rinvii senza fine (ipertesto) e in cui gli elementi<br />

culturali ne strutturavano il discorso. Tutte le volte che un testo è<br />

tradotto da una cultura all‘altra, da un linguaggio ad un altro, da un tipo<br />

di testo ad un altro, appaiono in maggiore o minore misura problemi che<br />

toccano tali livelli di comprensione e disturbano la comunicazione in<br />

senso lato, e lo stesso accade nelle traduzioni letterarie tra lingue e<br />

culture diverse. Si è parlato, nell‘introduzione del presente lavoro, del<br />

problema che i critici si pongono circa la maggiore o minore<br />

comprensione di Machado de Assis da parte di altre culture,<br />

dall‘importanza data dagli stessi a citazioni, allusioni, parodie, allegorie<br />

che, nei suoi scritti, si trasformano in chiavi di nuove e sorprendenti<br />

letture. Tali considerazioni indicavano la necessità di una traduzione che<br />

trasportasse ―totalmente‖ in un‘altra cultura, tanto quanto possibile, la<br />

poetica di questo autore nato a Rio de Janeiro nel 1839.<br />

Già Holmes, nella sua celebre ―mappa‖ (1988, p. 71), rendeva<br />

una visione completa degli Studi della Traduzione distinguendoli in due<br />

categorie principali, quello degli studi ―puri‖ e quello degli studi<br />

applicati. Un unico schema proposto da Torop classifica invece i<br />

risultati di diversi processi traduttivi, in cui i testi frutto della traduzione<br />

(metatesti) sono riconducibili ad otto tipologie principali. Il processo<br />

traduttivo diventa così l‘oggetto di studi sia del teorico della traduzione,<br />

sia del critico e del traduttore, che ne deve prendere atto durante la fase<br />

di analisi, in modo da delineare le strategie in base agli scopi che si<br />

prefigge di raggiungere. Il ―modello di traduzione adeguata‖ di Torop,<br />

quindi, contribuisce almeno nei seguenti aspetti agli Studi della<br />

Traduzione: a) unifica il concetto di metatesto interpretandolo dal punto<br />

di vista semiotico (giacché il suo schema si adatta anche alle traduzioni<br />

filmiche), b) le fasi dell‘analisi e della sintesi del processo traduttivo<br />

(dentro quelle di ―ricodifica‖ del piano dell‘espressione e<br />

―trasposizione‖ del piano del contenuto) riguardano tanto la prospettiva<br />

teorica che quella pratica della traduttologia e c) inquadra questa nuova<br />

scienza dentro limiti molto più ampli ed ―elastici‖, proiettandola nel<br />

terreno della multidisciplinarietà, in cui la divisione tra studi teorici ed<br />

applicati non sembra più avere senso.<br />

Torop, a differenza di Jakobson (1977, pp. 63-64) che, nella sua<br />

classica distinzione tra traduzione intralinguistica, interlinguistica e

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