La Kulasciova - Compagnia teatrale Invicta

FREDIANO Io l’ho già chiusi tutt’e due quando son morto alla guera.
OSVALDO Già... e allora lo sai che ti dîo? che li chiudo tutt’e due anch’io!
Fine del primo atto.
ATTO SECONDO
(Entra Furicchio dalla comune).
FURICCHIO O ma’... o ma’...
(Entra Frediano da destra).
FREDIANO Che vôi da tu’ ma’? È ita a fa’ la spesa.
FURICCHIO Ni volevo da’ questi sòrdi ’ui.
FREDIANO Che hai fatto, n’hai rifilato dell’artra grappa all’amerïani?
FURICCHIO Macché, ho venduto de’ bbossoli di cannone a un omo di Lucca.
Quelli d’ottone che sparavin le batterie brasiliane.
FREDIANO E te l’han pagati ben?
FURICCHIO Sì, perché l’ottone lo cerchin col lanternin. Guarda ’ua quanti
be’ ffoglioni! Li do a mamma, così li rende a Taddeo Strossa e si riscatta
la ’asa.
FREDIANO Stai fresco! Con quelli, è come piscià nder mare.
FURICCHIO Ma en tanti! Più di ’uer che dovrebbin esse.
FREDIANO Che vôi di’?
FURICCHIO Che quando ’uell’omo di Lucca li pesava, io ho truccato la
bilancia.
FREDIANO E bravo ’r mi’ Furicchio, belle ’ose! Ma n’ho viste di peggio alla
guera, e ’un mi scandaliszo più. Poero bàmboro, tu’ pa’ è come se ’un tu
ce l’avessi mai uto. Sempre sordato, sbatacchiato da un fronte a
quell’artro. E la rïompensa qual’è stata? Mi ritrovo morto... sì sì morto,
sensa più moglie né casa, e con una bella lettera di ’ondoglianse der
ministerio di Roma (ironico) che di ’uella ne faccio propio caso!
FURICCHIO Povero pappà! Allora li vôi te i ssòrdi? To’, te li regalo volentieri.
FREDIANO No no, dalli a tu’ ma’ che è meglio. Te sei tutto giudissio in
quella testina lìe. Doventerai un grand’omo d’affari, e speriam che tu
rimedi a’ ddanni der biscaro der tu’ ’ognato.
FURICCHIO Già, ci studio sue. ’Un dormo neanco la notte e mi vienghin
tante idee, però le scarto tutte perché ’un en bone assai.
FREDIANO Eh, lo dîo... l’idee ’un en mia fogli da mille!
FURICCHIO ’Un mi vien mai ’uella giusta. Ma po’ vedrai che ariva anco lé!
FREDIANO Speriam.
FURICCHIO L’idee ’un en fogli da mille, lo so, ma i ffogli da mille si fan
coll’idee. (Toccandosi la testa) Vedi, parte tutto di ’ui. A vangà ’un
doventi ricco. Ci doventi coll’idee che ti nascin nella chiorba.
FREDIANO Allora ho ’apito perché io son iresto un disgrassiato sensa un
sòrdo ’n sacca. A me quiccosì (toccandosi la testa) ’un mi c’è mai nata
neanco la gramigna.
FURICCHIO Beh, ora bisogna ’he scappi, ció unsouanti affari alle man. Ar
Baccei ció da portanni le sigarette, ar Celletti la benzina, e ar Carmassi
ció d’andanni a piglià tutto ’r vin che n’è ito a male, che lu’ lo voleva
buttà via, e ’nvece io lo stiocco nel lambicco e tàcchete! lo faccio doventà
spirito come ’n un gioo di prestigio!... Ciao, sennò addio affari, mi van in
fumo.