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Le strategie di internazionalizzazione nel distretto della calzatura ...

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come fonte <strong>di</strong> imitazione e <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento per altri a<strong>nel</strong>li <strong>della</strong> catena del valore<br />

<strong>di</strong>strettuale.<br />

Il problema fondamentale dei <strong>di</strong>stretti è che mancano le reti che collegano l'interno con<br />

l'esterno, per cui nei rapporti verso l'esterno ciascun soggetto economico tende a<br />

muoversi per conto proprio. Col risultato che solo le maggiori imprese sono in grado<br />

<strong>di</strong> progettare e costruire reti globali.<br />

In tale contesto le imprese leader che, come fautrici insieme alle associazioni <strong>di</strong><br />

categoria dell'autorganizzazione <strong>di</strong>strettuale, sono state le istituzioni del passato, ora,<br />

come reti, che facilitano l'apertura all'esterno del <strong>di</strong>stretto, dovranno essere le<br />

istituzioni del futuro. Come già asserito, per Rullani lo stesso <strong>di</strong>stretto è una rete e la<br />

produzione internazionale <strong>di</strong> valore è un concetto pertinente non alla singola impresa,<br />

ma alla catena del valore a cui le singole imprese partecipano.<br />

In questo senso, se l'ingresso in reti internazionali <strong>di</strong> <strong>di</strong>visione del lavoro cognitivo<br />

<strong>di</strong>venta obbiettivo comune al <strong>di</strong>stretto e alle imprese - guida, si evita che la<br />

rilocalizzazione su scala globale del ciclo produttivo si traduca in uno svuotamento del<br />

<strong>di</strong>stretto(Guerra, 1998). Ancora, la rete delle relazioni interne non può essere separata<br />

da quella delle relazioni esterne, perché la produzione del valore e la formazione del<br />

vantaggio competitivo <strong>di</strong> uno specifico <strong>di</strong>stretto passano per la capacità <strong>di</strong> stabilire una<br />

relazione coerente tra questi due aspetti, come momenti o no<strong>di</strong> dell'economia globale.<br />

In conclusione, in un ambiente complesso e <strong>di</strong>namico come l'attuale, la riproduzione <strong>di</strong><br />

un sistema non significa costanza delle forme organizzative e dei comportamenti, ma,<br />

al contrario, evoluzione. In concreto si assiste ad una complicazione dei modelli<br />

relazionali, con la formazione <strong>di</strong> reti attorno ad imprese leader o veri e propri gruppi,<br />

che cercano percorsi esterni e <strong>di</strong>fferenziati. Ciò, tuttavia, non comporta il declino delle<br />

forme <strong>di</strong> organizzazione locale, ma l'estensione dei circuiti cognitivi e cooperativi, che<br />

restano alla base del plusvalore <strong>di</strong>strettuale, in un sistema <strong>di</strong> reti globali.<br />

1.2.4.Il modello <strong>di</strong> Lorenzoni: costellazioni, gruppi e reti.<br />

Secondo Lorenzoni(1990), per stu<strong>di</strong>are la realtà <strong>di</strong>strettuale, occorre partire da due<br />

punti <strong>di</strong> osservazione <strong>di</strong>stinti: da un lato, dal <strong>di</strong>stretto, con le implicazioni che ciò<br />

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