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COMUNE DI CASNIGO INVENTARIO D'ARCHIVIO

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Archivio storico comunale di Casnigo, sezione 1700 -<br />

1898<br />

Soggetto produttore<br />

La storia della nascita del comune di Casnigo è strettamente legata a quella di tutta la Valle<br />

Gandino e del suo capoluogo. Nel 1233, infatti, nel pieno del periodo storico più generale chiamato<br />

"Comunale", si ha l'atto di emancipazione di tutta la Valle Gandino che si libera dalla soggezione<br />

alla potente famiglia dei Ficieni, alla quale il vescovo-conte di Bergamo l'aveva precedentemente<br />

concessa in feudo. Risale, quindi, a tale anno anche la nascita del comune di Casnigo, insieme agli<br />

altri principali comuni della Valle (1)<br />

Ulteriore conferma di tale nascita è data da un documento del 1234, conservato nell'archivio<br />

comunale di Gandino, nel quale si ha la definizione dei confini con i comuni di Cazzano con<br />

Barzizza, Leffe e Gandino; in tale atto il comune di Casnigo appare esplicitamente citato per la<br />

prima volta.<br />

Nello Statuto di Bergamo del 1331, Casnigo risulta far parte territorialmente della parte indicata<br />

sotto la "facta" della Porta di S. Lorenzo. (2)<br />

Durante il XIV secolo, il comune di Casnigo, come tutta la Valle Gandino, si schierò dalla parte dei<br />

ghibellini e, nel 1380, dovette subire un saccheggio da parte di bande guelfe provenienti dalla Valle<br />

Seriana superiore, dalla Val Brembana e dalla Val Canonica.<br />

Fin dall'epoca della signoria viscontea, la Valle Gandino godette di privilegi ed esenzioni nei<br />

confronti della città di Bergamo, e nel 1428, anno del passaggio di Bergamo sotto il dominio<br />

veneziano, il doge di Venezia, Francesco Foscari, riconfermava alla Valle Gandino la sua completa<br />

autonomia; in virtù di tale privilegio, gli uomini della Valle diventavano indipendenti dal Comune o<br />

città di Bergamo, e dovevano versare a Venezia la tassa che veniva pagata al tempo della<br />

precedente signoria di Pandolfo Malatesta, all'inizio del secolo. Tutti gli introiti per condanne<br />

emesse nell'ambito della Valle rimanevano invece nella cassa comunale. (3)<br />

Nel 1435 venivano compilati gli Statuti della Federazione della Val Gandino, della quale<br />

originariamente facevano parte, oltre a Casnigo, anche i comuni di Leffe, Gandino, Barzizza con<br />

Cazzano, Cene, Gazzaniga, Vertova e Colzate. In tutto il territorio amministrava la giustizia il<br />

"Podestà" o "Vicario", il quale era per legge un nobile di Bergamo, mandato dai rettori del<br />

capoluogo a rappresentare nella Valle il governo veneziano.<br />

A fianco del vicario, tuttavia, abbiamo il Consiglio degli Anziani della Valle, supremo organo<br />

collegiale della federazione. Gli Anziani, otto in tutto, erano così ripartiti: due per Gandino, uno per<br />

Leffe, uno per Barzizza e Cazzano, uno per Casnigo, uno per Gazzaniga, uno per Vertova, ed uno<br />

per Cene e Colzate. A maggioranza di sei, essi potevano prendere provvedimenti, deliberare spese<br />

e operare tutto quello che ritenessero utile per il bene della federazione, facendo altresì eseguire<br />

tutti gli ordini della Repubblica di Venezia.<br />

La formula federativa scelta dalla Valle Gandino rispondeva pienamente alle esigenze dei suoi<br />

comuni e rimase in vigore fino alla caduta della Serenissima, nel 1797. (4)<br />

Per quanto riguarda l'amministrazione del comune durante il periodo veneziano, all'inizio di ogni<br />

anno, l'assemblea di tutti i capifamiglia di Casnigo eleggeva i due consoli che, assieme al notaio, ai<br />

campieri, al canepario e ad altri sei membri eletti, componevano un "consiglio di credenza", vero e<br />

proprio organo amministrativo del comune. Agli inizi di gennaio e di luglio di ogni anno, il notaio era<br />

incaricato di dare lettura degli statuti e di altre scritture importanti, quali le definizioni confinarie,<br />

relative alla vita comunale dei sei mesi precedenti. Durante l'assemblea, ogni capofamiglia doveva<br />

esprimere il proprio parere, dopodiché le decisioni venivano prese a maggioranza di due terzi.<br />

A metà del Quattrocento, il comune era proprietario di numerosi boschi e pascoli, della chiesa, di<br />

alcuni mulini, di taverne e macellerie. Possedeva, inoltre, un follo per la lavorazione della lana,<br />

tipica attività di tutta la valle. A fine Cinquecento il comune risulta possedere quattro ruote di mulino,<br />

date in affitto, oltre a boschi e pascoli. (5) Tra XVI e XVII secolo, inoltre, Casnigo viene segnalato<br />

come territorio ricco del cosiddetto "bolo rosso", o "bolo armeno", un tipo di argilla rossa assai<br />

utilizzata, allora, nell'esecuzione di opere decorative o pittoriche. (6)

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