Francesco Salzone _SA - Consiglio Regionale della Valle d'Aosta ...

VISITA DEL PRESIDENTE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI
AL CONSIGLIO REGIONALE DELLA VALLE D’AOSTA
DISCORSO DEL CAPOGRUPPO DI STELLA ALPINA
FRANCESCO SALZONE
L’assise di oggi, Presidente Fini, rappresenta per noi amministratori della
Regione Autonoma Valle d’Aosta, un indubbio importante momento politico-
istituzionale.
La Sua presenza infatti - da un lato ci onora perché, in qualche maniera, marca
un segnale di attenzione verso il nostro sistema autonomistico - dall’altro ci
consente, con il Suo intervento ai lavori del corso di formazione politica
riservato ai giovani amministratori, di attribuire maggior lustro all’esperienza di
“scuola per la democrazia” organizzato dalla Presidenza del Consiglio della
nostra Regione e da Italiadecide.
In questo momento in cui tutto sembra particolarmente difficile, ci piace
pensare ad iniziative come questa che mirano a stimolare il confronto tra
posizioni diverse, in particolar modo quando questo avviene tra giovani
amministratori che si propongono con concretezza al dialogo democratico.
E la concretezza (sig. Presidente) ci fa dire, nostro malgrado, che il rapporto
tra cittadini e politica è in crisi ormai da troppo tempo e ciò come sappiamo,
dipende dall’incapacità che le diverse amministrazioni dimostrano di fronte alle
molteplici necessità.
A tal proposito ribadiamo anche noi di Stella Alpina la necessità di
un’accelerazione in tema di Riforme Istituzionali e Federalismo.
La matrice Federalista ed Autonomista della nostra Comunità ce lo impone;
una matrice insita nella nostra stessa storia e nello Statuto Speciale di
Autonomia.
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In tema di riforme la Valle d’Aosta ha da sempre fatto la sua parte con
costanti iniziative legislative dei nostri rappresentanti in Parlamento, attuali e
del passato.
Proposte di legge che per noi rappresentano un punto di partenza
fondamentale anche nel riequilibrio delle competenze tra il nostro Sistema
autonomistico e il Parlamento.
La questione delle riforme rimane un argomento complesso e tortuoso e
l’evoluzione del dibattito politico è tale da non consentire alcuna certezza
temporale rispetto alle buone intenzioni enunciate, anche se in queste ore pare
riaprirsi all’orizzonte uno spiraglio.
Nel passato, illusioni e disillusioni si sono succedute sistematicamente. Negli
anni 90 abbiamo tutti nutrito la speranza di una grande Riforma Costituzionale
che consentisse un sereno passaggio dalla I alla II Repubblica senza mai
approdare però, ad un impianto complessivo ed esaustivo delle reali esigenze
territoriali. E se è vero che alcune riforme sono state fatte, molto è ancora
sospeso, come – la trasformazione del Senato in Camera delle Regioni o la
tanto acclamata riduzione dei parlamentari o l’abolizione delle Province - e noi
Valdostani siamo ancora incagliati in ciò che incarna il nostro Ordinamento
autonomistico; la zona franca e il principio dell’intesa in ragione del rapporto
pattizio.
Un’ultima sintetica riflessione (che non può certo essere qui sviluppata per
motivi di tempo) la riserviamo a ciò che più desideriamo per il nostro Paese:
Unità Nazionale e Federalismo - che – utilizzando una Sua recente espressione
- rappresentano i due poli della nostra Democrazia.
I dati che conosciamo però sono poco ottimistici:
più della metà delle Regioni sono perennemente debitrici nei confronti del resto
del Paese - le altre Regioni invece spendono meno denaro pubblico della media
nazionale.
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Avviene così, che ci sono Regioni in cui gli indici di parassitismo, di
sottoproduzione e di spreco sono altissimi ma hanno il soccorso degli
stanziamenti a loro favore.
Ora, sia ben chiaro che nessuno vuole sottrarsi agli impegni di un fondo di
solidarietà destinato ad aiutare le Regioni più povere, tuttavia non essendo
ancora chiaro quale debba essere l’entità del fondo, auspichiamo che anche gli
amministratori del Sud diano dimostrazione di voler affrontare
responsabilmente i propri problemi.
Se è vero quindi che il Federalismo è la migliore modalità per procedere alla
revisione dell’ordinamento statuale, crediamo che mettere “i conti a posto”
rappresenti il nodo essenziale per rilanciare e migliorare il nostro Paese.
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