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documento programmatico - PNV. Press News Veneto

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Se avessimo una centrale a Fusina, in caso di esplosione non controllata,<br />

dovremmo fare sulla mappa un cerchio di raggio 200 km ed evacuare tutti gli<br />

abitanti di quest’area per decine e decine di anni.<br />

Una situazione assolutamente intollerabile.<br />

Se la tecnica fornisce degli strumenti la politica deve avere il coraggio di valutarne<br />

l’applicabilità.<br />

Ne consegue che aprioristicamente si devono ricercare delle alternative. costi quel che<br />

costi, perché io e penso anche voi, insomma nessuno di noi è disposto ad accettare una<br />

eventualità di questo tipo.<br />

E si dovrebbe anche istituire una authority europea ed internazionale di controllo, essendo<br />

altrettanto non ammissibile la presenze di centrali all’estero ma con potenziali<br />

conseguenze gravi anche sul nostro territorio.<br />

E questo senza nemmeno scendere in altre disquisizioni. Peraltro negative e che<br />

scoraggiano ulteriormente l’applicazione attuale del nucleare.<br />

Il problema delle scorie non è stato definitivamente e certamente risolto, se non dal punto<br />

di vista tecnico dal punto di vista economico.<br />

Nessuno è in grado di affermare con certezza quanto ci costerà trattare smaltire e gestire<br />

per centinaia di anni le scorie di questo fastidiosissimo isotopo dell’Uranio che è il 235 ed<br />

io un contratto con i costi in bianco non lo firmo, io firmo solo certezze o per lo meno costi<br />

ragionevolmente prefissati entro un range abbastanza affidabile.<br />

I costi di costruzione di una centrale nucleare sono molto elevati e si possono benissimo<br />

utilizzare le risorse per ammodernare le centrali esistenti, rendendole molto più efficienti e<br />

meno inquinanti, fino al 75% in meno e da subito. Entro pochi anni.<br />

Nessuno è in grado di dire quanto tempo serve a smantellare una centrale nucleare a fine<br />

ciclo, ed i relativi costi, ci sono studi francesi che stimano servano 100 anni.<br />

Non è vero che il nucleare non emette CO2, si devono considerare le emissioni per<br />

l’estrazione e l’arricchimento dell’Uranio e lo smantellamento delle centrali.<br />

Uno studio inglese stima che una volta fatte tutte le somme, le emissioni globali calcolate<br />

siano non trascurabili.<br />

A questo punto è chiaro che il rischio non vale la pena di essere corso.<br />

Si devono fare le cose semplici e non complicate. Le cose semplici funzionano sempre, non<br />

si guastano e non creano grandi problemi di gestione. La tecnologia è in divenire, tra 10 o<br />

20 anni avremo a disposizione altre evoluzioni nella produzione, quale per esempio il<br />

sequestro di CO2.<br />

Dobbiamo stare “leggeri” investire nella innovazione degli impianti attuali e non farci<br />

prendere la mano da logiche affariste che vedono nel nucleare l’opportunità di un nuovo<br />

“New deal” e di lavori<br />

pubblici che possono benissimo essere indirizzati altrove, su altre preziose infrastrutture o<br />

sulle stesse centrali esistenti con analogo se non superiore beneficio per la collettività.<br />

Le alternative ci sono eccome, convincenti e nella nostra immediata disponibilità.<br />

Alla prossima puntata spiegherò quali, numeri compresi.<br />

Gianluca Panto<br />

El sistema scolastego veneto<br />

SCOŁA<br />

Pag. 79 di 133

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