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documento programmatico - PNV. Press News Veneto

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ALLEGATI<br />

COME ARRIVARE ALL’INDIPENDENZA<br />

Il significato epocale di un referendum per l’indipendenza<br />

Il <strong>Veneto</strong> davanti al proprio futuro<br />

Il referendum è lo strumento privilegiato a disposizione dei popoli, strumento<br />

giuridicamente previsto dagli ordinamenti nazionali ed internazionali, per ottenere<br />

l’indipendenza e la conseguente creazione di un nuovo Stato. Non è naturalmente l’unico<br />

modo: infatti il Cossovo ne ha seguito un altro, violento, autoproclamandosi indipendente<br />

dalla Serbia. La Venetia tuttavia dovrebbe seguire la strada del Montenegro, e presto di<br />

Scozia e Catalogna. La legge dello stato italiano n. 881 del 1977 sancisce che: “Tutti i<br />

popoli hanno il diritto di autodeterminazione. In virtù di questo diritto, essi decidono<br />

liberamente del loro statuto politico e perseguono liberamente il loro sviluppo economico,<br />

sociale e culturale”. Ma proviamo a pensare per un momento al significato di ciò per il<br />

popolo veneto.<br />

Sarà la prima volta in cui il popolo intero, forse tre milioni di persone, considerando solo la<br />

popolazione maggiorenne, sarà chiamato a pronunciarsi sul proprio destino. Naturalmente,<br />

l’auspicio del <strong>PNV</strong> è che la maggioranza si esprima a favore dell’indipendenza. In ogni<br />

caso, mai prima tale opportunità è stata data alla maggioranza del popolo veneto. I 1100<br />

anni della Serenissima, gloriosi, corruschi e inimitabili per tanti aspetti, videro comunque<br />

un’oligarchia dominare la Repubblica, due mila famiglie, occasionalmente più,<br />

occasionalmente meno. La partecipazione popolare non era prevista, ché non lo era in<br />

tutto l’Antico Regime.<br />

Che poi vi fosse un legame viscerale di molta parte della popolazione della Venetia verso i<br />

propri reggitori lo dimostrano le insorgenze popolari che si opposero a Napoleone dal 1797<br />

al 1814, a varie riprese e con punte notevolissime nel 1809, ma già a Verona nel 1797. I<br />

plebisciti del 1866 furono la truffa che tutti sappiamo. Ma non potevano essere che quello:<br />

il plebiscito è un’acclamazione popolare, non un referendum. C’era un equivoco<br />

concettuale di fondo, una frode malriuscita già nelle premesse, che poi si è riverberato<br />

nella prassi violenta con cui sono stati condotti dalla potenza coloniale sabauda.<br />

Ora, se è vero come scrive Goethe – ripreso da Giovanni Semerano, brillantissimo studioso<br />

di civiltà antiche che lavorò tra l’altro anche in <strong>Veneto</strong> dal 1950 al 1955, e che molto prese<br />

da Bruno Migliorini – che chi non conosce tremila anni di storia almeno vive quasi alla<br />

giornata, e cammina a tastoni nel presente, noi forse non sappiamo abbastanza del<br />

sistema di governo paleoveneto, e tuttavia le antiche civiltà di cui vi sono testimonianze<br />

altissime ad Este, ma anche a Mel.<br />

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