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documento programmatico - PNV. Press News Veneto

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Lodovico Pizzati e Claudio Ghiotto<br />

Trade Union<br />

Non c’è niente di male in un gruppo di lavoratori che si struttura in un’organizzazione che<br />

mira a conquistare migliori condizioni lavorative. Certo, bisognerebbe interrogarsi sugli<br />

strumenti, sull’effettiva efficacia e sul diritto (ora praticamente negato) del padrone di<br />

esercitare i suoi diritti di proprietà a suo insindacabile (è il caso di dirlo) piacimento, ma<br />

lasciamo perdere e ripetiamo che non c’è niente di male in questo.<br />

La cosa che invece va un po’ meno bene, per usare un eufemismo, è quando il sindacato<br />

diventa un ente coercitivo e parassita all’interno dello stato coercitivo e parassita. Quando<br />

da organizzazione di lavoratori si trasforma in burocrazia che vive alle spalle dei lavoratori.<br />

Quando, insomma, diventa la Triplice.<br />

Veniamo al dunque. Ricevo da un amico lettore e pubblico:<br />

Sembrerà strano, ma la crisi ha colpito anche il “ricco Nord-Est”, e da qui parte<br />

l’esperienza che sto vivendo in famiglia. Mio fratello, da anni lavorava come<br />

progettista in una media azienda<br />

metalmeccanica della provincia di Padova. Sì,<br />

lavorava perchè un po’ per la crisi e un po’<br />

per la gestione inefficiente dell’azienda,<br />

questa ha dichiarato fallimento. Tralascerò di<br />

raccontare come il sindacato si è inserito<br />

nella vicenda ed arriverò al sodo.<br />

Mio fratello, e gli altri dipendenti, si sono<br />

trovati di punto in bianco senza lavoro e,<br />

quindi, hanno accettato ben volentieri l’aiuto<br />

dei sindacati per gestire tutta la burocrazia<br />

necessaria per chiedere il sussidio di<br />

disoccupazione e il recupero della<br />

liquidazione. A mio fratello non andava molto<br />

di rivolgersi ai sindacati, ma alla fin fine in<br />

questi momenti bisogna mandare giù il rospo<br />

e cercare di salvare il salvabile in ogni modo,<br />

anche vendendo l’anima al diavolo. Il<br />

Sindacato, a cui sta tanto a cuore la lotta alla disoccupazione, ha chiesto a questi<br />

disoccupati (magari con mutui e famiglie a carico) il 5% della loro liquidazione, una<br />

volta ricevuta, a seguito delle pratiche di richiesta all’INPS da loro preparate.<br />

L’aliquota saliva al 10% se il disoccupato non era iscritto al sindacato (fate un po’<br />

voi i conti su una liquidazione di 15.000 €). Aggiungeteci pure che alcuni di questi<br />

lavoratori erano già iscritti al sindacato, quindi nell’arco della loro vita lavorativa<br />

avevano versato mensilmente il 3% della loro busta paga per foraggiare la<br />

“Triplice”.<br />

Io vorrei capire con che coraggio questi pidocchi possano chiedere a dei disoccupati<br />

parte della loro liquidazione! E come possano farlo anche dopo che l’iscritto per anni<br />

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