corso 2005-06 - Dipartimento di Economia Politica
corso 2005-06 - Dipartimento di Economia Politica corso 2005-06 - Dipartimento di Economia Politica
Innovazione e Incentivi Modulo del corso di: Politica Economica e Industriale (9 ore) Maria Alessandra Rossi E-mail: alessandra.rossi@unisi.it
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Innovazione e Incentivi<br />
Modulo del <strong>corso</strong> <strong>di</strong>:<br />
<strong>Politica</strong> Economica e Industriale (9 ore)<br />
Maria Alessandra Rossi<br />
E-mail: alessandra.rossi@unisi.it
Principali argomenti affrontati nel modulo:<br />
• Le politiche <strong>di</strong> incentivazione dell’innovazione<br />
• Il sistema <strong>di</strong> proprietà intellettuale<br />
• Proprietà intellettuale e modello GHM<br />
• Meto<strong>di</strong> alternativi <strong>di</strong> incentivazione dell’innovazione<br />
• Proprietà, contratto e innovazione: dal licensing<br />
proprietario all’open source.
• Perché dovremmo preoccuparci <strong>di</strong> fornire incentivi<br />
all’innovazione?<br />
• Quali meto<strong>di</strong> alternativi <strong>di</strong> incentivazione esistono?<br />
• Quali sono i vantaggi e gli svantaggi dei brevetti?<br />
• Quali tipi <strong>di</strong> innovazioni dovrebbero essere brevettate?<br />
Software? Biotecnologie?<br />
• Che cos’è il software libero o “open source” e perché è<br />
interessante per l’economista?<br />
• ……
Riferimenti bibliografici<br />
• Suzanne Scotchmer, “Innovation and Incentives”,<br />
MIT Press 2004<br />
• Franco Malerba, “<strong>Economia</strong> dell’Innovazione”,<br />
Carocci E<strong>di</strong>tore 2000<br />
• Carlton-Perloff - <strong>Economia</strong> Industriale, cap.16
Perché è necessario incentivare l’innovazione?<br />
La conoscenza come bene pubblico:<br />
• Non-esclu<strong>di</strong>bilità: è <strong>di</strong>fficile per il creatore <strong>di</strong> conoscenza escludere gli<br />
altri dall’accesso una volta che questa sia stata creata<br />
– Free-ri<strong>di</strong>ng<br />
– Scarsa appropriabilità dei benefici dell’innovazione da parte<br />
dell’innovatore<br />
• Non-rivalità: alti costi fissi <strong>di</strong> produzione/bassi costi <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione -<br />
la conoscenza può essere utilizzata da un numero virtualmente<br />
infinito <strong>di</strong> agenti economici senza <strong>di</strong>minuzione del beneficio ottenibile<br />
da ciascuno
Prezzo<br />
Produzione <strong>di</strong> un bene privato - efficienza <strong>di</strong> mercati competitivi<br />
p<br />
Costo Marginale<br />
Disponibilità a pagare<br />
Nel caso della produzione <strong>di</strong> conoscenza:<br />
Consumatori<br />
Scotchmer, 2004<br />
P = MC => l’innovatore non è in grado <strong>di</strong> recuperare l’investimento in<br />
innovazione => si ha sotto-investimento in innovazione.
Il problema dell’appropriabilità:<br />
Arrow 1962<br />
• L’attività <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong> informazione da parte <strong>di</strong> un agente<br />
economico genera importanti esternalità positive che beneficiano altri<br />
agenti economici senza compensazione per l’inventore;<br />
• In altre parole, date le caratteristiche <strong>di</strong> non-rivalità, non-esclu<strong>di</strong>bilità e<br />
trasferibilità del bene informazione si determina una <strong>di</strong>vergenza fra<br />
valore privatamente appropriabile e valore sociale dell’informazione<br />
che ne determina la sotto-produzione.<br />
Una possibile soluzione al fallimento <strong>di</strong> mercato indotto dal problema<br />
dell’appropriabilità è data dall’investimento pubblico.
Nelson 1959<br />
• Come Arrow, anche Nelson attribuisce al problema<br />
dell’appropriabilità l’esistenza <strong>di</strong> incentivi subottimali<br />
all’innovazione;<br />
• Nelson connette il problema dell’appropriabilità alla spiegazione<br />
del fatto che le gran<strong>di</strong> imprese hanno maggiori incentivi ad<br />
investire in innovazione;<br />
• Secondo Nelson, le gran<strong>di</strong> imprese sono in grado <strong>di</strong>:<br />
– Distribuire meglio i costi fissi dell’innovazione su una più<br />
ampia gamma <strong>di</strong> attività;<br />
– Internalizzare un volume più elevato <strong>di</strong> spillover.
• Ovviamente la conoscenza costituisce un bene pubblico impuro:<br />
• Distinzione informazione/conoscenza;<br />
• Conoscenze tacite/co<strong>di</strong>ficate<br />
• Rivalità negli impieghi economicamente rilevanti della conoscenza.<br />
• Il problema dell’appropriabilità identificato da Nelson e Arrow incide in<br />
<strong>di</strong>versa misura su <strong>di</strong>versi contesti innovativi
Meccanismi alternativi <strong>di</strong> incentivazione dell’innovazione<br />
• Proprietà intellettuale<br />
• Investimento pubblico:<br />
– Procurement (acquisto <strong>di</strong>retto dell’innovazione me<strong>di</strong>ante<br />
contratto) - es. ricerca militare<br />
– Premi - es. misurazione longitu<strong>di</strong>ne<br />
– Finanziamento <strong>di</strong>retto - es. finanziamento ricerca universitaria<br />
– Sussi<strong>di</strong> alle imprese
La proprietà intellettuale come mezzo <strong>di</strong> soluzione del<br />
problema dell’appropriabilità<br />
• La tutela della proprietà intellettuale crea artificialmente un certo grado<br />
<strong>di</strong> esclu<strong>di</strong>bilità sui beni informazione;<br />
• La possibilità <strong>di</strong> escludere legalmente gli altri agenti economici<br />
dall’accesso all’informazione ne aumenta il grado <strong>di</strong> appropriabilità;<br />
• La <strong>di</strong>minuzione della <strong>di</strong>fferenza fra valore sociale e valore privatamente<br />
appropriabile dell’informazione aumenta l’incentivo alla creazione;<br />
• La creazione legale <strong>di</strong> esclu<strong>di</strong>bilità confligge con la proprietà <strong>di</strong> nonrivalità<br />
dei beni informazione: l’efficienza statica richiederebbe accesso<br />
ad essi al costo marginale (zero);
Il sistema <strong>di</strong> proprietà intellettuale<br />
Principali forme <strong>di</strong> protezione legale della conoscenza:<br />
• Brevetti<br />
– Proteggono l’applicazione industriale <strong>di</strong> un’idea innovativa;<br />
– La protezione viene accordata se alcuni requisiti sono presenti, in particolare un<br />
requisito <strong>di</strong> originalità;<br />
– La protezione ha una durata <strong>di</strong> 20 anni nella maggior parte dei paesi sviluppati;<br />
• Copyright/Diritto d’autore<br />
– Protegge l’espressione <strong>di</strong> un’idea creativa;<br />
– L’idea creativa non deve essere necessariamente originale;<br />
– Attribuisce il <strong>di</strong>ritto esclusivo <strong>di</strong> copiare, riprodurre, <strong>di</strong>stribuire, adattare e mostrare in<br />
pubblico una creazione originale (spesso, ma non sempre, artistica - v.software);<br />
– La protezione ha una durata <strong>di</strong> 50 anni dopo la morte dell’autore in Italia e <strong>di</strong> 70 anni<br />
dopo la morte dell’autore nelgi USA.<br />
• Marchi<br />
– Proteggono simboli e segni <strong>di</strong>stintivi che identificano particolari aziende o prodotti;<br />
– Sono concessi a con<strong>di</strong>zione che il simbolo identificativo sia chiaramente <strong>di</strong>stinguibile;<br />
– Durano per sempre, o fino a quando non vengono abbandonati o entrano nell’uso<br />
comune come termini generici
Il brevetto<br />
Il brevetto attribuisce il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> esclusiva sull’invenzione per un periodo <strong>di</strong><br />
tempo limitato (20 anni).<br />
il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> esclusiva include:<br />
– il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> “produrre, usare, mettere in commercio, vendere o importare a<br />
tali fini” - brevetto <strong>di</strong> prodotto<br />
– Il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> applicare il proce<strong>di</strong>mento, usare, mettere in commercio, vendere<br />
o importare a tali fini il prodotto <strong>di</strong>rettamente ottenuto con il proce<strong>di</strong>mento in<br />
questione” - brevetto <strong>di</strong> processo<br />
Requisiti <strong>di</strong> brevettabilità:<br />
– Industrialità<br />
– Novità<br />
– Originalità<br />
– Liceità<br />
• In Europa, per essere considerata brevettabile, un’innovazione deve avere<br />
“carattere tecnico”
Funzioni del brevetto:<br />
• Funzione incentivante;<br />
• Funzione transattiva;<br />
• Funzione <strong>di</strong> <strong>di</strong>sclosure;<br />
• Funzione <strong>di</strong> segnalazione<br />
Le funzioni del brevetto<br />
Ovviamente, le 4 funzioni del brevetto sono complementari e si influenzano<br />
a vicenda. Ciò vale in particolare per la funzione transattiva e la funzione<br />
incentivante.
p m<br />
La proprietà intellettuale e il trade-off fra efficienza<br />
statica e efficienza <strong>di</strong>namica.<br />
mv<br />
πv<br />
lv<br />
Per<strong>di</strong>ta netta <strong>di</strong> monopolio<br />
(deadweight loss)<br />
Scotchmer, 2004
EX-POST<br />
• Per<strong>di</strong>ta netta <strong>di</strong> monopolio (-)<br />
Vizi e virtù della proprietà intellettuale<br />
EX-ANTE<br />
• Decentralizzazione degli incentivi (+)<br />
– Le scelte <strong>di</strong> investimento in innovazione sono prese dagli agenti economici<br />
in modo in<strong>di</strong>pendente (senza contrattazione <strong>di</strong>retta con l’autorità pubblica);<br />
– La PI implica almeno una forma debole <strong>di</strong> controllo sull’efficienza<br />
dell’investimento innovativo: gli agenti investono solo se il valore atteso<br />
dell’innovazione è maggiore del costo dell’investimento.<br />
• Costo dell’innovazione imposto sugli utilizzatori (+)<br />
– Ma quest’effetto è apprezzabile se i benefici dell’innovazione sono<br />
concentrati su pochi utilizzatori, meno apprezzabile se i benefici sono<br />
<strong>di</strong>spersi.<br />
• Scarso coor<strong>di</strong>namento del processo innovativo (-)<br />
– Non induce ad investire soltanto le imprese più efficienti;<br />
– Può indurre un numero eccessivo <strong>di</strong> imprese ad investire nalla “corsa al<br />
brevetto”
Dalla proprietà dei beni tangibili alla proprietà<br />
intellettuale nel modello GHM/1<br />
• Elementi essenziali del modello GHM:<br />
– Ambiente contrattuale caratterizzato da incompletezza e presenza<br />
<strong>di</strong> investimenti specifici<br />
– La proprietà aumenta il potere contrattuale degli agenti cui è<br />
allocata perché protegge dal rischio <strong>di</strong> ex-post hold-up<br />
– Gli agenti cui è attribuita la proprietà degli asset hanno maggiori<br />
incentivi ad effettuare investimenti specifici in capitale umano
Dalla proprietà dei beni tangibili alla proprietà<br />
intellettuale nel modello GHM/2<br />
• Proposta: il modello GHM può essere meglio interpretato<br />
come una teoria dell’allocazione dei <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> proprietà<br />
intellettuale<br />
– La nozione <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto residuale <strong>di</strong> controllo coincide con<br />
l’interpretazione legale dei DPI<br />
– Il grado <strong>di</strong> incompletezza contrattuale è particolarmente elevato in<br />
presenza <strong>di</strong> conoscenza tecnologica<br />
– La nozione <strong>di</strong> specificità degli investimenti è più stringente in<br />
presenza <strong>di</strong> un limite legale alla riproducibilità degli asset
Dalla proprietà dei beni tangibili alla proprietà<br />
intellettuale nel modello GHM/3<br />
Caratteristiche dell’allocazione ottimale dei DPI:<br />
• I DPI dovrebbero essere allocati ex-ante agli agenti che<br />
sono in grado <strong>di</strong> realizzare gli investimenti più elevati in<br />
capitale umano<br />
• L’allocazione “corretta” dei DPI comporta il<br />
raggiungimento <strong>di</strong> risultati inferiori al first-best<br />
– Per le ragioni del GHM:<br />
• Il proprietario è esposto all’hold-up del capitale umano da parte dei<br />
soggetti esclusi dalla proprietà<br />
• Gli agenti non-proprietari sono esposti alla possibilità <strong>di</strong> hold-up sia del<br />
capitale fisico che del capitale umano<br />
• Maggiore è il numero degli agenti che sono in grado <strong>di</strong> effettuare gli<br />
investimenti in capitale umano, maggiore è il gap fra first-best e<br />
second-best<br />
– Per la natura degli asset intellettuali
Implicazioni delle caratteristiche della conoscenza per<br />
l’efficienza dell’allocazione DPI/1<br />
• Non-rivalità:<br />
• L’uso efficiente degli asset intellettuali ex-post implica l’accesso<br />
simultaneo ex-post da parte <strong>di</strong> molti agenti<br />
• In assenza <strong>di</strong> PI, molti agenti avrebbero potuto investire in<br />
capitale umano specifico all’asset intellettuale<br />
• L’impatto sull’efficienza complessiva <strong>di</strong>pende da almeno due<br />
fattori: l’intensità dell’effetto <strong>di</strong> incentivo e la natura dell’asset<br />
intellettuale (upstream/downstream)<br />
• Non-esclu<strong>di</strong>bilità: l’effetto <strong>di</strong> incentivo può non essere<br />
tanto intenso quanto la teoria pre<strong>di</strong>ce
Implicazioni delle caratteristiche della<br />
conoscenza per l’efficienza dell’allocazione DPI/2<br />
• In presenza <strong>di</strong> DPI, <strong>di</strong>venta essenziale rimuovere<br />
l’assunzione GHM <strong>di</strong> assenza <strong>di</strong> costi <strong>di</strong> transazione sul<br />
mercato degli asset<br />
• Implicazioni:<br />
• I costi <strong>di</strong> transazione possono impe<strong>di</strong>re che gli asset siano attribuiti<br />
a chi li valuta <strong>di</strong> più<br />
• La logica del GHM può essere invertita: se una data allocazione dei<br />
DPI è scelta sulla base della tecnologia e della <strong>di</strong>stribuzione delle<br />
abilità degli agenti, anche l’inverso vale; tecnologie ed abilità sono<br />
scelte sulla base <strong>di</strong> una determinata <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> DPI<br />
• Esiste una relazione <strong>di</strong> complementarietà istituzionale fra DPI e<br />
tecnologia<br />
• Possibilità <strong>di</strong> circoli virtuosi e viziosi <strong>di</strong> sviluppo/sottosviluppo
• Perché dunque tanta enfasi sul sistema <strong>di</strong> proprietà<br />
intellettuale?<br />
• Quali sono le proprietà <strong>di</strong> efficienza <strong>di</strong> sistemi<br />
alternativi <strong>di</strong> incentivazione dell’innovazione?
Finanziamento pubblico dell’innovazione<br />
NB. In con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> informazione perfetta il finanziamento pubblico<br />
dell’innovazione sarebbe preferibile alla PI poiché non comporterebbe<br />
inefficienze dal punto <strong>di</strong> vista statico.<br />
• Se lo Stato conoscesse il valore dell’innovazione potrebbe ottenere lo<br />
stesso livello <strong>di</strong> innovazione ottenibile me<strong>di</strong>ante brevetto<br />
corrispondendo all’inventore una somma pari al valore appropriabile<br />
me<strong>di</strong>ante brevetto (πvT), senza per<strong>di</strong>ta netta <strong>di</strong> monopolio;<br />
• Problemi dell’autorità pubblica:<br />
– Osservabilità e verificabilità del valore dell’invenzione;<br />
– Osservabilità e verificabilità del costo sostenuto;<br />
• Rappresentazione contabile non veritiera;<br />
• Difficoltà <strong>di</strong> attribuzione dei costi nella ricerca congiunta;<br />
• Incertezza del processo innovativo.
Premi<br />
• Se il valore dell’innovazione non è osservabile => è <strong>di</strong>fficile stabilire sia<br />
l’opportunità <strong>di</strong> offrire un premio che la <strong>di</strong>mensione del premio;<br />
• Se il valore non è verificabile => problemi <strong>di</strong> hold-up da parte dello stato<br />
• Se il costo non è osservabile => moral hazard da parte del ricercatore<br />
NB. La definizione economica <strong>di</strong> costo si riferisce al minimo costo<br />
necessario ad ottenere un dato risultato.
Premi (2)<br />
• I premi possono essere <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso tipo:<br />
– Targeted prizes:<br />
• Problema innovativo identificato ex-ante dallo sponsor<br />
• ammontare del premio stabilito ex-ante<br />
• attribuzione del premio con<strong>di</strong>zionale al rispetto <strong>di</strong> standard<br />
stabiliti ex-ante<br />
– Blue-sky prizes:<br />
• Problema innovativo non identificato ex-ante dallo sponsor<br />
• Ammontare del premio stabilito ex-post in relazione al valore<br />
dell’innovazione<br />
• Attribuzione del premio con<strong>di</strong>zionale al rispetto <strong>di</strong> standard<br />
stabiliti ex-post
Premi (3)<br />
• Nello stabilire l’ammontare del premio, lo Stato tiene conto del fatto<br />
che:<br />
– Un valore del premio inferiore al valore sociale può non coprire i<br />
costi <strong>di</strong> innovazione;<br />
– Un valore del premio superiore al costo dell’innovazione può<br />
attrarre troppi concorrenti<br />
• Il valore del premio può essere collegato al valore dell’invenzione in<br />
due mo<strong>di</strong>:<br />
– Rendendo l’attribuzione del premio con<strong>di</strong>zionale ad uno standard<br />
<strong>di</strong> performance verificabile;<br />
– Rendendo <strong>di</strong>sponibile la PI come alternativa (specialmente per i<br />
blue-sky prize)
Procurement<br />
• Lo Stato stipula un contratto con un certo numero <strong>di</strong> imprese per la<br />
realizzazione <strong>di</strong> un’innovazione;<br />
• Lo Stato controlla in questo caso l’accesso al mercato della ricerca<br />
scegliendo gli agenti pubblici o privati cui affidare la realizzazione <strong>di</strong><br />
innovazioni;<br />
Vantaggi:<br />
• Rispetto alla PI e ai premi, è possibile un maggiore coor<strong>di</strong>namento<br />
della ricerca e quin<strong>di</strong> una riduzione della duplicazione degli<br />
investimenti<br />
Svantaggi:<br />
• Il coor<strong>di</strong>namento del numero <strong>di</strong> partecipanti al processo innovativo<br />
può ridurre l’incentivo all’innovazione;<br />
• Come per i premi, lo Stato deve conoscere il valore dell’innovazione<br />
per determinare l’ammontare del compenso;<br />
– Questo svantaggio è molto ridotto se lo sponsor stesso costituisce il<br />
maggior acquirente per l’invenzione (es. <strong>di</strong>fesa, ricerca spaziale)
Ricapitolando….<br />
• Mercati competitivi offrono incentivi subottimali all’innovazione<br />
• La PI non è l’unico meccanismo <strong>di</strong> incentivazione dell’innovazione<br />
<strong>di</strong>sponibile;<br />
• I meccanismi <strong>di</strong> incentivazione dell’innovazione sono tutti imperfetti;<br />
• Diversi meccanismi <strong>di</strong> incentivazione sono adeguati a <strong>di</strong>versi contesti<br />
innovativi (in relazione alla natura dell’informazione posseduta dallo<br />
sponsor, alla natura dell’innovazione da promuovere, al numero<br />
ottimale <strong>di</strong> imprese da attrarre ecc.)
Proprietà intellettuale:<br />
Ricapitolando…<br />
• L’incentivo è legato al valore sociale dell’innovazione; (+)<br />
• Il costo dell’innovazione è imposto sugli utilizzatori;(+)<br />
• Inefficienza statica - per<strong>di</strong>ta netta <strong>di</strong> monopolio (-)<br />
• Scarso coor<strong>di</strong>namento dell’innovazione - possibilità <strong>di</strong> “gare per il<br />
brevetto” (-)<br />
=> Se non è possibile stabilire ex-ante il valore dell’innovazione la PI<br />
può essere più efficiente <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong> premi
Premi:<br />
Ricapitolando…<br />
• No inefficienza statica se innovazione resa ex-post liberamente<br />
accessibile; (+)<br />
• Difficoltà <strong>di</strong> acquisire informazioni sui costi e sul valore<br />
dell’innovazione (-)<br />
– Problemi <strong>di</strong> hold-up da parte dello stato<br />
– Problemi <strong>di</strong> moral hazard da parte del ricercatore<br />
• Scarso coor<strong>di</strong>namento dell’innovazione - possibilità <strong>di</strong> “gare per il<br />
premio” (-)<br />
=> Se è possibile rendere il premio con<strong>di</strong>zionale al valore<br />
dell’innovazione il sistema dei premi è più efficiente della PI<br />
(specialmente se le idee innovative sono scarse e il problema della<br />
duplicazione degli investimenti poco rilevante)
Procurement:<br />
Ricapitolando…<br />
• No inefficienza statica se innovazione resa ex-post liberamente<br />
accessibile (+)<br />
• Maggiore coor<strong>di</strong>namento dell’innovazione rispetto a premi e PI (+)<br />
• Il coor<strong>di</strong>namento può generare una eccessiva riduzione degli<br />
incentivi (-)<br />
• Difficoltà <strong>di</strong> acquisire informazioni sui costi e sul valore<br />
dell’innovazione (-)<br />
– Problemi <strong>di</strong> hold-up da parte dello stato<br />
– Problemi <strong>di</strong> moral hazard da parte del ricercatore
Efficacia del brevetto rispetto ad altri meccanismi <strong>di</strong><br />
appropriazione - innovazioni <strong>di</strong> prodotto<br />
I brevetti non hanno<br />
nella realtà rilevanza<br />
comparabile a quella<br />
che hanno nella<br />
letteratura economica<br />
Fonte: Cohen et al., 2000
Efficacia del brevetto rispetto ad altri meccanismi <strong>di</strong><br />
appropriazione - innovazioni <strong>di</strong> processo<br />
La protezione<br />
dell’innovazione<br />
me<strong>di</strong>ante segreto<br />
industriale è ovviamente<br />
più rilevante nel caso <strong>di</strong><br />
innovazioni <strong>di</strong> processo<br />
Fonte: Cohen et al., 2000
Le ragioni del ri<strong>corso</strong> ai brevetti
Efficacia dei brevetti nei <strong>di</strong>versi settori industriali -<br />
principali risultati empirici<br />
• I brevetti sono considerati il meccanismo <strong>di</strong> protezione<br />
dell’innovazione meno efficace nella maggior parte dei settori,<br />
eccetto il settore chimico, farmaceutico e delle attrezzature<br />
me<strong>di</strong>che (Levin e al., 1987; Cohen e al., 2000);<br />
• L’assenza <strong>di</strong> brevetti avrebbe un impatto minimo sull’innovazione<br />
nella maggior parte dei settori, eccetto il settore farmaceutico<br />
(Mansfield, 1986);<br />
• In tutti i settori, le imprese utilizzano molte forme <strong>di</strong> protezione<br />
complementari per proteggere la stessa invenzione;<br />
• Il “patent premium” (valore ad<strong>di</strong>zionale ottenibile da un’invenzione<br />
brevettandola) varia in modo significativo fra i <strong>di</strong>versi settori<br />
(Arora e al., 2002).
Dimensioni rilevanti del brevetto:<br />
• Durata: numero <strong>di</strong> anni intercorrenti fra la registrazione<br />
dell’invenzione e la scadenza del brevetto;<br />
• Ampiezza: grado <strong>di</strong> somiglianza che due invenzioni possono avere<br />
senza che la successiva violi il brevetto dell’ideatore della<br />
precedente<br />
La determinazione dell’ampiezza e della durata del brevetto incide<br />
sulla misura degli incentivi all’innovazione che questo strumento è in<br />
grado <strong>di</strong> offrire
p m<br />
La notazione che useremo in quel che segue:<br />
mv<br />
πv<br />
lv<br />
Per<strong>di</strong>ta netta <strong>di</strong> monopolio<br />
(deadweight loss)<br />
Scotchmer, 2004
Quanta protezione devono assicurare i brevetti?<br />
• Distinzione fra idee innovative scarse e idee ampiamente <strong>di</strong>sponibili;<br />
• Due modelli <strong>di</strong> innovazione<br />
– Nordhaus 1969 (idee scarse)<br />
• Determinazione della durata ottimale del brevetto;<br />
• Identificazione del trade-off fra aumento dell’incentivo all’innovazione<br />
e aumento della per<strong>di</strong>ta netta <strong>di</strong> monopolio;<br />
• Aumento della durata implica aumento dell’incentivo ma anche della<br />
per<strong>di</strong>ta netta <strong>di</strong> monopolio sulle invenzioni inframarginali<br />
– Modelli <strong>di</strong> gara per il brevetto - “patent race” (idee “common knowledge”)<br />
• Problema dell’eccesso <strong>di</strong> entrata<br />
• Problema dell’eccessiva riduzione degli incentivi
cost, c<br />
Modello con idee scarse<br />
vπT’<br />
• (va,,ca)<br />
• (vb,,cb)<br />
space of ideas<br />
(v,c)<br />
vπT<br />
value, v<br />
Scotchmer, 2004
Nel modello con idee scarse<br />
Un aumento della durata del brevetto implica:<br />
- un aumento del numero delle innovazioni realizzabili (quelle per<br />
cui vπT > c)<br />
- un aumento della per<strong>di</strong>ta netta <strong>di</strong> monopolio sulle invenzioni<br />
inframarginali. Nel caso dell’idea (va, ca), il valore sociale è dato da:<br />
(va/r) - lvaT, l
Modello con idee ampiamente <strong>di</strong>sponibili - molte imprese<br />
sanno come raggiungere un dato obiettivo innovativo<br />
• Un compenso molto elevato può indurre una “gara per il<br />
brevetto”<br />
– Problema della duplicazione dello sforzo innovativo;<br />
– Problema dell’identificazione delle idee innovative da perseguire<br />
• Quali sono gli effetti <strong>di</strong> una “gara per il brevetto”?<br />
– Duplicazione dei costi (-)<br />
– Aumento della probabilità <strong>di</strong> successo o della rapi<strong>di</strong>tà <strong>di</strong><br />
ottenimento dei risultati innovativi (+)<br />
– L’effetto dominante <strong>di</strong>pende dalle caratteristiche dell’ambiente<br />
innovativo
Modello con probabilità <strong>di</strong> successo e <strong>di</strong> fallimento<br />
nell’innovazione in<strong>di</strong>pendenti<br />
• Se le probabilità <strong>di</strong> successo e <strong>di</strong> fallimento nell’innovazione sono<br />
in<strong>di</strong>pendenti è <strong>di</strong>fficile definire con esattezza la nozione <strong>di</strong><br />
“duplicazione”<br />
• Si supponga per semplicità che ogni impresa paghi un costo <strong>di</strong><br />
entrata nella “gara” pari a c<br />
• Si supponga che ogni impresa abbia una probabilità in<strong>di</strong>pendente λ<br />
<strong>di</strong> successo in ogni periodo<br />
• Per ottenere l’innovazione possono essere necessari molti perio<strong>di</strong>.<br />
• Un aumento del numero <strong>di</strong> imprese partecipanti alla “gara” riduce il<br />
tempo necessario all’ottenimento del risultato innovativo ma aumenta<br />
i costi.
• P(n)= 1 - p n = probabilità che almeno un’impresa ottenga il risultato<br />
• S = benessere sociale in caso <strong>di</strong> successo<br />
• S = (1/r - T)v + (1 - l)vT = (1/r)v - lvT<br />
• dove T = Σ 1/(1 + r) t<br />
Scotchmer, 2004<br />
cn<br />
n *<br />
ottimale<br />
n e<br />
P(n)S<br />
Tandon 1983<br />
Risultato con libera entrata se il vincitore<br />
ottiene tutto il valore sociale<br />
Numero <strong>di</strong> imprese n
• Più in generale, il profitto atteso per ogni impresa = (1/n)ΠP(n), dove<br />
Π = πvT<br />
• Il numero <strong>di</strong> equilibrio delle imprese n e sod<strong>di</strong>sfa (1/ n e )ΠP(n e ) = c<br />
• Il numero ottimale delle imprese può essere sia maggiore che minore<br />
del numero <strong>di</strong> equilibrio, in relazione al valore <strong>di</strong> Π<br />
Scotchmer, 2004<br />
n *<br />
n e<br />
cn<br />
P(n)S<br />
P(n) Π<br />
Risultato con libera entrata se il<br />
vincitore ottiene Π invece <strong>di</strong> S<br />
Numero <strong>di</strong><br />
imprese n
• Nel caso specifico precedente in cui S = Π, sicuramente n e > n*, per via della<br />
concavità <strong>di</strong> P(n)<br />
• L’entrante marginale riceve il profitto me<strong>di</strong>o invece del profitto marginale e non<br />
considera l’esternalità negativa che impone sulle altre imprese<br />
Scotchmer, 2004<br />
cn<br />
n *<br />
ottimale<br />
n e<br />
P(n)S<br />
Risultato con libera entrata se il vincitore<br />
ottiene tutto il valore sociale<br />
Numero <strong>di</strong> imprese n
• Riducendo appropriatamente il compenso ottenibile me<strong>di</strong>ante brevetto<br />
è possibile ridurre il numero <strong>di</strong> imprese partecipanti alla gara ed<br />
eventualmente ottenere il numero ottimale <strong>di</strong> imprese<br />
• Se si potesse fissare un valore del brevetto per ciascun mercato, si<br />
dovebbe avere P(n*) Π = cn*<br />
• Si noti che Π può anche essere interpretato come un premio<br />
• in questo caso il valore ottimale <strong>di</strong> n sarà più elevato perché non si ha<br />
per<strong>di</strong>ta netta <strong>di</strong> monopolio
Ampiezza del brevetto: due definizioni<br />
• Ampiezza dal punto <strong>di</strong> vista del prodotto<br />
– Definisce quanto due prodotti devono essere<br />
simili perché si abbia violazione del primo brevetto<br />
• Ampiezza dal punto <strong>di</strong> vista tecnologico:<br />
– Definisce quanto è costoso creare un sostituto<br />
che non violi il brevetto esistente (“inventing<br />
around”)
ˆp 1<br />
~ p 1<br />
Π ~<br />
x<br />
Scotchmer, 2004<br />
1<br />
x<br />
Πˆ<br />
Ampiezza e sostituti orizzontali<br />
, pˆ<br />
1 ( p1<br />
2<br />
1<br />
, ~ p<br />
1(<br />
p1<br />
2<br />
)<br />
)<br />
~ p =<br />
2<br />
ˆp 2<br />
mc<br />
Πˆ 2<br />
x<br />
, pˆ<br />
2 ( p2<br />
1<br />
Mercato del bene sostituto<br />
x<br />
)<br />
, ~ p<br />
2 ( p2<br />
1<br />
)
Ampiezza e costi <strong>di</strong> entrata - Gallini 1992<br />
HP: sostituti perfetti => l’entrata <strong>di</strong> un impresa comporta un costo K<br />
che costituisce una duplicazione<br />
P(1)<br />
P(n)<br />
Prezzo<br />
competitivo<br />
n*(T,K) = equilibrium number of entrants:<br />
(1/n) T p(n) x(p(n)) = K<br />
x(p)<br />
Le variabili importanti <strong>di</strong> politica<br />
della proprietà intellettuale sono T<br />
e K, dove K = costo <strong>di</strong> entrata è<br />
determinato dall’ampiezza del<br />
brevetto<br />
Scotchmer, 2004
Ampiezza e costi <strong>di</strong> entrata/2<br />
• Il costo <strong>di</strong> entrata K determina dunque:<br />
– Il numero <strong>di</strong> imprese che entrano sul mercato in equilibrio<br />
– Il profitto che il detentore del brevetto può ottenere<br />
• N.B.: se il licensing è possibile, il detentore del<br />
brevetto può ottenere un profitto superiore a K<br />
concedendo una licenza ad un prezzo K a tutte le<br />
imprese che trovano conveniente entrare<br />
– Il licensing induce allo stesso numero <strong>di</strong> entranti ed allo<br />
stesso prezzo <strong>di</strong> mercato, ma incrementa i profitti del<br />
detentore del brevetto <strong>di</strong> nK<br />
– Inoltre, il licensing consente <strong>di</strong> risparmiare i costi <strong>di</strong><br />
duplicazione degli investimenti
Il ratio test: brevetti lunghi e stretti o ampi e brevi?<br />
• Obiettivo: massimizzare il rapporto fra profitto e per<strong>di</strong>ta netta <strong>di</strong> monopolio<br />
p *<br />
~<br />
p<br />
p<br />
x(p * )<br />
p *<br />
~<br />
p<br />
p<br />
x(p)<br />
x(p x(p)<br />
* ~ ~<br />
)<br />
Scotchmer, 2004
Innovazione cumulativa<br />
• In un contesto <strong>di</strong> innovazione cumulativa una parte rilevante del valore<br />
sociale dell’innovazione iniziale risiede nel contributo che essa offre a<br />
quelle successive:<br />
– Attraverso la riduzione del costo necessario a realizzare la seconda<br />
innovazione;<br />
– Attraverso l’incremento della probabilità <strong>di</strong> realizzare la seconda<br />
innovazione;<br />
– Attraverso l’incremento della rapi<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> realizzazione della seconda<br />
innovazione;<br />
– In alcuni casi, rendendo possibile un’innovazione che non sarebbe<br />
affatto stata realizzata in assenza della prima
La <strong>di</strong>visione del profitto fra innovatori successivi<br />
• Problema <strong>di</strong> base: il brevetto non deve solo incentivare una<br />
singola innovazione, ma deve anche realizzare una<br />
adeguata <strong>di</strong>visione del profitto fra innovatori successivi.<br />
• Perché la <strong>di</strong>visione del profitto è importante?<br />
– Se il primo innovatore anticipa che non sarà in grado <strong>di</strong> ottenere un<br />
profitto adeguato a coprire i costi potrebbe essere indotto a non<br />
investire;<br />
– La competizione fra gli innovatori successivi può ridurre il prezzo <strong>di</strong><br />
ven<strong>di</strong>ta dell’innovazione a tal punto da minare gli incentivi<br />
all’innovazione
La <strong>di</strong>visione del profitto fra innovatori successivi (2)<br />
• La <strong>di</strong>visione del profitto deve avere le seguenti<br />
proprietà:<br />
– Gli innovatori devono collettivamente ottenere un profitto<br />
sufficiente a coprire i costi;<br />
– Ogni innovatore deve essere in grado in<strong>di</strong>vidualmente <strong>di</strong><br />
coprire i costi dell’innovazione che realizza<br />
• Il brevetto può contribuire a risolvere il problema<br />
della <strong>di</strong>visione del profitto, in particolare attraverso:<br />
– Brevettabilità<br />
– Originalità<br />
– Ampiezza del brevetto
Tre forme <strong>di</strong> cumulatività<br />
• Innovazione <strong>di</strong> base e applicazioni (es. laser e meto<strong>di</strong><br />
terapeutici che lo utilizzano in me<strong>di</strong>cina)<br />
• Strumenti <strong>di</strong> ricerca (research tools) e invenzioni (es. geni<br />
e materiale genetico)<br />
• Progressione qualitativa <strong>di</strong> innovazioni (quality ladder) (es.<br />
MS-DOS/Windows)
Innovazioni <strong>di</strong> base e<br />
applicazioni<br />
Research tool o<br />
ricerca <strong>di</strong> base<br />
Applicazione 1<br />
Applicazione 3<br />
Applicazione 2
Date due innovazioni successive, x e y, l’obiettivo del sistema<br />
brevettuale è quello <strong>di</strong> assicurare che:<br />
(a) l’investimento nell’applicazione y si abbia quando il valore<br />
sociale <strong>di</strong> y supera il suo costo;<br />
(b) Si abbia un trasferimento del surplus sociale generato da y<br />
sufficiente ad assicurare l’investimento in x<br />
La <strong>di</strong>sciplina dell’invenzione <strong>di</strong>pendente incide sulla <strong>di</strong>visione del<br />
profitto poiché determina le posizioni contrattuali relative delle<br />
parti.
Innovazioni <strong>di</strong> base e applicazioni<br />
x - valore per i consumatori innovazione iniziale in ciascun periodo<br />
c 1 - costo dell’innovazione <strong>di</strong> base<br />
xπT - profitto per il titolare del brevetto<br />
x((1/r) - lT) - c 1 - valore sociale innovazione <strong>di</strong> base<br />
y - valore per i consumatori dell’applicazione in ciascun periodo<br />
c 2 - costo dell’applicazione<br />
y((1/r) - lT) - c 2 - valore sociale applicazione<br />
In realtà il valore sociale dell’innovazione <strong>di</strong> base include il<br />
valore dell’innovazione che essa facilita:<br />
x((1/r) - lT) - c 1 + max [0. y((1/r) - lT) - c 2 ]
yes<br />
payoffs with license:<br />
( ! Tx+? ! Ty)-c1 , ? ! Ty-c2<br />
or<br />
( ! Tx+? ! Ty)-c1-? c2 , (? )( ! T y- c2)<br />
( ! Tx+? ! Ty)-c1 , ( ? ! Ty)-c2<br />
Ex Ante<br />
License?<br />
Ex Post<br />
License?<br />
yes<br />
no<br />
Firm 2:<br />
Invest?<br />
yes no<br />
no<br />
! Tx-c1 , -c2<br />
Scotchmer, 2004<br />
! Tx-c1 ,0
Implicazioni:<br />
• Se non è possibile contrattare ex-ante, è possibile che il brevetto non<br />
assicuri un profitto sufficiente all’impresa che realizza l’applicazione;<br />
• l’interesse della società è allineato con l’interesse del primo<br />
innovatore: la realizzazione della prima innovazione è fondamentale<br />
affinchè l’applicazione possa essere realizzata;<br />
• La durata del brevetto dovrebbe essere maggiore che nel caso in cui<br />
entrambe le innovazioni sono realizzate dalla stessa impresa.<br />
• infatti, se (x + y)πT - c1 - c2 è molto vicino a zero, il primo<br />
innovatore potrebbe ottenere profitti negativi<br />
• il profitto congiunto può essere aumentato aumentando T
Gene 2<br />
Gene 3<br />
Gene 1<br />
Research Tools e invenzioni<br />
Vaccino<br />
malaria
Research tools e innovazioni<br />
• In presenza <strong>di</strong> molteplici innovazioni complementari possono generarsi<br />
conflitti <strong>di</strong> natura brevettuale;<br />
• In linea <strong>di</strong> principio, dovremmo aspettarci che tutti i potenziali<br />
partecipanti alla transazione abbiano incentivo a risolvere tali conflitti,<br />
specialmente se il valore del research tool consiste esclusivamente nel<br />
fatto che facilita la realizzazione della seconda invenzione;<br />
• Due problemi possono insorgere:<br />
• La “trage<strong>di</strong>a degli anticommons” (eccessivi costi <strong>di</strong> transazione<br />
ostacolano lo scambio)<br />
• Il problema dei “monopoli complementari” identificato da Cournot
La “trage<strong>di</strong>a degli anticommons”<br />
• Trage<strong>di</strong>a dei “commons” (Har<strong>di</strong>n, 1962)<br />
•Scarsa definizione dei <strong>di</strong>ritti su una risorsa<br />
• Eccesso <strong>di</strong> sfruttamento della risorsa<br />
•Trage<strong>di</strong>a degli “anticommons” (Heller e Eisenberg, 1998)<br />
• Eccessiva definizione e frammentazione dei <strong>di</strong>ritti su <strong>di</strong> una risorsa<br />
• Mancato sfruttamento produttivo della risorsa<br />
Problemi transattivi:<br />
- Costi <strong>di</strong> ricerca (correlati positivamente al grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>spersione degli<br />
asset)<br />
- Costi <strong>di</strong> negoziazione:<br />
- Problemi <strong>di</strong> valutazione (asimmetrie informative)<br />
- Distorsioni nella valutazione (self-serving bias)<br />
- Natura intrinsecamente indefinita del <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> proprietà intellettuale<br />
I problemi transattivi menzionati sono particolarmente rilevanti se<br />
insorgono ex-post, dopo che l’innovazione è stata realizzata.
Il problema dei monopoli complementari<br />
In presenza <strong>di</strong> beni complementari venduti da monopolisti il prezzo risulta<br />
più elevato rispetto al livello che massimizza il profitto e i profitti minori<br />
rispetto a quelli che si otterrebbero se entrambi i beni fossero prodotti da<br />
una stessa impresa monopolistica.<br />
1<br />
1/2<br />
price<br />
Aggregate willingness to<br />
pay w(z)=1-z<br />
1<br />
3/4<br />
1/4<br />
price<br />
Aggregate willingness to<br />
pay, net of licensor 1’s<br />
price: w(z)= (3/4)-z<br />
z z<br />
Scotchmer, 2004
1<br />
2/3<br />
1/3<br />
price price<br />
p2=1/3<br />
1-p2-z = (2/3)-z<br />
z<br />
1<br />
2/3<br />
1/3<br />
p1=1/3<br />
1-p1-z = (2/3)-z<br />
Scotchmer, 2004<br />
Se i due monopolisti determinano separatamente il prezzo dei<br />
rispettivi beni, la somma dei prezzi dei beni complementari risulta<br />
superiore al prezzo monopolistico<br />
z
Possibili soluzioni:<br />
• Proprietà centralizzata degli asset intellettuali<br />
• Ma…possono generarsi incentivi inefficienti all’investimento (v.<br />
teoria GHM)<br />
• v. concentrazioni nel settore farmaceutico<br />
• Patent pools<br />
• Ma…possibili preoccupazioni antitrust<br />
• v. Aircraft Manufacturers Association nel 1917<br />
• Collective copyright organizations
Una possibile soluzione ex-ante:<br />
Il caso delle licenze “open source”<br />
Definizione <strong>di</strong> software libero o “open source”:<br />
- software <strong>di</strong>stribuito non soltanto in forma <strong>di</strong> co<strong>di</strong>ce oggetto, ma anche<br />
con il co<strong>di</strong>ce sorgente;<br />
- software <strong>di</strong>stribuito me<strong>di</strong>ante un sistema <strong>di</strong> licenze che garantisce agli<br />
utilizzatori un’ampia gamma <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritti, incluso il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> (a) mo<strong>di</strong>ficare<br />
liberamente il software; e (b) <strong>di</strong>stribuire liberamente il software.<br />
E’ interessante, fra le altre cose, come:<br />
-innovazione <strong>di</strong> processo;<br />
- forma <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> software;<br />
- fenomeno sociale
Il sistema <strong>di</strong> licenze “open source”<br />
NB. I prodotti open source non appartengono al public domain anche se<br />
sono spesso <strong>di</strong>stribuiti a costo zero!<br />
Nel sistema <strong>di</strong> licenze copyleft tutti coloro che partecipano ad un progetto<br />
<strong>di</strong> sviluppo <strong>di</strong> software conservano i <strong>di</strong>ritti sulle proprie creazioni<br />
intellettuali (il copyright) ma ne mo<strong>di</strong>ficano il contenuto me<strong>di</strong>ante contratto<br />
(la licenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione) in modo da:<br />
- garantire piena libertà <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>fica e utilizzo a coloro che sottoscrivono la<br />
licenza;<br />
- impe<strong>di</strong>re che chiunque possa sottrarre dalla libera <strong>di</strong>sponibilità al<br />
pubblico il software sviluppato in modalità “open source”<br />
Il sistema <strong>di</strong> licenze open source risolve dunque ex-ante il problema della<br />
frammentazione dei <strong>di</strong>ritti sulle risorse intellettuali (moduli <strong>di</strong> software), in<br />
modo duraturo e senza generare proccupazioni dal punto <strong>di</strong> vista della<br />
concorrenza.
La <strong>di</strong>stinzione fra licenze “open source” e licenze “copyleft”<br />
Le licenze copyleft hanno una natura persistente:<br />
Tutte le mo<strong>di</strong>fiche realizzate a partire da un programma <strong>di</strong>stribuito sotto<br />
un sistema <strong>di</strong> licenze copyleft (es.GPL) devono essere re<strong>di</strong>stribuite in<br />
modalità copyleft.<br />
Anche se questo tipo <strong>di</strong> licenze è più restrittivo rispetto all’ampiezza dei<br />
<strong>di</strong>ritti garantiti a coloro che le sottoscrivono, costituiscono la forma <strong>di</strong><br />
licensing più <strong>di</strong>ffusa nel modo “open source” (Lerner e Tirole, 2002).<br />
Sono licenze “open source” tutte le licenze congruenti con la “Open<br />
Source Definition”, che stabilisce la natura dei <strong>di</strong>ritti che una licenza<br />
software deve garantire affinchè possa essere definita come “open<br />
source”.
L’innovazione nel settore del software<br />
Il problema della combinazione degli asset intellettuali complementari è<br />
particolarmente rilevante nel settore del software per via:<br />
- della natura sequenziale dell’innovazione<br />
- della natura complementare degli sforzi innovativi<br />
- i risultati degli sforzi innovativi <strong>di</strong> agenti <strong>di</strong>versi sono complementari;<br />
- lo sforzo innovativo <strong>di</strong> agenti <strong>di</strong>versi è complementare nel senso che lo sforzo<br />
<strong>di</strong> ciascuno aumenta la produttività dello sforzo innovativo altrui<br />
L’eccessiva frammentazione della proprietà intellettuale può:<br />
-Indurre la duplicazione degli sforzi innovativi (inventing around)<br />
-Distorcere i percorsi innovativi, spostando la ricerca lontano dalle aree in cui è<br />
presente un numero particolarmente elevato <strong>di</strong> brevetti;<br />
- Indurre alla rinuncia a perseguire determinati progetti innovativi<br />
L’esistenza <strong>di</strong> questi rischi negli Stati Uniti è stata empiricamente confermata:<br />
- dalle au<strong>di</strong>zioni condotte dalla Federal Trade Commission;<br />
- da uno stu<strong>di</strong>o empirico della relazione fra brevettazione ed investimento in R&S.
Alcuni aspetti interessanti dell’open source<br />
- Che cosa motiva gli agenti economici a contribuire all’open source?<br />
- La governance dei progetti open source;<br />
- Le relazioni cooperative e competitive con le imprese<br />
- L’opportunità del sostegno pubblico all’open source
Motivazioni estrinseche:<br />
Motivazioni<br />
- Reputazione e signalling (Lerner e Tirole, 2002)<br />
- ma…perché un agente economico sceglie <strong>di</strong> iniziare un progetto?<br />
Perché non si verifica frequentemente il forking? Perché gli agenti si<br />
de<strong>di</strong>cano anche alla realizzazione <strong>di</strong> attività poco remunerative in<br />
termini <strong>di</strong> reputazione?<br />
- Utilità <strong>di</strong>retta (User Needs)<br />
- ma…i costi <strong>di</strong> contribuzione non sono sempre triviali
Motivazioni estrinseche:<br />
-Enjoyment-based<br />
- Community-based<br />
- altruismo<br />
- cultura del dono<br />
- reciprocità generalizzata<br />
Motivazioni (2)<br />
- “epistemic communities” e “communities of practice”
Motivazioni (3)
Un modello <strong>di</strong> produzione “a bazar”?<br />
Governance<br />
- Assenza <strong>di</strong> un’unità centrale che definisce ex-ante la <strong>di</strong>rezione dello<br />
sviluppo software;<br />
-Design e debugging contemporanei;<br />
- Integrazione degli utilizzatori nella produzione;<br />
- Auto-selezione dei programmatori per i compiti che meglio si adattano<br />
alle rispettive abilità
Governance (2)<br />
In realtà, gli stu<strong>di</strong> empirici mostrano che non si tratta <strong>di</strong> un modello <strong>di</strong><br />
produzione “a bazar”<br />
-Il numero me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> agenti partecipanti ad ogni progetto è basso;<br />
- Distribuzione dello sforzo innovativo fortemente <strong>di</strong>seguale;<br />
- Differenziazione dei ruoli molto marcata:<br />
- leader <strong>di</strong> progetto;<br />
- altri agenti che contribuiscono <strong>di</strong>rettamente al progetto;<br />
- utilizzatori<br />
- Adozione <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse forme <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento (“<strong>di</strong>ttatura benevolente”,<br />
votazione a maggioranza ecc.)
In definitiva…<br />
Governance (3)<br />
-Progetti <strong>di</strong>versi richiedono un <strong>di</strong>verso grado <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento;<br />
- Quando il coor<strong>di</strong>namento è un problema non triviale, la sua soluzione<br />
dovrebbe essere considerata meno sorprendente <strong>di</strong> quanto<br />
sembrerebbe inizialmente;<br />
- Il concetto <strong>di</strong> autorità, pur se <strong>di</strong>fficile da definire, gioca un ruolo molto<br />
importante in questa modalità <strong>di</strong> innovazione
Gran<strong>di</strong> imprese:<br />
-Standar<strong>di</strong>zzazione;<br />
Cooperazione con le imprese<br />
- Uso del software open-source in un bundle hardware-software;<br />
- Considerazioni strategiche;<br />
- Per promuovere la compatibilità fra prodotti proprietari e prodotti<br />
open source.<br />
Piccole imprese:<br />
-User needs<br />
- Altre motivazioni simili a quelle in<strong>di</strong>viduali
Forme <strong>di</strong> intervento:<br />
Supporto pubblico all’open source<br />
- sussi<strong>di</strong>o <strong>di</strong>retto ai produttori o ai consumatori;<br />
- acquisto obbligatorio dei prodotti open source da parte delle agenzie<br />
statali;<br />
- campagne informative<br />
Argomentazioni:<br />
(1) Esiste un fallimento del mercato nel mercato del software?<br />
-NO NO - data l’esistenza <strong>di</strong> effetti <strong>di</strong> rete (network effects) l’intervento<br />
governativo (specie sotto forma <strong>di</strong> sussi<strong>di</strong>o) influenzerebbe le aspettative<br />
dei consumatori e determinerebbe quin<strong>di</strong> una <strong>di</strong>storsione;<br />
- NO SI - i sussi<strong>di</strong> <strong>di</strong>retti riducono sempre il benessere sociale, ma una<br />
campagna informativa potrebbe aumentarlo
Supporto pubblico all’open source (2)<br />
(2) L’opportunità dell’intervento pubblico dovrebbe essere valutata<br />
rispetto a criteri oggettivi <strong>di</strong> comparazione fra software libero e software<br />
proprietario<br />
- PRO: efficienza statica + piattaforma aperta<br />
- CONTRO: le imprese private hanno un maggior incentivo a creare<br />
prodotti rispondenti alle esigenze dei consumatori + l’incentivo del<br />
profitto è sempre superiore ad altre forme <strong>di</strong> incentivo<br />
(3) Si dovrebbero usare licenze open source per il software finanziato<br />
dallo Stato?