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Il testo intero in traduzione italiana - Università di Palermo

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Tric trac, fa i suoi buch<strong>in</strong>i e mi dà il biglietto. Con sufficienza.<br />

– Ecco qua.<br />

– Grazie e tante.<br />

Si passa davanti alla Gare Sa<strong>in</strong>t-Lazare.<br />

– Guarda là, il tipo <strong>di</strong> poco fa.<br />

Tendo l’orecchio.<br />

– Dovresti aggiungere un bottone là.<br />

Gli mostra dove.<br />

– È troppo sciancrato.<br />

– È vero.<br />

– Ecco.<br />

Mi <strong>di</strong>co.<br />

53 Pregiu<strong>di</strong>zi<br />

Dopo la solita <strong>in</strong>term<strong>in</strong>abile attesa, ecco che l’autobus appare e frena lungo il marciapiede. Qualcuno scende, taluno<br />

sale e io tra questi ultimi. Ci si pressa sulla piattaforma, il bigliettaio fa ciò che dovrebbe fare, si riparte. Ripie -<br />

gando il biglietto nel portafoglio mi metto a stu<strong>di</strong>are i miei vic<strong>in</strong>i. Vic<strong>in</strong>i, non vic<strong>in</strong>e. Sguardo <strong>di</strong>s<strong>in</strong>teressato, qu<strong>in</strong><strong>di</strong>.<br />

Ed eccomi a scoprire la crema del fango che mi circonda. Un ragazzo sulla vent<strong>in</strong>a con una testa troppo piccola su<br />

<strong>di</strong> un collo troppo lungo e un cappellaccio sulla sua testa e una trecc<strong>in</strong>a sbarazz<strong>in</strong>a sul cappellaccio. Tipo da quattro<br />

sol<strong>di</strong>, mi <strong>di</strong>co subito. Non solo da quattro sol<strong>di</strong>, ma anche rompiscatole. Si mette a fare delle <strong>in</strong><strong>di</strong>gnazioni e ac -<br />

cusa un poveretto qualsiasi <strong>di</strong> lam<strong>in</strong>argli i pie<strong>di</strong> a ogni fermata. L’altro lo guarda con degnazione, cerca una rispo -<br />

sta che lo geli nel repertorio tutto fare che si deve portare appresso, ma si vede che quel giorno non aveva lo schedario<br />

<strong>in</strong> ord<strong>in</strong>e. Quanto al giov<strong>in</strong>astro, che oramai si aspettava una sberla, approfitta <strong>di</strong> un posto libero per andarsi<br />

a sedere. Sono sceso prima <strong>di</strong> lui e non ho potuto osservarlo piú a lungo. Dest<strong>in</strong>ato a uscire dal tesoro della mia<br />

memoria, ecco però che due ore dopo te lo <strong>in</strong>contro nuovamente e lo vedo, dall’autobus, sul marciapiede a Cour<br />

de Rome; piú sgradevole che mai, che se la spassa con un amico che doveva essere il suo consigliere <strong>di</strong> moda e<br />

che lo consigliava, con la pedanteria <strong>di</strong> un dandy, <strong>di</strong> <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uire la sciancratura del suo soprabito aggiungendo un<br />

bottone supplementare. Tipo da quattro sol<strong>di</strong>, l’avevo ben detto.<br />

Poi entrambi, l’autobus e io, cont<strong>in</strong>uammo per la nostra strada.<br />

54 Sonetto<br />

Tanto gentile la vettura pare<br />

che va da Controscarpa a Ciamperretto<br />

che le genti gioiose a si pigiare<br />

vi van, e va con esse un giov<strong>in</strong>etto.<br />

Alto ha il collo, e il cappello deve stare<br />

avvolto <strong>di</strong> un gallone a treccia stretto:<br />

potrai tu biasimarlo se un compare<br />

iroso <strong>in</strong>sulta, che gli pigia il retto?<br />

Ora s’è assiso. Sarà d’uopo almeno<br />

ritrovarlo al tramonto, quando poi<br />

non lontano dal luogo ove sta il treno<br />

s’<strong>in</strong>contri con l’amico, che gli eroi<br />

della moda gli lo<strong>di</strong>, e non sia alieno<br />

dall’aumentare li bottoni suoi.<br />

55 Olfattivo<br />

In quell’Esse meri<strong>di</strong>ano v’erano, oltre agli odori abituali, puzza d’abati, <strong>di</strong> defunti presunti, d’uova al burro, <strong>di</strong><br />

ghiandaie, d’ascie, <strong>di</strong> pietre tombali, d’ali e <strong>di</strong> flatulenze e petonzoli, <strong>di</strong> pretonzoli, <strong>di</strong> sillabe e water closets, <strong>di</strong> bignami<br />

e colibrí, v’era un sentore <strong>di</strong> collo, giovane e scapicollo, un afrore <strong>di</strong> treccia, un untume <strong>di</strong> rogna, esalazioni<br />

<strong>di</strong> fogna e miasma d’asma, cosí che poco dopo, tra profumi d’issopo, passando alla stazione tra esalazioni d’icone,<br />

sentii l’odore estatico <strong>di</strong> un cosmetico eretico ed erratico, <strong>di</strong> un giov<strong>in</strong>astro emetico e <strong>di</strong> un bottone fetido, maleo -<br />

lente e <strong>in</strong>sipido.<br />

56 Gustativo<br />

Che autobus saporoso! Curioso... Ciascun autobus ha il suo gusto particolare. Luogo comune ma vero, basta pro -<br />

vare, Quello - un S, a voler esser franchi sapeva <strong>di</strong> nocciol<strong>in</strong>a tostata, se capite. La piattaforma, anzitutto, lasciava<br />

sulle papille una traccia <strong>di</strong> nocciol<strong>in</strong>a, non solo tostata, ma pesticciata - e mantecata. E poco <strong>di</strong>stante un buongustaio<br />

- se ve ne fossero stati avrebbe potuto leccare qualcosa <strong>di</strong> salmastro come un collo d’uomo acre sulla trenti -<br />

na. Venti centimetri sopra, un palato raff<strong>in</strong>ato, e <strong>in</strong> cerca d’emozioni, avrebbe goduto della rara esperienza <strong>di</strong> una<br />

tenera treccia al cacao. E poi assaporammo il sale della <strong>di</strong>sputa, l’amaro dell’irritazione, l’asprigno della collera, il<br />

dolciastro della rancorosa viltà.<br />

Due ore dopo, il dessert. Un bottone <strong>di</strong> soprabito, mandorlato.<br />

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