Global Jihad: temi, piste di diffusione e il fenomeno del reducismo ...
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victory against the Soviets re-energized Salafi jiha<strong>di</strong>sm and moved it from a local to a<br />
global struggle: the inward-looking doctrine of bin Laden’s Salafi-Wahhabism was<br />
transformed by the transnational jiha<strong>di</strong>sm of the followers of Qutb» 21 .<br />
Questa nuova <strong>di</strong>mensione panislamista e a-nazionale «risponde anche alla necessità <strong>di</strong><br />
mantenere vivo <strong>il</strong> mito panislamista ma è anche <strong>il</strong> tentativo <strong>di</strong> sfuggire alla riduzione<br />
<strong>del</strong>l’islamismo a fattore locale […] l’ideologia panislamista ha funzionato per molti anni più<br />
da mito <strong>di</strong> riferimento che come pratica effettiva. Ma dopo le dure sconfitte subite negli<br />
scenari nazionali, in particolare in Egitto e in Algeria, gli “internazionalisti” hanno cercato <strong>di</strong><br />
trasformare tale riferimento in progetto politico» 22 . Da qui la ripresa <strong>del</strong>l’idea califfale, con <strong>il</strong><br />
progetto politico <strong>di</strong> un nuovo califfato islamico che superi ogni <strong>di</strong>visione etnica, regionale e<br />
culturale in favore <strong>di</strong> una nuova presa <strong>di</strong> coscienza <strong>del</strong>la umma islamica. Se per anni, i<br />
movimenti islamisti si sono mossi su base nazionale, mirando alla presa <strong>del</strong> potere nei singoli<br />
stati, molto più efficace – e fianco ideologicamente e m<strong>il</strong>itarmente comodo – è stato<br />
deterritorializzare la lotta jiha<strong>di</strong>sta, unendo <strong>il</strong> «nemico interno», «l’empio governante», ai<br />
«crociati cristiani» e al tra<strong>di</strong>zionale «nemico sionista». Lo scontro fra la jah<strong>il</strong>iyya e l’islam<br />
perde ogni valenza geografica e ogni confine, e si fa ideologica e culturale. Se <strong>il</strong> Nemico è<br />
globale e pervasivo, anche <strong>il</strong> jihad deve essere globale e pervasivo, colpendo i nemici <strong>del</strong>la<br />
vera fede ovunque sia possib<strong>il</strong>e e in tutte le forme che siano possib<strong>il</strong>i.<br />
Il complesso significato <strong>del</strong> termine jihad<br />
<strong>Jihad</strong> è un termine <strong>di</strong> lingua araba entrato ormai nel linguaggio comune, spesso tradotto<br />
imprecisamente come “guerra santa” – una guerra che i musulmani dovrebbero combattere<br />
contro “gli infe<strong>del</strong>i”.<br />
Si tratta <strong>di</strong> una interpretazione estremamente limitata e che genera frainten<strong>di</strong>menti. Da un<br />
punto <strong>di</strong> vista f<strong>il</strong>ologico, la parola jihad deriva dalla ra<strong>di</strong>ce jhd, che in<strong>di</strong>ca lo “sforzo”,<br />
“l’applicarsi verso qualcosa”.<br />
Maometto parla <strong>di</strong> jihad come <strong>di</strong> sforzo, <strong>di</strong> impegno sulla via <strong>di</strong> Dio. La dottrina giuri<strong>di</strong>ca<br />
musulmana classica ha poi co<strong>di</strong>ficato quattro modalità in cui è possib<strong>il</strong>e attuare <strong>il</strong> jihad: con<br />
l’animo, con la parola, con la mano e con la spada. I primi tre rimangono nella sfera<br />
<strong>del</strong>l’impegno etico e morale personale – e sono talora definiti come “grande jihad”. Il “piccolo<br />
jihad” sarebbe l’ultimo, ossia quello con la spada.<br />
In ogni caso <strong>il</strong> jihad con la spada è un obbligo che <strong>di</strong> solito attiene alla comunità dei<br />
musulmani (umma), non al singolo in<strong>di</strong>viduo (non vincola cioè tutti i singoli i credenti, ma<br />
21 M<strong>il</strong>itant <strong>Jihad</strong>ism Ra<strong>di</strong>calization, Conversion, Recruitment, «ITAC Presents», 2006, n.4, p.5.<br />
22 Renzo Guolo, Il partito <strong>di</strong> Dio. L’islam ra<strong>di</strong>cale contro l’Occidente, M<strong>il</strong>ano, 2004, pp.88-89.<br />
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