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Global Jihad: temi, piste di diffusione e il fenomeno del reducismo ...

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5. Reclutatori, reclute e reclutamento.<br />

Recenti rapporti provenienti<br />

dall’Europa Centro Settentrionale evidenziano un<br />

incremento <strong>del</strong>la presenza <strong>di</strong> giovani nord africani nei circuiti <strong>di</strong> reclutamento<br />

jiha<strong>di</strong>sta: la maggior parte <strong>di</strong> questi giovani sono nati nel paese <strong>di</strong> accoglienza o<br />

almeno vi abitano fin da bambini, avendo dunque partecipato al porcesso <strong>di</strong><br />

socializzazione <strong>del</strong> paese <strong>di</strong> destinazione <strong>del</strong>l’emigrazione. Le interviste mostrano<br />

spesso persone che sono passate attraverso profonde crisi identititarie, non risolte dai<br />

processi integrativi offerti, che li hanno condotti ad avvicinarsi a un islam ra<strong>di</strong>cale,<br />

frequentemente estraneo alle loro stesse famiglie <strong>di</strong> provenienza. A costoro la rete è<br />

stata tesa da altri immigrati residenti – legalmente o <strong>il</strong>legalmente – per la maggior<br />

parte caratterizzati dall’avere un trascorso da mujahed<strong>di</strong>n, concretizzatosi in qualche<br />

forma <strong>di</strong> istruzione religiosa rigorosa e <strong>di</strong> addestramento m<strong>il</strong>itare nei capi qa’i<strong>di</strong>sti<br />

in Afghanistan. Alcuni <strong>di</strong> questi reclutatori sono combattenti <strong>di</strong> ritorono dal fronte<br />

iraqeno. I luoghi <strong>di</strong> contatto preferiti r<strong>il</strong>evati dagli operatori sul campo sono<br />

solitamente: le moschee più ra<strong>di</strong>cali, i centri islamici, gli internet caffee ma anche le<br />

prigioni: i detenuti stranieri sembrano (almeno così è per l’Olanda sicuramente)<br />

essere <strong>di</strong>ventati tra i target preferiti dei reclutatori. A seguito <strong>di</strong> una <strong>di</strong>sponb<strong>il</strong>ità<br />

mostrata dopo i primi contatti, <strong>il</strong> can<strong>di</strong>dato viene prograssivamente isolato dalla sua<br />

rete abituale <strong>di</strong> amicizie e parentele e sottoposto a un duro processo <strong>di</strong><br />

indottrinamento. Lo stesso processo r<strong>il</strong>evato nelle interviste avute in Kur<strong>di</strong>stan con i<br />

due mujahed<strong>di</strong>n <strong>di</strong> Ansar: “non sono mai stato abbandonato, qualcuno era insieme a<br />

me 24 ore su 24. Per almeno sei mesi. Mi ha accompagnato fino a dove dovevo<br />

saltare….” (Didar Khalid Khaled). Infine <strong>il</strong> processo <strong>di</strong> reclutamento si completa con un<br />

training m<strong>il</strong>itare e si conclude con qualche forma pubblica <strong>di</strong> testimonianza <strong>di</strong><br />

appartenenza: fossa anche l’ultima, l’usuale testamento prima <strong>di</strong> farsi esplodere.<br />

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