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Global Jihad: temi, piste di diffusione e il fenomeno del reducismo ...

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Già negli attacchi a Madrid nel marzo 2004, internet ebbe un ruolo significativo<br />

nell’in<strong>di</strong>rizzare verso specifici target le azioni <strong>del</strong> terrorismo. Per esempio, un<br />

classico sito, caratterizzato dalla usuale volat<strong>il</strong>ità spesso dovuta alle azioni <strong>di</strong><br />

hakkeraggio mirato, è www.al-farouq.com/vb/ dove si pssono trovere le<br />

comunicazione <strong>del</strong> <strong>Global</strong> Islamic Me<strong>di</strong>a Front (GIMF) che annunciava la “al-Qa’ida<br />

University of jihad Stu<strong>di</strong>es.” Ahmad al-Wathiq B<strong>il</strong>lah, <strong>il</strong> cosiddetto “Deputy General<br />

Emir” <strong>del</strong> GIMF, offre allo studente <strong>di</strong> pasare “through faculties devoted to the cause<br />

of the caliphate through morale boosting and bombings,” per questo <strong>il</strong> sito offre<br />

specializzazioni in “electronic, me<strong>di</strong>a, spiritual and financial jihad.”<br />

Secondo Weimann, che insegna comunicazioni alla Università <strong>di</strong> Haifa, <strong>il</strong> numero <strong>di</strong><br />

siti che promuovono <strong>il</strong> terrorismo e la violenza politica, in <strong>di</strong>eci anni è passato da una<br />

dozzina a circa 5.000. Un incremento <strong>di</strong> 400 volte circa, molto più r<strong>il</strong>evante rispetto<br />

all’incremento complessivo dei siti web nel medesimo arco <strong>di</strong> tempo, pari a circa 50-<br />

100 volte. Secondo Weiman i siti <strong>del</strong>l’islamiso ra<strong>di</strong>cale e jiha<strong>di</strong>sti hanno contributo a<br />

questo incremento per <strong>il</strong> 70% circa.<br />

Rispetto alla struttura decentralizzata e frammentata assunta da “al-Qa’ida” internet<br />

non è solo <strong>il</strong> me<strong>di</strong>um perfetto per la comunicazione ma anche incorpora idealmente <strong>il</strong><br />

misto <strong>di</strong> “frammentazione anarchica” che sta caratterizzando <strong>il</strong> jiha<strong>di</strong>smo. Madrid,<br />

Londra, Bali hanno tutti in comune <strong>di</strong> essere attentati messi in atto da forme flessib<strong>il</strong>i<br />

<strong>del</strong>la pseudo organizzazione <strong>del</strong> terrore, aggregazione che si costitutiscono e si<br />

<strong>di</strong>sperdono, <strong>il</strong> cui modus operan<strong>di</strong> medesimo si ritrova nelle geometrie virtuali ed<br />

elusive <strong>del</strong>la rete. Se le cosè stanno così, anche a causa <strong>del</strong>la rete si possono in futuro<br />

aspettare nuovi attcchi terroristci <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>mente prevede<strong>di</strong>b<strong>il</strong>i.<br />

Tornando a Madrid, si ricorda come su uno dei computer ritrovati dopo l’attacco <strong>del</strong><br />

marzo 2004 ci fossero numerosi f<strong>il</strong>e scaricati da siti islamici che mostrano una attività<br />

sistematica <strong>di</strong> ricerca sul web da parte dei terroristi, tra cui <strong>il</strong> noto documento “<strong>Jihad</strong>i<br />

Iraq: Hopes and Dangers,” che circolava sulla rete pochi mesi prima <strong>del</strong> marzo 2004,<br />

in cui si suggeriva la Spagna tra i target degni <strong>di</strong> essere colpiti.<br />

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