Global Jihad: temi, piste di diffusione e il fenomeno del reducismo ...
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franchising <strong>del</strong> terrore e <strong>del</strong> tema jiha<strong>di</strong>sta. Al-Qa’ida <strong>di</strong>viene così non solo una<br />
struttura terroristica, bensì un ombrello strategico, dottrinale e ideologico per una<br />
varietà <strong>di</strong> movimenti, <strong>di</strong> gruppi e per quella gioventù islamica auto-ra<strong>di</strong>calizzata che<br />
funge da serbatoio e da veicolo proliferante <strong>del</strong> jiha<strong>di</strong>smo globale.<br />
Questa gioventù – per lo più ben alfabetizzata e urbanizzata – non è più intercettata<br />
solo dai movimenti islamisti più “istituzionali” e politici: spesso si tratta <strong>di</strong> piccoli<br />
gruppi che si richiamano alla ideologia jiha<strong>di</strong>sta appresa da internet, ma che non<br />
hanno vere guide dottrinali; per l’esegesi <strong>del</strong>le fonti sciaraitiche – <strong>il</strong> Corano e la<br />
Sunna fra tutte – essi spesso semplicemente bypassato gli ‘ulema’ e gli esperti <strong>del</strong>la<br />
legge religiosa ufficiali, preferendo un approccio più in<strong>di</strong>viduale, una manifestazione<br />
<strong>del</strong>la propria fede, basata sul mito <strong>del</strong> martirio e sulla professione religiosa come atto<br />
<strong>di</strong> volontà.<br />
Questa proliferazione <strong>di</strong> nuclei e gruppi jiha<strong>di</strong>sti interessa ovviamente anche <strong>il</strong><br />
nostro continente, con una penetrazione che segue linee e <strong>piste</strong> <strong>di</strong>verse, ma che è<br />
certo favorita da internet e dalla <strong>di</strong>ffusione <strong>del</strong>le notizie, dei proclami e <strong>del</strong>lo stesso<br />
training per le attività jiha<strong>di</strong>ste lungo la rete. Lombar<strong>di</strong> evidenzia bene i vantaggi<br />
<strong>del</strong>le ICT per l’azione jiha<strong>di</strong>sta; l’interconnettività, la comunicazione coperta, la<br />
moltiplicazione <strong>del</strong>le forze e la “sovra-esposizione” dei terroristi; non ultima la<br />
fac<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> raggiungere una molteplicità <strong>di</strong> target, in<strong>di</strong>pendentemente dal sistema<br />
me<strong>di</strong>atico formale. Le ITC permettono anche una propaganda fondamentale per<br />
l’auto-ra<strong>di</strong>calizzazione dei giovani musulmani, tanto nei loro paesi <strong>di</strong> origine quanto<br />
in Europa.<br />
Ma un ruolo molto attivo lo giocano anche i contatti con moschee e centri islamici<br />
penetrati da pre<strong>di</strong>catori ra<strong>di</strong>cali e jiha<strong>di</strong>sti (in Italia è un problema soprattutto<br />
m<strong>il</strong>anese): in questo canale <strong>di</strong> reclutamento, i “reduci”, ossia mujahed<strong>di</strong>n ra<strong>di</strong>cali,<br />
jiha<strong>di</strong>sti e salafiti che hanno partecipato ad azioni terroristiche e <strong>di</strong> guerriglia in uno<br />
dei tanti fronti aperti <strong>del</strong> jihad globale giocano un ruolo molto importante, per<br />
l’effetto imitativo e <strong>di</strong> mimesi, così come per rafforzare la convinzione che <strong>il</strong> jihad<br />
globale possa effettivamente essere combattuto e vinto.<br />
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