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Global Jihad: temi, piste di diffusione e il fenomeno del reducismo ...

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a un polo decisionale unitario definito né legato ad una specifica realtà territoriale), la<br />

stessa ignoranza che circonda uno dei due attori costituisce uno degli elementi<br />

principali che impe<strong>di</strong>scono anche <strong>il</strong> semplice accostamento dei due perio<strong>di</strong> storici.<br />

Benché durante gli anni <strong>del</strong>la Guerra Fredda <strong>il</strong> mondo sia stato vicino come non mai<br />

allo scoppio <strong>di</strong> un conflitto che avrebbe potuto potenzialmente tradursi nella mutual<br />

assured destruction dei due contendenti, la conoscenza <strong>del</strong>le capacità, <strong>del</strong>le strutture e<br />

<strong>del</strong>l’impianto ideologico <strong>del</strong>l’avversario garantiva, <strong>di</strong> fatto, solide basi su cui operare<br />

le proprie scelte strategiche. Si trattava, in sostanza, <strong>di</strong> un mondo pur sempre in<br />

transizione e soggetto a profonde mo<strong>di</strong>fiche, ma dalle “regole” ben definite, che <strong>il</strong><br />

conflitto o<strong>di</strong>erno non contempla.<br />

La peculiarità strutturale <strong>di</strong> al-Qa’ida, <strong>il</strong> suo porsi al centro <strong>di</strong> un sistema con<br />

fondamenta poste tanto nel mondo materiale che sul piano ideologico-religioso e la<br />

sua stessa natura multiforme ed estremamente flessib<strong>il</strong>e impe<strong>di</strong>scono <strong>di</strong> <strong>del</strong>ineare in<br />

maniera precisa e chiara <strong>il</strong> <strong>fenomeno</strong> e, <strong>di</strong> conseguenza, <strong>di</strong> definire con chiarezza la<br />

strategia da adottare. In sostanza, viene a mancare quella conoscenza <strong>del</strong>l’avversario<br />

che era stata un fattore determinante e caratterizzante <strong>del</strong>la Guerra Fredda. Basti<br />

pensare al <strong>di</strong>battito sorto in merito alle reali capacità <strong>del</strong> movimento, alla sua<br />

struttura o alla apparentemente semplice questione relativa alla sua denominazione.<br />

Benché <strong>di</strong> fatti <strong>il</strong> termine al-Qa’ida sia ormai <strong>di</strong> uso comune e associato senza dubbio<br />

alcuno all’organizzazione guidata da Osama bin Laden, esso parrebbe rappresentare<br />

più uno strumento da noi adottato per definire una realtà sfuggente e dai contorni<br />

tutt’altro che definiti, che <strong>il</strong> nome prescelto dal movimento stesso.<br />

Le stesse ra<strong>di</strong>ci <strong>del</strong> termine non contribuiscono a gettar maggior luce sulla questione:<br />

se da una parte infatti esso rimane ancorato al piano materiale, rimandando al<br />

concetto <strong>di</strong> “base”, “casa” o “fondamenta”, dall’altra esso può designare anche una<br />

serie <strong>di</strong> principi, massime e regole. Lo stesso Jason Burke 74 in<strong>di</strong>ca come esso venisse<br />

usato negli anni <strong>del</strong>la battaglia in Afghanistan sia nella sua accezione più materiale -<br />

per in<strong>di</strong>care le basi operative da cui prendevano avvio gli attacchi agli avamposti<br />

74 Si veda Jason Burke, Al-Qaeda: the true story of ra<strong>di</strong>cal Islam, Londra, 2004<br />

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