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Voci del San Vicino Ottobre.indd - CASTRI PIRI VALLES

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Periodico d’informazione e Cultura <strong>Ottobre</strong> 2012 - n.15<br />

Io Io porgea porgea<br />

gli gli orecchi orecchi alla alla tua tua voce voce<br />

ed ed alla alla man man veloce veloce<br />

che che percorrea percorrea<br />

la la faticosa faticosa tela tela<br />

(G. (G. Leopardi) Leopardi)


Divagazioni semiserie<br />

sull’agosto apirano<br />

Se Leopardi che si recava a Roma col postale papale<br />

<strong>del</strong>la Valdichienti avesse invece attraversato la<br />

Vallesina, molto pericolosa allora, per i predoni annidiati<br />

nella gola <strong>del</strong>la Rossa, sarebbe stato meglio<br />

informato su Apiro ed avrebbe potuto inserirlo<br />

nelle sue liriche.<br />

Le sue sudate ed ultime carte di Napoli, dove morì e fu seppellito,<br />

annotano visite a quartieri popolari dove si rimpinzava<br />

di cioccolato e rideva <strong>del</strong>le carezze dei popolani che<br />

strusciavano le sue pronunziate spalle: il gobbo porta fortuna.<br />

“Passata la tempesta” avrebbe cantato il poeta come “La donzelletta<br />

vien dalla campagna” con quel che segue, cioè Festival<br />

infi occati e rumorosi, atti di questo e di quello e quieta rassegnazione<br />

di apirani di ieri di oggi che si sopportano ancora.<br />

Nulla di nuovo sotto il sole.<br />

<strong>San</strong> Salvatore, lassù, “Passero solitario” tenta l’interesse su<br />

nuova mercanzia, nientedimenochè da vita ad una settimana<br />

tematica su canto, ascolti, gregoriano e storia, recital religiosi,<br />

tavole rotonde sul biologico e chi ne ha, più ne metta.<br />

E poi scarpinate per quattro sabati, nel territorio fatto storia,<br />

ieri col girovagare di S.Francesco, oggi col lavoro <strong>del</strong>la<br />

terra nel biologico e tanto altro ancora; la curiosità <strong>del</strong> mini<br />

gruppo partecipante è stata appagata; s’è iniziato dalla visita<br />

al colle di S. Leopardo, all’ antica fontana, si è attraversato<br />

il castello diruto di Favete per concludere al Grottone di<br />

S.Francesco, dove il santo più notti riposò.L’ultimo sabato s’è<br />

visitato anche il tempietto a Maria, sull’Esinante, ex voto per<br />

scampata disgrazia.<br />

“Che bello svegliarsi ed alzarsi presto e contattare il territorio<br />

dei santi e dei disgraziati, <strong>del</strong>la polenta e <strong>del</strong> verdicchio, <strong>del</strong>la<br />

porchetta ed ancora tanto altro e scoprire “che ora è!” mormorava<br />

qualcuno.<br />

Infatti nell’avviso invito a partecipare, non v’era l’ora di partenza<br />

od altro; si diceva, al sorgere <strong>del</strong> sole o al tramonto.<br />

Libri sapienziali notano che l’animale si curva e beve, l’uomo<br />

capisce che può far cavo <strong>del</strong>la mano e porta l’acqua alle lab-<br />

<strong>Voci</strong> dal <strong>San</strong> <strong>Vicino</strong><br />

Periodico trimestrale di informazione e cultura -<strong>Ottobre</strong>- n°15<br />

Direttore Responsabile - Luigi TALIANI<br />

Autorizzazione Tribunale di Ancona n° 19-08.<br />

Sede: Ctr. S. Francesco, 28 - 62021 Apiro (MC)<br />

Email: castri.piri@yahoo.it<br />

redazione.cpv@email.it<br />

web: www.castripirivalles.it<br />

Tel. 0733 611126<br />

Stampa: TIPOLITO ILARI snc<br />

Zona Ind.le Cerrete Collicelli (Cingoli)<br />

t. 0733 602361<br />

2<br />

bra; il cantar “Fratello sole e sorella luna” ci hanno aiutati a far<br />

gruppo, ad informarci alla grande.<br />

Le serate tematiche a S.Salvatore, dicevamo, con l’ambiente<br />

arricchito dal telaio di Modesta ed il percorso <strong>del</strong>la tessitura<br />

cogli attrezzi portati da Avacelli e suoni, canti e commoventi<br />

testimonianze, recital, fi lms pur frequentate da pochi, sono<br />

state defi nite di mottimo livello.<br />

Se l’ode di G. Leopardi “La quiete dopo la tempesta” può connotare<br />

il poco Apiro agostino, ormai sempre quello e meno di<br />

quello, i versi <strong>del</strong>l’ode a Silvia, impegnata al telaio, possono<br />

suggerirci analogie e diff erenze per noi che abbiamo goduto<br />

l’uno e l’altro; direbbe G. Pascoli: “c’è qualcosa di nuovo sotto<br />

il sole, anzi d’antico”; il tutto provocato dai “passeri solitari<br />

di lassù” che propongono l’antipacchiano e vogliono salvare<br />

il monumento.<br />

“Io porgea gli orecchi alla tua voce ed alla man veloce che<br />

percorrea la faticosa tela”, cantava Leopardi; io, mormorava<br />

un vecchio docente seduto al mio fi anco, che non si è perduta<br />

una serata “sono in crisi e di umore nero” perchè fi gli, nipoti<br />

e pronipoti non sanno un...<br />

Vero è che si medita dinanzi a crocifi ssi, si sbraita in sempre<br />

più sgamgherate sagre di mediocre gusto, si urla contornati<br />

da diff usori rompitimpani, ma sempre più esiguo è il gruppo<br />

di chi ode la voce dei morti, il suono e sapore <strong>del</strong>la terra, la<br />

man veloce <strong>del</strong>la pianista, <strong>del</strong>la tessitrice, <strong>del</strong>la memoria viva,<br />

<strong>del</strong>la fatica dura.<br />

Intanto il museo <strong>del</strong>la memoria futura, programmato in<br />

S.Salvatore fa bella mostra di sè; e Modesta, l’ultima decantata<br />

tessitrice di Apiro è appagata perchè ENZO, MARIA E<br />

GIULIANA, i fi gli suoi, hanno fatto tanto.<br />

Sognando insieme, i sogni diventano realtà.<br />

Quelli <strong>del</strong>la SSS,<br />

gruppo spontaneo<br />

“Salviamo <strong>San</strong> Salvatore”<br />

Una copia: € 3.00;<br />

Abbonamenti annuali Ordinario: € 15,00<br />

Sostenitore: € 20,00<br />

Benemerito: € 30,00<br />

È possibile abbonarsi presso:<br />

Uffi ci Postali:<br />

C.C.P. 1005754849<br />

intestato a ASSOCIAZIONE CULTURALE <strong>CASTRI</strong> <strong>PIRI</strong> <strong>VALLES</strong><br />

Ctr. S. Francesco, 28 - 62021 Apiro (Mc)<br />

Bonifi co Bancario<br />

Presso la Vs. Banca - Bonifi co sul CC intestato a Casti Piri Valles<br />

IBAN: IT83 Y08549 68800 000090100662


L’Istituto Comprensivo “Coldigioco”<br />

Apiro<br />

Sarà presente in <strong>San</strong> Salvatore con cori dialoghi e canzoni plurilingue per<br />

le tradizionali manifestazioni di Natale, improntate alla multiculturalità e<br />

alla solidarietà, tenuto conto <strong>del</strong>la corposa presenza di estracomunitari non<br />

cattolici nelle scuole, sulla scia <strong>del</strong>l’esperienza <strong>del</strong>lo scorso anno.<br />

La scuola di musica, recentemente costituita, scaturita dagli incontri di<br />

maggio, è lieta di collaborare.<br />

<br />

<br />

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ECCOVI DIECI PAGINE DI NON SOLO SPONSOR MA COLLABORATORI:<br />

Scuole, Industriali, Artigiani, Aziende Agrarie, Ristoranti ed amici<br />

tutti per crescere nell’amore <strong>del</strong> territorio<br />

3


Dalle tue parti,<br />

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Conto Bancario <strong>del</strong>la Castri Piri Valles:<br />

IBAN: IT83 Y08549 68800 000090100662


Madonna <strong>del</strong>la Fonte 3/c, | 62021 Apiro (MC) Italy<br />

tel. +39 0733.611824<br />

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5


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10


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e trapunte<br />

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11<br />

PREVENTIVI<br />

A RICHIESTA


Punto vendita di Cingoli:<br />

Via G. Cerquetelli, 5<br />

62011 - Cingoli (MC)<br />

tel.: 0733 603546<br />

Punto Vendita di Apiro:<br />

Via Trento<br />

62021 - Apiro (MC)<br />

tel.: 0733 611549<br />

Un’ azienda che nasce dall’amore di costruire case di Floriano Zannini e soprattutto<br />

dalla caparbietà di una donna di grande tenacia, Delsere Rosalba che dal 1990,<br />

ha dato la linfa vitale all’attività sita in Cingoli (via G.Cerquetelli, 5)<br />

in un crescendo di esperienza e competenza.<br />

Dal 1990 al 2009, anno di apertura <strong>del</strong> secondo punto vendita in Apiro (Viale Trieste1),<br />

con l’inserimento di volta in volta <strong>del</strong>le tre fi glie: Morena, Manuela e Loretta,<br />

l’attività migliora di anno in anno il suo servizio al cliente.<br />

Nei due punti vendita infatti, si trovano un’immensa gamma<br />

di articoli a soddisfazione di ogni esigenza: dalla ferramenta, all’idraulica,<br />

dall’edilizia al materiale elettrico, ai casalinghi e... da qualche tempo ormai anche ricambi<br />

per l’attrezzatura agricola. E... riprendendo da E.Rogers, con uno slogan tipico <strong>del</strong>l’architettura...<br />

dal cucchiaio alla città...in R.D. Zannini<br />

si può dire...dal cemento ad ogni novità...il mondo <strong>del</strong>la casa e <strong>del</strong> lavoro.<br />

R.D. Zannini integra idee, persone, tecnologie per valorizzare e sviluppare la<br />

conoscenza umana e culturale <strong>del</strong> nostro territorio.<br />

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12<br />

info@rdzannini.com


PREVENTIVI A RICHIESTA<br />

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13


Emilio, <strong>San</strong>dra e<br />

famiglia t a<br />

dal 1965 pane ieri<br />

vi dicono che pane,<br />

pizza, ciambelle e<br />

dolci di Apiro<br />

sono i migliori<br />

<strong>del</strong> mondo<br />

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Via <strong>del</strong> Li ello, 4 - APIRO / Via T. Pelleoni, 2 - APIRO<br />

Tel. 0733 611558 Tel. 0733 611228<br />

14


Democrazia<br />

partecipata<br />

Di fronte ad uno scenario politico che investe il nostro Paese ci si<br />

pone la domanda:che fare? Spesso siamo spettatori disincantati<br />

che si rifi utano di accettare una simile situazione rifugiandosi<br />

in lamentele sterili e in una disaff ezione verso la politica. Ciò<br />

che piè preoccupa è che sono i giovani per lo più ad allontanarsi<br />

sempre di più da un interesse per una gestione <strong>del</strong>la cosa pubblica. Quando<br />

alla fi ne <strong>del</strong> primo anno <strong>del</strong>la guerra <strong>del</strong> Peloponneso Pericle dovette dedicare<br />

un omaggio funebre ai caduti,egli iniziò un superbo epitaffi o in cui ricordava<br />

agli Ateniesi la loro identità e il motivo <strong>del</strong>la supremazia incontrastata su<br />

tutte le altre popolazioni greche. Ad un certo punto cosi defi nisce lo statuto<br />

dei cittadini:”Ci facciamo carico degli aff ari privati come <strong>del</strong>le pubbliche incombenze(....)<br />

siamo infatti i soli a considerare chi non se ne interessa persona<br />

non innocua ma inutile”. Per un antico greco essere uomo voleva dire essere<br />

cittadino e la partecipazione alla vita democratica era considerata di primaria<br />

importanza. Ponendo una ragionevole distanza tra noi e il mondo classico,è<br />

interessante notare come i principi di fondo che animarono il nostro Stato non<br />

siano cambiati e nel nostro caso la realizzazione <strong>del</strong>la Re pubblica o meglio<br />

letteralmente “cosa pubblica” nasce dalle ceneri di un’Italia schiavizzata in cui<br />

la libertà era prostrata. A maggior ragione ognuno dovrebbe essere orgoglioso<br />

di dare il proprio contributo alla direzione <strong>del</strong> Paese,attraverso il voto,ed invece<br />

assistiamo ad un fenomeno <strong>del</strong>la portata quasi irreversibile, l’astensione e il disinteressamento<br />

<strong>del</strong> cittadino nei confronti <strong>del</strong>la politica. Allora ecco la sfi da di<br />

chi è spinto a dedicare il proprio impegno oggi sta nel riconquistare il singolo,<br />

infondendogli nuovamente fi ducia nelle istituzioni diroccate e scrostate. Occorre<br />

allora una ristrutturazione radicale che le investa di responsabilità rischiarate<br />

dai fulgidi valori <strong>del</strong>la più autentica testimonianza cristiana.<br />

Luigi Taliani - direttore<br />

15<br />

INDICE<br />

Divagazioni semiserie p. 2<br />

Sponsors: GRAZIE! p. 3 - 14<br />

Democrazia partecipata p. 15<br />

Comunicati <strong>del</strong>la CPV p. 16<br />

Cronache propositi e tanto altro<br />

p. 17<br />

Educatori a convegno p. 18<br />

Emigrati a convegno p. 19<br />

Tre anni di lavori lassù p. 20<br />

Modesta e il suo talento p. 21<br />

Apiro e le biomasse p. 22<br />

Il lievito di Birra p. 23<br />

Caritas Apiro p. 24<br />

Dagli archivi p. 24 - 25<br />

Quando i tagli colpivano la Rocca di<br />

Serra S. Quirico p. 25<br />

Zobicco pensa p. 26<br />

Sponsors: GRAZIE! p. 27<br />

Foto eventi! p. 28<br />

Quelli di S. Isidoro a convegno<br />

Oasi - Coste di Staffolo<br />

14 <strong>Ottobre</strong> 2012


Comunicati <strong>del</strong>la CPV<br />

lunedì 10 settembre 2012<br />

Riunione straordinaria <strong>del</strong>la CPV, necessaria per <strong>del</strong>iberare<br />

con urgenza quanto segue:<br />

1. Nomina a Vice Presidente <strong>del</strong>la CPV nella persona<br />

Loccioni Giovanni<br />

2. Affi do di pratiche a legale competente per trasformare<br />

la CPV da Associazione a Fondazione e redigire le<br />

carte uffi ciali per Equitalia e SIAE<br />

3. Sollecito al Parroco di Apiro; chiarimenti sul comodato<br />

di S.Savatore<br />

4. Approvazione <strong>del</strong> bilancio consuntivo e preventivo<br />

<strong>del</strong>la CPV, ad interim affi dato allo Studio Meri Pastori<br />

5. Approvazione a tutt’oggi di comunicazioni ed atti<br />

uffi ciali a fi rma <strong>del</strong> Presidente e/o <strong>del</strong> Direttivo <strong>del</strong>la<br />

CPV<br />

6. Facoltà ai Soci fondatori di visura degli atti depositati<br />

presso lo studio menzionato o/e presso il ns. archivio<br />

7. Facoltà <strong>del</strong> Direttivo di accettare donazioni a favore<br />

<strong>del</strong>la CPV<br />

8. Approvazione <strong>del</strong>l’operato precedente a fi rma <strong>del</strong><br />

Presidente<br />

9. Nomina di un legale rappresentante che difenda<br />

l’operato <strong>del</strong> Direttivo per l’avvenire, secondo nuove<br />

norme vigenti<br />

10. Nomina di Gianfranco Mariotti ad aiutante di<br />

segreteria.<br />

Nota<br />

Il regolamento statuto <strong>del</strong>la CPV associazione culturale,<br />

non risulta idoneo, a detta dei giuristi, per operare in S.<br />

Salvatore; urge pertanto trasformare la CPV da associazione<br />

in Fondazione, cosa che si può realizzare solo con l’apporto<br />

<strong>del</strong>la parrocchia, proprietaria <strong>del</strong>l’immobile;<br />

A tutt’oggi in S. Salvatore la CPV ha investito l’ammontare<br />

di 50.000 Euro c.a.<br />

I consensi sul lavoro svolto sono stati plurimi e qualifi cati<br />

ne citiamo uno per tanti, quello <strong>del</strong> Comprensorio<br />

16<br />

Scolastico Coldigioco che ormai da un anno scolastico usa<br />

S. Salvatore come ambiente tecnicamente adatto per le<br />

iniziative teatrali e musicali.<br />

La Rivista trimestrale, l’acquisizione di Sponsors (sui<br />

generis) e cioè entusiasti ammiratori per quanto si fa,<br />

sull’ormai perduta tradizione <strong>del</strong>l’associazionismo di Apiro,<br />

che una volta era vanto <strong>del</strong>le parrocchie, è una realtà di<br />

chi prende coscienza che il territorio dove viviamo non è<br />

patrimonio dei politici “civili o religiosi”, tutti transeunti,<br />

ma nostro, vera eredità dei nostri padri.<br />

Il “Fondo sponsoriale” per gestire S.Salvatore, almeno per<br />

dieci anni, già pronto ed in attesa di uffi cialità, ci consiglia<br />

di raggiungere quanto prima gli l’obiettivi sopra elencati,<br />

in primis, quello di trasformare, ripetiamo, l’Associazione<br />

in Fondazione con facoltà di agire nella legalità in“utroque<br />

Jure” e cioè nell’osservanza <strong>del</strong> diritto civile ed ecclesiastico.<br />

Su quanto trattato il direttivo <strong>del</strong>la CPV esprime parere<br />

favorevole e sottoscrive.<br />

Si pubblica perchè lettori, estimatori e tutti siano informati.<br />

Il presidente<br />

I catechisti di Lucrezia discutono<br />

servizio a pag. 18


Cronache, propositi e tanto altro<br />

Gli amici <strong>del</strong>la “Botte” di Apiro e la CPV<br />

promuovono la valorizzazione <strong>del</strong> territorio<br />

Salve a tutti, sono A<strong>del</strong>e Bini presidente <strong>del</strong>l’associazione<br />

“Gli amici” <strong>del</strong>la Botte che in collaborazione<br />

con l’associazione culturale “Castri<br />

Piri Valles” ha partecipato nel mese di agosto<br />

alle diverse scarpinate organizzate non solo per<br />

il fi ne religioso ma anche per riscoprire il nostro territorio.<br />

La nostra associazione ha anche come scopo quello di<br />

promuovere i prodotti tipici locali, ma soprattutto di valorizzare<br />

il territorio.<br />

I nostri associati si sono dimostrati sempre pronti a rimboccarsi<br />

le maniche, tutto questo senza scopi di lucro, ad<br />

esempio abbiamo continuato ad organizzare con discreto<br />

successo l’ormai trentennale Sagra <strong>del</strong>la Porchetta che per<br />

mancanza di collaboratori era stata sospesa.<br />

Partecipando alle scarpinate mi sono accorta <strong>del</strong>lo stato<br />

di degrado che caratterizza il nostro territorio, parliamo<br />

<strong>del</strong> “rione Botte” in Apiro. Se da un lato ci sono fortunatamente<br />

<strong>del</strong>le realtà aziendali che tutti i giorni fanno dei<br />

sacrifi ci per portare avanti la tradizione agricola familiare,<br />

da un altro si assiste alla decadenza di strutture storiche<br />

che veramente sono stati elementi fondamentali per chi ci<br />

ha preceduto.<br />

Il primo sabato siamo partiti all’alba dalla chiesa di <strong>San</strong><br />

Leopardo ritrovandoci grandi e piccini, residenti nella<br />

zona e non. Questa chiesa era il vanto <strong>del</strong>la nostra zona<br />

rurale, ma vedendola adesso ci sono venuti in mente molti<br />

interrogativi, è un vero peccato lasciare che le strutture<br />

storiche di questa entità vengano dimenticate così. Continuando<br />

con la nostra passeggiata abbiamo visitato l’azienda<br />

<strong>del</strong>la mia famiglia che si trova in località Favete “Soc.<br />

Agricola Bini” che oltre ad occuparsi <strong>del</strong>la coltivazione<br />

di cereali e foraggi, viticultura, allevamento ha anche un<br />

punto vendita dal produttore al consumatore di carni bovine<br />

suine insaccati e porchetta. Dopo una pausa ricreativa<br />

siamo andati a visitare la “Fonte di Bracò”, la famiglia<br />

Bini storicamente era soprannominata Bracò. Sono stati<br />

raccontate parecchie storie e fatti avvenuti nei pressi di<br />

questa struttura, che ha subito l’ultimo restauro nel 1888,<br />

ma ad oggi avrebbe bisogno di un bel ritocco. Davanti a<br />

questa fontana abbiamo pensato di porre una targa per<br />

informare i viandanti <strong>del</strong>l’importanza che ha avuto nel<br />

passato.<br />

Abbiamo proseguito il nostro cammino facendo una sosta<br />

davanti alla fi guretta “Caporasanti”, al mulino per poi<br />

terminare il percorso presso il “Grottone di S. Francesco”.<br />

Quest’ultimo altro luogo interessante da valorizzare.<br />

Nei sabati successivi sono state visitate la chiesa <strong>del</strong>l’Acquarelle<br />

e quella di S. Biagio, che per fortuna grazie alle<br />

17<br />

cure dei credenti residenti nelle zone limitrofe non sono<br />

in uno stato di abbandono e degrado.<br />

Concludendo vi invito tutti a recarvi in questi luoghi ricchi<br />

di tradizione religiosa e gastronomica, ma soprattutto<br />

mi auguro che certi beni storici sopra citati non vengano<br />

abbattuti o lasciati in mano a sprovveduti che solo per<br />

motivi strettamente economici ne farebbero perdere la<br />

loro imponenza.<br />

Purtroppo oggi il progresso e lo sviluppo ci spingono a<br />

guardare solo avanti, ma nel rispetto <strong>del</strong>le nostre origini<br />

e dei nostri antenati sarebbe bene ripensare anche al passato.<br />

A<strong>del</strong>e Bini


I gruppo educatori <strong>del</strong>la parrocchia<br />

di Lucrezia a convegno anche in Apiro<br />

Si è svolto dal 1° al 5 agosto, presso “Casa Cruciani”<br />

di Serra <strong>San</strong> Quirico, una quattrogiorni di formazione<br />

<strong>del</strong> Gruppo degli Educatori <strong>del</strong>la Parrocchia<br />

<strong>San</strong> Apollinare di Lucrezia (PU).<br />

In questo decennio (2010-2020) che la Chiesa Italiana<br />

dedica all’educazione, così come stanno facendo tante<br />

altre parrocchie, anche la nostra di Lucrezia ha voluto dare<br />

uno spazio rilevante alle esperienze estive, rivolte soprattutto<br />

a chi, giorno dopo giorno, si mette a servizio dei più piccoli,<br />

per poter approfondire, attraverso il Campo Educatori parrocchiale,<br />

quella che è la loro chiamata.<br />

Il tema sul quale abbiamo deciso di viaggiare in quei giorni<br />

è stato “… e <strong>del</strong> cuore chi si prende cura ? Apprendere l’arte<br />

di emozionare.” È stato un viaggio formativo che ci ha<br />

condotto a scoprire il profondo signifi cato dei nostri gesti, i<br />

colori <strong>del</strong>la voce e la signifi cativa capacità di espressione <strong>del</strong><br />

nostro corpo.<br />

Il campo scuola è certamente un’esperienza all’interno <strong>del</strong>la<br />

quale vengono approfondite le relazioni tra le persone, dove<br />

vengono analizzati temi importanti e dove vengono dedicate<br />

anche alcune ore allo svago e al divertimento.<br />

Dallo questo ultimo punto di vista, divertente e formativa<br />

è stata l’esperienza vissuta presso il Parco Acquatico “Eldorado”<br />

ad Apiro: divertente, perché abbiamo potuto usare<br />

Eccoli... a festeggiare all’Eldorado<br />

18<br />

il tempo trascorso nelle piscine come momento di svago e<br />

amicizia; formativo, perché osservando l’animazione ivi proposta<br />

abbiamo potuto confrontarci con nuove metodologie e<br />

così formarci. Alla Direzione <strong>del</strong> Parco Acquatico va ancora<br />

il nostro simpatico ringraziamento per la generosa opportunità<br />

che ci è stata off erta.<br />

Interessante è stata poi la visita alla struttura di <strong>San</strong> Salvatore<br />

di Apiro, dove ad accoglierci è stata la Castri Piri Valles<br />

e alcuni simpatici amici dove Don Elvio con grande energia<br />

e creatività ha messo alla prova il nostro essere educatori,<br />

facendoci simulare situazioni nelle quali siamo chiamati a<br />

svolgere il nostro compito (NDP è stato capace?).<br />

Un grazie, infi ne, va a tutte quelle belle persone di Serra <strong>San</strong><br />

Quirico e di Apiro che abbiamo incontrato durante questa<br />

esperienza formativa; grazie per la loro disponibilità e per il<br />

prezioso aiuto che ci hanno permesso di vivere momenti di<br />

formazione indimenticabili.<br />

Giovanni Nicotra<br />

Ancora un<br />

“grazie carico<br />

di simpatia” !!!


Emigrati residenti amici e parenti, originari<br />

<strong>del</strong>le frazioni tra i due fossi, Cotone ed Esinante,<br />

si raccontano duecento anni<br />

Qualcuno li chiama “I <strong>San</strong>t’Isidorà”, dal nome<br />

<strong>del</strong>la chiesa di S.Isidoro, altri si dicono quelli<br />

dall’Arsicci o i Faetà o de “I Canà” e di altre<br />

frazioni. Quest’anno il ristorante Oasi di<br />

Coste di Staff olo li ha ospitati in cento il 14<br />

ottobre.<br />

Sono giovani e forti nello spirito, senza etichette, ma tutti , di<br />

rigore, ricchi di memoria e di devozione per i luoghi lasciati<br />

come emigrati<br />

Al primo raduno, cinque anni fa, erano in pochi, il gruppo<br />

crebbe e di sicuro crescerà ancora perchè la memoria viva,<br />

quella <strong>del</strong>le tradizioni <strong>del</strong>la madre terra non morirà come<br />

non sarà mai soff ocata la cultura di provenienza; chi predica<br />

e dice di credere nell’integrazione sa di non essere nel vero;<br />

l’integrazione dei popoli, dice un teologo di chiara fama, è<br />

una eresia purtroppo non denunciata ed un falso storico.<br />

Peraltro le contrade tra i due fossi, Esinante e Cotone, per<br />

il territorio di Apiro Maccarone-S.Isidoro-Arsicci-Favete-<br />

Morizozzi (per citarne alcune) erano le colonne portanti<br />

<strong>del</strong>l’economia apirana al tempo.<br />

“Avevamo dieci chiese, quattro o cinque scuole, tante feste, questue,<br />

scartocciate, circoletti, botteghe, allegria”...<br />

Poi saltarono , in molti, fossi , comuni, provincie; l’esodo <strong>del</strong><br />

dopoguerra fu enorme; si era allora in 1500; oggi in queste<br />

contrade risiedono 200 persone e qualche extracomunitario.<br />

La memoria va anche alle suddivisioni in contadini(mezzadri),<br />

padroni e padroncini e casannaulanti(nullatenenti).<br />

La memoria rimbalza nei proverbi di allora e fa da padrona<br />

in serrati dialoghi: “Tu staciji a contadì?”; “sì, quanno non rigao<br />

a paja nova, dicio a u frustu-ajudeme fi no a paja noa...”, cioè si<br />

trebbiava alla buona, col frustu per qualche infornata di pane,<br />

senza rubare... la semola serviva per ingrassare il maiale, che<br />

super partes era a metà.<br />

E tu?<br />

Piccolo coltivatore diretto:” Mejo a scarpì che a spartì”!<br />

Tutti oggi si parla al presente, ivi compreso quelli classe<br />

1931 che si vanta di aver frequentato la prima elementare a<br />

S.Isidoro nel 1937 e parla di 150 fa.<br />

La terra di provenienza, per l’emigrato, è paradiso perduto.<br />

“Oggi ho questo e quello; ...ma chi sono dove sto?”.<br />

Tutti giurano di starci anche per il prossimo anno; sembra<br />

accordato anche il benestare di Domineddio, con un anno<br />

di vita in più, semmai; dove? C’è tempo per pensarci; tutti<br />

vogliono una Messa a S.Isidoro<br />

Un anzianotto tra loro si impegnata a vivere ed organizzare<br />

la cosa, magari in territorio neutro o in zona di confi ne.<br />

Arrivederci a tutti!<br />

Giovane cronista classe 1931<br />

19<br />

I suonatori <strong>del</strong>le scartocciate<br />

Foto di Gruppo a pagina 15


Tre anni di lavoro lassù<br />

Quanto abbiamo raccolto dalla viva voce di “cristiani <strong>del</strong><br />

dissenso” e noi ve lo proponiamo a forma di lettera<br />

Cari lettori<br />

Sapete molto bene , cioè... abbastanza<br />

disinformati, che siamo a cinquant’anni<br />

dal Concilio, quello voluto da Papa<br />

Giovanni Roncalli, che venne più volte<br />

a Loreto, che non scomunicò nessuno, che chiese<br />

ai preti di lasciare la tonaca in sagrestia e vestirsi<br />

decentemente etc...ed a poco meno di cinquant’anni<br />

dalla revisione <strong>del</strong> Concordato con la chiesa (quello<br />

<strong>del</strong> governo Craxi,1984; il primo fu quello di Mussolini<br />

<strong>del</strong> 1929) che concordò col Papa la redistribuzione<br />

di prebende e parrocchie in Italia. Il sapere<br />

molto bene oggi signifi ca seguire l’andazzo di quanto<br />

ci propinano i media , i dibattiti, quasi sempre di<br />

dubbia qualità, approssimativi nell’informazione.<br />

Quanto si scrive su concilio e concordato è men che<br />

perfetto, ma non fuorviante; nell’intenzione nostra è<br />

contributo stimolante al popolo credente cristiano a<br />

vedere dentro le nostre cose, di comunità abbarbicate<br />

a territori ricchi di storia, di monumenti, di tradizioni e gestirli<br />

“in comunione dialogante coi preposti alle parrocchie”,<br />

sul territorio italiano.<br />

Nel presentarvi questo numero <strong>del</strong> trimestrale - ci scusiamo<br />

di essere un pò in ritardo sulla tabella di marcia - vorremmo<br />

Musica classica di grande qualità<br />

20<br />

Talent Show: diventeranno famose<br />

invitarvi a considerare benevolmente ed anche criticamente<br />

quanto fa la nostra e vostra Associazione, da qualche tempo<br />

quassù, in S.Salvatore.<br />

In breve, ve lo ripetiamo, che la struttura ridotta a rudere<br />

dall’incuria, fu rinsaldata con pubblico danaro (ecco perchè<br />

si è accennato a Concili e Concordati),<br />

ricevuta “nuda”, dopo essere stata proposta<br />

a ben più potenti realtà aggreganti<br />

di Apiro e rifi utata, oggi risulta un buon<br />

“contenitore culturale”, aula mediatica,<br />

sala da concerto, museo. Lo è divenuta<br />

in appena tre anni; gli investimenti ammontano<br />

a 50 mila euro, tutti ripianati.<br />

Non più dunque “chiesa de a morte”, anche<br />

se i morti sono stati privati di qualche<br />

servizio di suff ragio.<br />

Le cose van bene, ma non troppo.<br />

Si hanno diffi coltà di dialogo, sovrapposizioni,<br />

inviti a tacere e non fare quando<br />

altri fanno perchè si disturba.<br />

Quale avvenire per S.Salvatore?<br />

E’ logico che quanti propongono tematiche<br />

non stuzzicanti diano fastididio<br />

“Povera e nuda t’en vai fi losofi a!!! Dicevano<br />

gli antichi, ma il sommo poeta ci<br />

ammonisce col dirci “Messo t’ho innanzi,<br />

omai per te ti ciba” (Par. Canto X v. 10)<br />

Bravi quelli che non ci lascian soli.<br />

Opinioni ascoltate<br />

e redatte a forma di lettera


Modesta e il suo telaio nella memoria<br />

<strong>del</strong>la famiglia<br />

Questo telaio è appartenuto a Modesta<br />

Binanti in Ciampichetti ed è<br />

stato realizzato con legno di quercia<br />

dalla ditta Tarabello, bravi costruttori<br />

di carri agricoli (birocci), nel<br />

1955.<br />

Il legno proveniva da una quercia <strong>del</strong> podere<br />

in via Spescia n. 5 appartenente a Don Filippo<br />

Andreani, conosciutissimo sacerdote di Apiro,dove<br />

Ciampichetti Agostino con i suoi fi gli ne sono stati<br />

i mezzadri per quasi quarant’anni.<br />

Questo telaio è stato molto importante per la<br />

famiglia di Attilio e Modesta, in quanto a quei<br />

tempi, per mancanza di denaro, bisognava cercare<br />

di farsi in casa tutto il possibile per il fabbisogno<br />

familiare. Le donne sono state le protagoniste assolute per<br />

quanto riguarda il genere stoff e e manifattura di esse. Anche<br />

Modesta si è prodigata nella tessitura e con molta passione<br />

ha realizzato con questo telaio : stoff e di canapa per sacchi,<br />

di cotone per lenzuola e coperte per fare la dote per le sue<br />

fi glie. Ha realizzato anche stoff e per pantaloni da lavoro e<br />

anche un paio di vestiti blu di misto lana per la festa, tanti<br />

canovacci, asciugamani e grembiuli; sono stati tessuti anche<br />

alcuni teli per la realizzazione di gonne per il nostro gruppo<br />

folkloristico,commissionate dall’allora Presidente Remo<br />

Piersigilli.<br />

In ogni modo a giudizio di noi fi gli i veri capolavori sono le<br />

coperte in cotone e misto lana come si può notare da questo<br />

campione ancora montato. Ad un certo momento, a causa<br />

degli spostamenti <strong>del</strong>la famiglia, il telaio, per mancanza di<br />

21<br />

spazio, venne smontato e accantonato per alcuni anni. Fu<br />

merito di Giovannino Vici che lo volle per allestire il carro<br />

<strong>del</strong>la sua contrada in occasione <strong>del</strong>la festa <strong>del</strong>la polenta.<br />

Allora , Modesta, con il fattivo aiuto di suo marito Attilio,<br />

pensò di montarci l’ordito per la tessitura di coperte.<br />

Nel frattempo Attilio e Modesta avevano realizzato il sogno<br />

<strong>del</strong>la loro vita: la costruzione <strong>del</strong>la loro casa e così fu trovato<br />

lo spazio per il telaio e hanno continuato la loro opera fi nché<br />

hanno avuto lo spazio per fare l’orditura, tessendo coperte<br />

oltre che per i tre fi gli anche per i sette amatissimi nipoti.<br />

Modesta ha imparato ha tessere prima <strong>del</strong>la seconda guerra<br />

mondiale su un telaio simile a questo, fatto costruire dal<br />

padre Ernesto Binanti dagli stessi Tarabello quando era<br />

ancora ragazzina, ma si presentava la necessità di farsi la dote<br />

come era usanza di quei tempi fi no agli anni ’70.<br />

Si ricorda che Ernesto fece andare in casa sua a<br />

Castel S. Pietro di S. Severino M. il sig. Tarabello<br />

che realizzo il telaio sul posto. Quel telaio è visibile<br />

presso il museo <strong>del</strong>i attrezzi di Serra Petrona.<br />

Una volta sposata ed entrata a far parte <strong>del</strong>la<br />

famiglia Ciampichetti in Apiro ha continuato<br />

a tessere per tutta la numerosa famiglia con il<br />

telaio trovato in casa fi no a quando, nel 1954,<br />

con il marito Attilio e i due primi fi gli Enzo e<br />

Maria, intrapresero l’avventura <strong>del</strong>la vita per<br />

conto proprio, aggiungendo poco dopo questo<br />

telaio come pezzo importantissimo per la crescita<br />

<strong>del</strong>la loro famiglia divenuta poi di tre fi gli, con la<br />

nascita di Giuliana, poi sette nipoti e continua.<br />

Era molto contenta quando le insegnanti <strong>del</strong>la<br />

scuola elementare, media di Apiro le chiedevano<br />

di poter mostrare agli alunni come si usava il<br />

telaio; persino una classe <strong>del</strong>l’Istituto “P. Cuppari”<br />

di Jesi è venuta a vedere il telaio.<br />

Famiglia Ciampichetti


Apiro - prima fi la nel discorso<br />

<strong>del</strong> biomasse<br />

Dopo il voto in Regione: «Centrali a biogas,<br />

perché il nostro no»<br />

A rischio sarebbero la salute dei cittadini e<br />

la trasformazione dei campi in “paludi” con<br />

i materiali di risulta, con un’agricoltura sempre<br />

meno di qualità<br />

Nonostante il via libera dato dalla Regione agli impianti già<br />

iniziati prima di maggio di quest’anno sul biogas continua<br />

una forte guerra tra opinione pubblica e Regione. Lo stesso<br />

coordinatore dei trenta comitati contro il biogas Adriano<br />

Mei si è scagliato contro le centrali ed il voto <strong>del</strong> Consiglio<br />

regionale, che solo su un 22 a 17 ha permesso di ottenere<br />

l’assenso. Nel frattempo si infi ammano le piazze dove si radunano<br />

i sostenitori dei comitati ed Adriano Mei continua a<br />

spiegare le ragioni di chi dice no, come ha fatto nelle ultime<br />

settimane a Matelica, Jesi, Fano, Senigallia. Un intervento<br />

sempre chiaro, ben <strong>del</strong>ineato e senza usare parole eccessive<br />

o uscire dalle righe, Adriano Mei, spiega da subito che la<br />

«nostra non è una battaglia ideologica, ma sui fatti». «Stiamo<br />

parlando di un business su 30 centrali nelle Marche da 600<br />

milioni di euro nel complesso – ha spiegato Mei – e , quindi,<br />

dobbiamo aspettarci ancora molte sorprese e retromarce, ma<br />

vi assicuro che dopo questa lunga ed aspra guerra, a spuntarla<br />

saremo noi». L’intervento di Mei parte sempre da tre<br />

22<br />

domande: «Serve la centrale? Verranno rispettate le migliori<br />

tecnologie esistenti nella costruzione? E se sì per le prime<br />

due, vengono rispettati i diritti dei cittadini?».<br />

Alla prima domanda Mei ha risposto dicendo che «nelle<br />

Marche le centrali a biogas sono state recepite non come<br />

integrative, ma come sostitutive per il materiale di risulta (in<br />

Trentino ad esempio è l’esatto contrario, con tutte piccole<br />

centrali molto utili). L’unica centrale che risolve un problema<br />

nelle Marche è quella di S. Angelo in Vado, di proprietà<br />

di Luzi, Presidente di Coldiretti. Altrove invece si coltiva o<br />

si coltiverà la terra per produrre rifi uti e li si pagherà pure:<br />

è schizofrenia! Senza incentivi infatti, in futuro, pensate che<br />

l’imprenditore pagherà o si farà pagare poi per bruciare i rifi<br />

uti? Attenzione, poi ci possono essere trasformazioni come<br />

accaduto anche a Jesi, dove la Multiservizi ha fatto richiesta<br />

per bruciare anche altro materiale».<br />

Mei ha poi sottolineato che «per fare 600 milioni di euro<br />

queste centrali si rivolgeranno al GSE che darà loro 28 centesimi<br />

al watt per 15 anni, ma siccome gli incentivi energetici<br />

sono soldi pubblici, è lì che li colpiremo e faremo più male,<br />

in quanto le norme costituzionali e le direttive comunitarie<br />

prevedono determinati punti da rispettare che in questo<br />

caso non sono stati rispettati. Parlo degli articoli 9 <strong>del</strong>la Costituzione<br />

(diritto alla tutela <strong>del</strong> paesaggio con la legge 387


sull’impatto ambientale), quindi <strong>del</strong>l’art. 32 (diritto alla salute<br />

dei cittadini e Matelica in luglio è stata inserita nella fasci<br />

di protezione A per le sue peculiarità agricole ed ambientali<br />

ed il Sindaco quale autorità sanitaria locale deve concedere o<br />

meno l’autorizzazione alla centrale: l’ha concessa o no? Questo<br />

è molto importante, perché a Fano il Comune in base a<br />

ciò ha fatto ricorso), l’art. 41 (libertà d’impresa purché non<br />

procuri danni a terzi: non esiste una legge che consenta di<br />

arricchirsi ad uno ai danni degli altri) in base al quale e ad<br />

altre direttive europee, si possono bloccare i fondi pubblici da<br />

erogare, come già fatto da noi a Villa Lussani a Montegranaro.<br />

Le azioni stragiudiziali ci permettono di agire in Regione<br />

direttamente sui funzionari che non hanno applicato le<br />

norme di legge e tenuto conto dei diritti di chi ne subisce le<br />

conseguenze; qualora non dipenda da loro, ci rivolgeremo ai<br />

responsabili superiori, fi no al Consiglio regionale ed al Presidente<br />

Spacca. Tutto ciò perché l’art. 28 <strong>del</strong>lo statuto <strong>del</strong>la<br />

nostra Regione recita che “il funzionario deve agire con il<br />

buon senso <strong>del</strong> padre di famiglia”. E dove l’ha fatto in questo<br />

caso? I danni li chiederemo al responsabile e qualora non<br />

dipendano da lui a chi sta sopra: la dirigente generale oppure<br />

al Consiglio o a Spacca infi ne. Sospendano gli impianti in<br />

autotutela noi chiediamo, se non altro perché la legge 3 <strong>del</strong>la<br />

Regione (che comunque all’art. 1 valuta i rischi di impatto<br />

ambientale diretti ed indiretti, ma qui non pare sia stato preso<br />

in considerazione tale articolo) è stata impugnata presso<br />

la Corte Costituzionale dal Consiglio dei Ministri lo scorso<br />

25 maggio e siamo in attesa <strong>del</strong>la sentenza. E il nostro corpo<br />

legislativo regionale che fa, nicchia? Noi presenteremo in<br />

questi giorni (martedì 18 settembre) le opportune modifi che<br />

da apportare per fare una legge valida e chiederemo i danni.<br />

Noi chiediamo il rispetto <strong>del</strong>la legalità nel rispetto <strong>del</strong> vivere<br />

comune».<br />

Mei ha quindi concluso sostenendo che «la battaglia sarà<br />

dura e secca, ma con grandi risultati. In base al numero di<br />

lettere di diffi da che sottoscriverete e che invieremo alla<br />

Regione renderemo sempre più diffi cile la prosecuzione dei<br />

lavori. Proseguiremo poi con una convention per coordinarci<br />

a livello regionale con gli altri comitati e chiederemo al<br />

Consiglio regionale di recepire le nostre obiezioni oppure<br />

IL LIEVITO DI BIRRA<br />

23<br />

inizieremo le pratiche per danni ed altre azioni sul territorio<br />

da stabilire nei dettagli, bloccando anche i fondi <strong>del</strong> GSE<br />

che sono contributi pubblici erogabili su precise disposizioni<br />

europee a cui assolvere pienamente, o come accaduto per il<br />

megametanodotto che doveva attraversare l’Italia, realizzato<br />

da BP ed ENI con fondi <strong>del</strong>la BEI, la Banca Europea per<br />

gli Investimenti, non essendo stati considerati i danni a terzi,<br />

li abbiamo bloccati ad Apecchio (PU). Stessa situazione<br />

per un’industria di alluminio a Poli di Acqualagna, in cui si<br />

sarebbe dovuto usare il cromo esavalente e non rispettando<br />

i danni a terzi, lo stabilimento è rimasto per sempre fermo.<br />

Dobbiamo agire per far valere i propri diritti entro 5 anni.<br />

Non è vero che se ci si scontra con i “più grandi” o i “più forti”<br />

non si riesca a far valere i propri diritti. Siamo cittadini, non<br />

sudditi».<br />

Intanto sui rischi nell’alta valle <strong>del</strong>l’Esino dove sta sorgendo<br />

una centrale a Matelica, in molti gridano l’allarme. Tra questi,<br />

oltre a numerosi agricoltori e viticoltori, il celebre ed esperto<br />

enologo <strong>del</strong>la Cantina sociale Belisario, Roberto Potentini.<br />

«Questa centrale è <strong>del</strong> tutto decontestualizzata – ha aff ermato<br />

lo stimato esperto matelicese – e si rischia di produrre<br />

tanto di quel materiale di risulta (140-150.000 tonnellate<br />

l’anno), da generare un fenomeno come quello avvenuto a<br />

Cremona, dove la terra non è più in grado di accogliere quello<br />

che inizialmente era un concime e che ora sta trasformando<br />

l’ambiente in una palude: quanti terreni agricoli, vigneti<br />

e posti di lavoro perderemo nella città <strong>del</strong> Verdicchio? Non<br />

mi risulta che il Comune abbia fatto una relazione tecnica<br />

agronomica su questi rischi di forte concimazione quindi di<br />

sterilità dei terreni. E non è certo ipotizzabile che i materiali<br />

di scarto verranno trasportati lontano, con i costi che ha il<br />

carburante: costerebbe più la nafta che l’energia prodotta».<br />

Intanto in massa i presenti hanno iniziato a sottoscrivere<br />

lettere di diffi da contro i funzionari regionali o i loro dirigenti<br />

che non avrebbero rispettato la costituzione e le leggi<br />

europee e regionali, chiedendo la sospensione <strong>del</strong>l’opera in<br />

autotutela ed i danni generati ai terzi.<br />

Matteo Parrini<br />

Quando ci sentiamo stanchi, o usciamo da uno stato di convalescenza potrebbe essere utile il LIE-<br />

VITO DI BIRRA che e’ un fungo microscopico che si trova allo stato naturale sulla buccia di alcuni<br />

frutti o nel mosto <strong>del</strong>la birra. Nell’industria alimentare viene utilizzato per fare lievitare il pane o come<br />

frumento alcolico. E’ molto utilizzato nella medicina per la sua straordinaria ricchezza in vitamina B ,<br />

di soli minerali e di aminoacidi elementi che lo rendono particolarmente utile in problemi <strong>del</strong>la pelle,<br />

capelli fragili, unghie deboli e contro tutte le forme di stanchezza. E’ inoltre un eccellente mezzo di difesa<br />

contro le infezioni invernali continue in quanto stimola le difese proprie <strong>del</strong>l’organismo e contiene<br />

sostanze naturalmente batteriche.<br />

dr. Borgoforte Andrea<br />

I consigli <strong>del</strong> dottore


Centro d’ascolto Caritas Apiro<br />

Il Centro d’Ascolto Caritas di Apiro ricavato nel complesso di S. Urbano compie un anno di attività. Era stato<br />

infatti aperto il 17 settembre <strong>del</strong> 2011, iniziando poi la distribuzione dei primi “pacchi” di generi alimentari nel<br />

successivo mese di novembre, a favore <strong>del</strong>le prime famiglie residenti nel territorio <strong>del</strong> comune di Apiro che si<br />

sono rivolte alla nostra struttura. Nel mese di dicembre, prima <strong>del</strong> <strong>San</strong>to Natale, è stata organizzata con buon<br />

successo una “colletta alimentare” presso gli esercizi commerciali locali, mentre la distribuzione <strong>del</strong> vestiario<br />

raccolto volta per volta grazie alla collaborazione<br />

di molte famiglie, inizialmente rinviata<br />

per esigenze organizzative (logistiche e<br />

di personale), è stata ugualmente avviata nel<br />

gennaio di quest’anno, viste anche le necessità<br />

manifestate da gran parte <strong>del</strong>le persone<br />

assistite. Nel corso di questi 12 mesi sono<br />

state seguiti 15 nuclei famigliari, per un totale<br />

di 330 persone assistite.<br />

Materiale distribuito: pasta, farina, riso, biscotti,<br />

olio e formaggio. Gli acquisti hanno<br />

riguardato scatolame vario con la spesa di<br />

635 Euro. Abbiamo ricevuto off erte per 415<br />

Euro; eff ettuate prestazioni per 269 Euro;<br />

distribuiti anche vestiti e biancheria e mobili,<br />

materassi e stoviglie.<br />

Grazie ai collaboratori.<br />

APIRO<br />

La storia <strong>del</strong> campanone,<br />

la foto storica<br />

e articolo <strong>del</strong> tempo<br />

(seguono ricerche nel prossimo numero)<br />

Diamoci<br />

una mano<br />

e<br />

collaboriamo<br />

Dagli archivi di Apiro<br />

e Serra <strong>San</strong> Quirico<br />

24


Nel giornale <strong>del</strong> tempo<br />

Quando i tagli<br />

colpivano la Rocca<br />

di Serra <strong>San</strong> Quirico<br />

Alle studiose Maria Sparvoli Gaspari e Barbara Zenobi va<br />

il merito di aver dato vita nel 2005 alla pubblicazione “Inventari<br />

<strong>del</strong> XV secolo <strong>del</strong>le Rocche e <strong>del</strong>le Fortezze di<br />

Pergola, assisi, Corinaldo, Fabriano, Gualdo, Jesi, Narni,<br />

Serra <strong>San</strong> Quirico, Spoleto, Roccacontrada” (oggi Arcevia).<br />

Manca la nostra “Roccaccia”, sopra Poggeto o Rocca degli Ottoni.<br />

Il testo base, che fa seguito alla loro introduzione, riprodotto in copia<br />

anastatica, è <strong>del</strong>lo studioso Domenico Gaspari (1845-1931), autore <strong>del</strong><br />

più vasto studio “Fortezze Marchigiane ed Umbre <strong>del</strong> sec. XV” e di molti<br />

altri pregevoli testi. È interessante che, accanto ad ogni rocca, ci sia<br />

l’inventario di quanto in essa era contenuto (frecce, balestre, botto con<br />

salnitro, zolfo e carbone per la polvere da sparo). L’inventario di ogni<br />

rocca veniva stilato ogni qual volta vi si insediava il «nuovo Castellano,<br />

con i suoi famigli e soldati». L’autore (1886) mette in particolare risalto<br />

già nelle prime righe quanto il padre Alberto Guglielmotti, nella “Storia<br />

<strong>del</strong>le fortifi cazioni <strong>del</strong>la Spagna romana” (1880) abbia fornito, iniziando<br />

dalla seconda metà <strong>del</strong> 1400, la storia <strong>del</strong>le fortezze, <strong>del</strong>le munizioni,<br />

<strong>del</strong>l’architettura e <strong>del</strong>le guarnigioni di rocche, fortezze e castelli, indicandone<br />

caratteristiche e progettisti, oltre che gli autori referenti.<br />

Per quanto riguarda Serra <strong>San</strong> Quirico, viene riportato l’inventario di<br />

quanto la Rocca contiene nel 1445 (“Inventarium Arcis Serre <strong>San</strong>cti<br />

Chirici”). È venerdì 20 giugno. È pontefi ce Callisto III. Si procede<br />

con atto notarile per ottemperare a tutto quanto è stato già detto per<br />

l’insediamento <strong>del</strong> nuovo “nobile” castellano. «In primis d(omi)nus<br />

Matheus de Amelia Castellanus». Seguono i nomi dei «familiares»,<br />

tre dei quali sono di Amelia, uno «de Castelecta», tre «de Almania»<br />

(Alemagna? Cioè in Germania?); altre sono le provenienze dei quindici<br />

collaboratori; tra essi «Antonius de Matelica», che ha trenta anni; gli<br />

altri vanno dai venti ai trentacinque. Ne ha cinquanta solo «Mariotus<br />

de Cortonio». Essendo la rocca a corto di munizioni, il tesoriere fu<br />

costretto a provvedere nuovi arnesi e munizioni, con «una buona spesa<br />

nel restauro», fattore che consentì di far fronte poi all’assedio postovi<br />

da Francesco Sforza che «imperversò nella Marca». È annotato l’elenco<br />

di quanto essa contiene (scale, cassoni, «cippi de prisoni», ceppi per i<br />

prigionieri, una «campana piccola acta da sonare», varie pentole per<br />

mangiare, botti di varia grandezza per tenere vino, sale, aceto, una «rota<br />

da arrotare»), mentre molto ampio è l’inventario per la futura dotazione:<br />

«scoppetti», «solfo», «salnitro», «piombo», «coraze», «chiodi», «ascie»,<br />

«martelli», «celate», ben trecento tavole per i lavori da fare per una spesa<br />

di «quaranta ducati de moneta», scalpelli «da legno, da ferro, da piche».<br />

E poi grano, aceto, olio e molto altro. La storia dei nostri territori non<br />

fi nisce mai di stuipire e deve coinvolgere le giovani generazioni perché se<br />

ne assicuri il rispetto, oltre che la memoria..<br />

25<br />

Fiorella Conti


Zobicco: pensa contempla agisce<br />

I salvatori<br />

dove stanno?<br />

Qualche anno fa sui muri <strong>del</strong>le strade si leggeva -<br />

Bossi, salvaci tu!!! Era l’ironica frase degli italiani, fu<br />

la speranza <strong>del</strong>usa. Venne Silvio a salvarci, salvò se<br />

stesso.Venne Monti e salvò banche e fi nanzieri e privilegi<br />

dei... privilegiati.<br />

Ora tocca alla sinistra a salvarci; ma chi sarà tra questi l’uomo<br />

<strong>del</strong> destino? Vendola, Di Pietro, Bersani? Lettore, li hai<br />

visti che facce hanno; secondo te questi o uno di questi potrà<br />

essere uomo <strong>del</strong>la provvidenza? La speranza degli italiani<br />

non può essere che Renzi; Grillo dara’ <strong>del</strong> fi lo da torcere, ma<br />

è poco più di un giullare. Renzi vuole le primarie, riuscirà<br />

a vincerle? E riuscirà a vincere le elezioni? Avrà l’appoggio<br />

<strong>del</strong>la sinistra ortodossa? Egli e l’ultima speranza degli Italiani,<br />

se dovesse superare tutti gli ostacoli: la sinistra non è<br />

meno marcia <strong>del</strong>la destra. Riuscirà ad apportare quelle riforme<br />

necessarie, Renzi, che ci porteranno fuori dal nostro<br />

perpetuo medioevo? La storia si ripete, seppur con piccoli<br />

varianti; 1860 Unità d’Italia,casse di risparmio piemontesi<br />

vuote ... piene quelle <strong>del</strong> regno <strong>del</strong>le due Sicilie; Garibaldi<br />

appena sul posto mise le mani sul Banco di Napoli; se le casse<br />

erano piene, nel regno si viveva ancora con metodi feudali,<br />

con classi intere alla fame, senza interessi . Garibaldi signifi<br />

co’ la speranza, presto divenuta speranza <strong>del</strong>usa e l’Unita’<br />

d’Italia non fu altro che invasione <strong>del</strong> Piemonte, per salvare<br />

un fallimento economico; negli anni a seguire, ancora una<br />

guerra con l’Austria, bisognava di nuovo salvare l’Italia dal<br />

fallimento, cosa fare? I soldi li aveva la chiesa , furono nazionalizzati<br />

i suoi beni, venduti a privati (qui attorno le terre di<br />

Valdicastro, S.Urbano all’Esinante, S.Elena). Il contrasto tra<br />

stato e chiesa fu sanato dal fascismo, quasi 70 anni dopo, coi<br />

pattti lateranensi.La vita magra proseguì per quaranta anni<br />

in cui più volte, per condizioni estreme si ebbero tumulti e<br />

colpi di cannone, con conclusione di regicidio, nel 1900, per<br />

mano <strong>del</strong>l’anarchico Bresci.Oggi lo stato adotta altri sistemi,<br />

vende società (fallimentari?), beni immobili, oro <strong>del</strong>le riserve,<br />

ma continua ad incrementare debiti; cosa dovrebbe dire<br />

il popolo ai politici? Parole appropriate le si trovano in una<br />

lettera che il duce Mussolini spedi’ a I.Balbo “che tu fossi un<br />

farabutto l’ho sempre saputo, ma che lo fossi sino a questo<br />

punto, non me lo aspettavo”.<br />

Renzi rimane l’uomo <strong>del</strong>la speranza, sara’ anche poi l’uomo<br />

<strong>del</strong>la speranza <strong>del</strong>usa?<br />

Speriamo di no, perchè altrimenti avremmo bisogno<br />

<strong>del</strong>l’uomo forte.Nella storia due sole volte(da Parigi e da<br />

S.Pietrourgo), con metodi drastici, si mise fi ne a privilegi;il<br />

14 luglio 1789; a Parigi, quando fu demolita la bastiglia.<br />

Ma la Francia in piena rivoluzione divoro’ anche i suoi fi -<br />

gli e per essere più veloce nell’applicare la giustizia, invento’<br />

la ghigliottina e partorì Napoleone. Il 7 novembre 1917<br />

a S.Pietroburgo l’incrociatore “Aurora” ancorato sul fi ume<br />

Neva sparò 3 bordate sul palazzo d’inverno <strong>del</strong>lo zar; i dieci<br />

giorni che seguirono, come scrisse un cronista americano,<br />

26<br />

Jhon Red furono i giorni che sconvolsero il mondo.<br />

“Qando ci allontaneremo dal passato?”<br />

Mi dispero a pensarci. Sono convinto che non ci allonteremo<br />

aff atto; il bilancio di uno stato non è diverso da quello di<br />

una famiglia; lettore, nella tua famiglia per la vita ordinaria<br />

se spendi di piu’ di quanto guadagni, dove andrai a fi nire?<br />

Qualcuno ci obbliga a spendere in proporzione a quanto<br />

guadagnamo e noi perdiamo la testa perche’ alcuni privilegi<br />

non si possono toccare, i diritti di altri nemmeno, il resto <strong>del</strong><br />

paese non ce la fa’, dove fi niremo, prova ad indovinare? È<br />

stato un grosso errore sbarazzarsi <strong>del</strong> fascismo, miei lettori,<br />

siamo un popolo immaturo per la democrazia; errore più<br />

grande fu far parte <strong>del</strong>la Comunita’ Europea, migliore sarebbe<br />

stata l’unione africana; lo disse un presidente <strong>del</strong>l’Alitalia<br />

“ siamo il paese piu’ evoluto <strong>del</strong> terzo mondo”. Spero in Renzi<br />

e lo ripeto sarà, ma sarà l’uomo <strong>del</strong>la provvidenza o don<br />

Chisciotte che combatte contro i mulini avento? Temo per<br />

lui, in caso di vittoria, farà la fi ne <strong>del</strong> marchigiamo Mattei.<br />

Non mi ha aff atto stupito che in una intervista televisiva si<br />

raccontava che ad una signora era stato chiesto che cosa ne<br />

pensava <strong>del</strong>la classe politica italiana attuale e che lei avesse<br />

risposto seccamente e determinata: “sogno una ghigliottina<br />

a piazza di Spagna; ogni testa, un bicchiere di champagne...”<br />

Se la soluzione dei nostri mali fosse cosi’ semplice, benvenga<br />

e benedetta sia quella ghigliottina; in realta’ penso che stiamo<br />

passando un altro periodo di basso impero romano, di<br />

decadenza morale e decadenza dei valori. Come e cosa fare?<br />

Un mio compianto e vecchio amico, comunista e antimonarchico,<br />

reduce di guerra non smetteva di dire che morti quei<br />

politici che avevano preso 4 calci dai fascisti, i nuovi poco o<br />

niente valevano, per mettere ordine in Italia non bastava il ritorno<br />

di Mussolini ma ci voleva o quello con i baff etti oppure<br />

baff o’ (Hitler oppure Stalin); raccontava anche di un soldato<br />

italiano <strong>del</strong>la sua compagnia, ribelle e furbetto, con cui non<br />

potevano trattare neanche gli uffi ciali italiani fatti prigionieri<br />

dalle SS e portati al campo di lavoro di Dachaw; quando gli<br />

dissero che c’era pronto qualche posticino in qualche forno e<br />

che con le SS non si “scastagnava”: nel giro di pochi minuti<br />

cambiò comportamento come il giorno e la notte; per le SS<br />

estrarre la pistola e sparare ad un uomo lo facevan con lo<br />

stesso imbarazzo di noi cacciatori nello sparare ad un passero.<br />

Perchè per mettere ordine nella nostra societa’ dobbiamo<br />

bramare il ritorno di certi movimenti così <strong>del</strong>eteri e fi niti<br />

tragicamente? “Ma un pizzico di orgoglio, di dignità, non lo<br />

abbiamo più?” Italiani! Forza e onore!<br />

ZOBICCO, AL SECOLO G.LOCCIONI<br />

V.PRESIDENTE DELLA CPV, NELL’ANNO DEL<br />

SIGNORE 2012, MESE DI OTTOBRE<br />

N.D.R. ZOBICCO SOGNA UNA ROTTAMAZIONE<br />

GENERALE, DEL RE E DI TUTTI, MA SENZA<br />

INCENTIVO<br />

Vostro Zobicco - Giovanni Loccioni<br />

(vice Presidente <strong>del</strong>la cpv)


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27


Famiglie patriarcali celebrano gli eventi<br />

Grazie a chi ha lavorato con scritti, ricerche, indirizzario etc per la realizzazione<br />

di questo numero di <strong>Voci</strong> <strong>del</strong> <strong>San</strong> <strong>Vicino</strong> e grazie a tutti i lettori!

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