Roma e le capitali provinciali
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SIMULACRA ROMAE<br />
Hispania<br />
struire l’esistenza di un monumento pseudoperiptero,<br />
con ante dotate di capitello composito sul fronte<br />
esterno (Fig. 21), mentre sul fianco sinistro di nuovo<br />
con capitello composito relativo alla semicolonna<br />
addossata all’anta (Fig. 22), e sul fianco destro con<br />
capitello corinzio di <strong>le</strong>sena (Fig. 23), sempre addossato<br />
all’anta; al capitello composito di semicolonna<br />
corrispondevano tra <strong>le</strong> ante capitelli compositi su<br />
colonne, di cui resta un esemplare 68 , mentre al capitello<br />
corinzio di <strong>le</strong>sena dovevano seguire all’esterno<br />
dei fianchi del monumento altri capitelli di <strong>le</strong>sena. Si<br />
può ipotizzare che il monumento a cui apparteneva<br />
il capitello fosse pseudoperiptero, da riconoscere non<br />
necessariamente nella basilica, ma forse anche in uno<br />
dei templi, se era appunto pseudoperiptero: questa<br />
proposta nasce dalla grandezza dell’e<strong>le</strong>mento, che<br />
presuppone un’altezza dell’anta di almeno 7 m, ma<br />
non può escludersi anche una possibi<strong>le</strong> pertinenza<br />
ad un grande propi<strong>le</strong>o di accesso al foro o a altro<br />
comp<strong>le</strong>sso. Più genericamente agli edifici dell’area del<br />
foro sono attribuibili vari e<strong>le</strong>menti architettonici, tra<br />
cui cornici che mostrano l’attività di officine <strong>provinciali</strong><br />
che variano abbastanza liberamente <strong>le</strong> tradizionali<br />
sequenze di modanature (v. l’inserimento dei<br />
dentelli tra la sima e la corona: Figs.25, 26): si è detto<br />
<strong>provinciali</strong> perché proprio nel<strong>le</strong> <strong>capitali</strong> sono visibili<br />
disinvolte soluzioni ornamentali, che non hanno<br />
riscontro nella decorazione architettonica ufficia<strong>le</strong> di<br />
<strong>Roma</strong>, come a Merida la grandezza dell’astragalo che<br />
occupa tutta la corona, e la successione della fila di<br />
<strong>Roma</strong> e <strong>le</strong> <strong>capitali</strong> <strong>provinciali</strong><br />
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grandi per<strong>le</strong> e di baccellature in cornici del teatro<br />
(fig. 20), o a Cordova l’uso di una ridotta fila di dentelli<br />
come sepazione tra il coronamento a kyma ionico<br />
e l’architrave a tre fasce, forse da un porta<strong>le</strong> (Fig.<br />
40), o la successione di anthemion a fiori di loto e<br />
palmette, kyma <strong>le</strong>sbico trilobato e kyma ionico nella<br />
parte inferiore di una cornice (Fig. 41). A ciò va<br />
aggiunto come l’introduzione del<strong>le</strong> nuove mode<br />
augustee non determinò la cessazione improvvisa<br />
del<strong>le</strong> più antiche tradizioni, come mostra la continuità<br />
d’uso nel corso del I sec.d.C. della base attica a<br />
scotia molto stretta (Fig. 31) accanto al<strong>le</strong> più “moder-<br />
Fig. 35. Cordoba, Museo Archeologico, dal Tempio da cal<strong>le</strong><br />
Claudio Marcelo, capitello corinzio in marmo lunense<br />
(alt.cm.101).<br />
Fig. 36. Cordoba, Museo Archeologico, dal Tempio da cal<strong>le</strong> Claudio Marcelo, architrave in marmo lunense.<br />
67 Oltre ad Alarçao, sopra citato, v. anche T.Hauschild, Anotaciones sobre un capitel compuesto encontrado en Beja (A<strong>le</strong>ntejo),<br />
in Miscellània Arqueològica a J. M. Recasens, Tarragona, 1992, pp.57-62.<br />
68 A.Viana, F.Nunes Ribeiro, Notas històricas y Arqueologicas e Etnograficas do Baixo A<strong>le</strong>ntejo, in Arguivo de Beja, 13, 1956, p.146,<br />
fig.129; M.A. Gutiérrez Behemerid , El capitel compuesto en la penìnsula ibérica, Valladolid 1984, p.82, tav. I,1; Gutiérrez Behemerid<br />
1992, nn.726-728