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Oplepo: scrittura à contrainte e letteratura potenziale - Paolo Albani

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L’ispirazione preromantica, teorizzata nel 1757 da Edmund Burke in A<br />

Philosophical Enquiry into the Origin of Our Ideas of the Sublime and the<br />

Beautiful (Inchiesta sul bello e il sublime 2 ), riprende una concezione gi<strong>à</strong><br />

classica (risale, infatti, alla prima met<strong>à</strong> del I secolo d. C. il trattatello<br />

anonimo Del Sublime), riemersa attraverso la trattatistica cinquecentesca,<br />

secondo cui «l’arte ha qualcosa che oltrepassa il limite della ragione» 3 (sub<br />

limen: oltre la soglia). L’ispirazione, quindi, non è razionale, bensì un<br />

invasamento divino, una possessione cha abita il poeta (il genio) per un<br />

lasso di tempo, più o meno breve, in cui il fuoco creativo, come un dio<br />

interno, parla al poeta, il quale, schiavo di tale suggestione, si limita a<br />

riportare, a scrivere ciò che questa voce interiore (non sua) gli ha suggerito.<br />

Il fervore creativo si connota, quindi, non solo come una concessione, un<br />

dono di provenienza divina e trascendente, ma anche come un processo<br />

totalmente involontario.<br />

Trascendenza e involontariet<strong>à</strong> dell’atto creativo sono, appunto, i due<br />

fattori contro cui si scagliano gli Oplepiani 4 . La premessa teorica oplepiana<br />

è che l’arte sia un fatto antropologico del tutto materiale e accessibile:<br />

[Gli Oulipiani] ripetono all’unisono (e dimostrano) che la poesia è<br />

letteralmente a portata di mano; che riguarda molto meno la metafisica, e<br />

anche la patafisica, che la fisica – e il fisico. In questo caso la creazione non<br />

può dunque essere interpretata in termini idealistici, come una potenza<br />

2<br />

BURKE EDMUND, Inchiesta sul bello e il sublime, a cura di Giuseppe Sertoli e Goffredo<br />

Miglietta, Palermo, Aesthetica, 1987.<br />

3<br />

FRANCESCO MUZZIOLI, Le teorie della critica letteraria, Roma, Carocci, 2005, p. 24.<br />

4<br />

Oulipiani francesi e Oplepiani italiani condividono i principi teorici fondamentali dell’arte<br />

<strong>potenziale</strong>, perciò, per semplicit<strong>à</strong>, d’ora in poi si far<strong>à</strong> riferimento ai due gruppi con il<br />

termine generico Oplepiani, che traduce quello francese Oulipiani, oltre a designare<br />

specificamente la scuola italiana dell’<strong>Oplepo</strong>.<br />

8

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