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Oplepo: scrittura à contrainte e letteratura potenziale - Paolo Albani

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Così come gli scrittori e gli intellettuali della seconda met<strong>à</strong> del Novecento,<br />

anche gli Oplepiani lottano nella loro collettiva o personale sfida al labirinto<br />

della contemporaneit<strong>à</strong>, alla ricerca di una <strong>letteratura</strong> ancora possibile. Il loro<br />

atteggiamento totalmente e sinceramente aperto, quello che consente loro di<br />

risolvere la dicotomia tra arte e scienza, tra <strong>scrittura</strong> e gioco, tra autorialit<strong>à</strong> e<br />

nuovi media 166 li conduce a superare la visione tradizionale di una<br />

<strong>letteratura</strong> che gioca con la lingua, e, quindi, non si occupa di critica sociale<br />

e produttiva.<br />

Nella loro prospettiva, infatti,<br />

il gioco non deve essere visto come alternativa disimpegnata ai seri eventi<br />

della vita, ma come momento grave e delicato, come il comune<br />

denominatore tra <strong>letteratura</strong>, arti figurative e scienze esatte, tra parola e<br />

segno, tra segno e senso. 167<br />

L’<strong>Oplepo</strong> è, quindi, la testimonianza che tra le classiche categorie impegno<br />

e disimpegno ce ne sono potenzialmente molte altre, cioè tutte quelle che<br />

consistono in un impegno declinato in modo diverso rispetto alla<br />

tradizionale critica sociale, di cui la <strong>letteratura</strong> dovrebbe farsi carico.<br />

Il gioco letterario, infatti, come si è visto, è sia fenomeno maieutico e<br />

strumento di conoscenza, sia sfida lanciata al caos attraverso le <strong>contrainte</strong>,<br />

sia possibilit<strong>à</strong> di inventare modelli di realt<strong>à</strong> alternativi. Per questo, Queneau<br />

rifiuta l’idea di un’arte partigiana, perché l’arte ha compiti molto più vasti e,<br />

quindi, non può essere parziale: «l’arte non deve rivaleggiare con la scienza:<br />

166 Si vedr<strong>à</strong> nel capitolo successivo l’apertura dell’<strong>Oplepo</strong> a fenomeni come quello dell’uso<br />

creativo del computer e dei mezzi elettrici-informatici.<br />

167 BRUNELLA ERULI, Introduzione, in ID. (a cura di), Attenzione al <strong>potenziale</strong>! Il gioco<br />

della <strong>letteratura</strong>, cit., p. 5.<br />

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