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Oplepo: scrittura à contrainte e letteratura potenziale - Paolo Albani

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oggetti semplici, nelle loro configurazioni possibili attraverso enumerazioni<br />

e algoritmi.<br />

Si tratta di una scienza praticata fin dall’antichit<strong>à</strong>, inizialmente soprattutto<br />

in India e in Cina, ma che poi si estese anche nell’Occidente romano (con il<br />

quadrato latino, il triangolo di Tartaglia, la serie di Fibonacci). Dal XVII<br />

secolo, anche i filosofi maggiori vi prestano attenzione, invitati da Leibniz<br />

che, con il saggio Dissertatio de arte combinatoria, del 1666, suggerisce la<br />

necessit<strong>à</strong> di studiare questa branca del sapere; Harriot, Pascal, Eulero<br />

raccolsero l’invito e diedero vita ad una serie di studi sulle implicazioni del<br />

triangolo di Tartaglia e i legami tra algebra e combinatoria; dopo di loro altri<br />

filosofi e studiosi portarono avanti queste ricerche, fino a quanto agli inizi<br />

del Novecento la combinatoria assume una certa autonomia epistemologica.<br />

La sua maggiore applicazione, oggi, riguarda i passatempi umani (i giochi<br />

di carte, gli scacchi, i quadrati magici, le scommesse, ecc), ma non è<br />

difficile pensare questo tipo di matematica possa essere associata alla<br />

<strong>letteratura</strong>.<br />

Infatti, si può considerare il dato di partenza che la lingua, di per sé, è un<br />

oggetto che deriva da combinazione di un insieme di elementi. Se la si<br />

scompone ai minimi termini non si può non rilevare che, a livello grafico, si<br />

tratta di una combinazione di soli 21 elementi simbolici, il nostro alfabeto. Il<br />

concetto strutturalista di senso, ribadisce la sua natura combinatoria:<br />

il senso risulta sempre dalla combinazione di elementi che non sono di per<br />

sé significanti. 121<br />

121 GILLES DELEUZE, Lo strutturalismo, trad. it. di Simona Paolini, Milano, RCS, 2001, p.<br />

21.<br />

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