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Oplepo: scrittura à contrainte e letteratura potenziale - Paolo Albani

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Si è, peraltro, detto come ogni sorta di filosofia assoluta, all’indomani del<br />

crollo di ideologie forte, anche in campo artistico, non trovi nella<br />

postmodernit<strong>à</strong> un terreno fertile. L’enciclopedismo, infatti, così come la<br />

Patafisica, risponde in maniera efficace alla «volont<strong>à</strong> di affrontare la<br />

complessit<strong>à</strong> del reale senza preconcetti e senza il supporto di una razionalit<strong>à</strong><br />

forte e nello stesso tempo cieca di fronte all’altro, al diverso da sé» 105 .<br />

Il volume di un’enciclopedia si presenta, infatti, come un labirinto di<br />

possibilit<strong>à</strong> equivalenti, il cui ordine di classificazione non è e non deve<br />

coincidere con quello di fruizione da parte del lettore (a meno che non sia il<br />

lettore stesso a volerlo, ma a anche in questo caso, si tratterebbe di una<br />

libera scelta tra le quasi infinite possibili).<br />

Non a caso, emblema e modello di ogni opera enciclopedica oplepiana è il<br />

romanzo incompiuto di Gustave Flaubert, Bouvard et Pécuchet. Pubblicato<br />

postumo nel 1881, narra la storia di due copisti parigini che investono<br />

l’eredit<strong>à</strong> di uno dei due per ritirarsi in campagna dove iniziano a dedicarsi<br />

all’apprendimento e alla messa in pratica di ogni campo del sapere umano,<br />

spaziando dall’archeologia alla medicina, dalla chimica alla pedagogia,<br />

passando per le dottrine religiose e filosofiche. Il risultato è un romanzo<br />

enciclopedico, fortemente satirico e a tratti tragi-comico, che non solo opera<br />

una destrutturazione dei saperi del tempo, ma rivela il vuoto che si cela<br />

dietro ogni disciplina e l’incapacit<strong>à</strong> di scienze e dottrine di rispondere alle<br />

domande sul mondo e sull’uomo. I due amici copisti, infatti, dopo il<br />

tentativo di costruire una summa ordinata dei saperi umani e sondarne<br />

l’utilit<strong>à</strong>, tornano al loro umile mestiere, come a sottointendere che l’unica<br />

105 ALBERTO CASADEI-MARCO SANTAGATA, Manuale di <strong>letteratura</strong> italiana<br />

contemporanea, cit., p. 405.<br />

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