Oplepo: scrittura à contrainte e letteratura potenziale - Paolo Albani
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<strong>letteratura</strong>, campi privilegiati della creativit<strong>à</strong>, dell’intuizione, della<br />
sensazione e dell’irrazionale. Come si è visto a proposito del concetto di<br />
ispirazione, gli Oplepiani sono fermamente contrari a questo tipo di dogma<br />
moderno, peraltro pienamente istituzionalizzato. È sufficiente, infatti,<br />
allungare lo sguardo alla storia italiana per scorgere epoche in cui le vicende<br />
dell’arte e quelle della scienza erano non solo unificate (la scienza è stata<br />
chiamata “filosofia naturale” fino al diciannovesimo secolo), ma spesso<br />
anche indistinguibili e incarnate negli stessi protagonisti: il Rinascimento,<br />
per esempio, ha visto personaggi come Leon Battista Alberti, Leonardo da<br />
Vinci, Piero della Francesca, Luca Pacioli, che, oltre ad essere artisti,<br />
praticavano le scienze e la matematica; lo stesso Michelangelo aveva<br />
compiuto accurati studi di anatomia in funzione di una resa più realistica dei<br />
corpi. Negli scrittori e letterati del Novecento, come rileva con rammarico<br />
Queneau, c’è, invece, un atteggiamento molto diverso:<br />
non soltanto da parte loro c’è ostilit<strong>à</strong>, ma anche una chiusura mentale<br />
piuttosto inquietante. Per molti di loro, ancora oggi, la scienza è un insieme<br />
di giochetti, giochetti inquietanti in mano a persone bizzarre che si chiamano<br />
«scienziati» 86 .<br />
Si tratta, evidentemente di un pregiudizio ben saldo nella cultura moderna<br />
occidentale, pregiudizio che si accompagna a quelli riguardanti la natura<br />
della poesia e i suoi eventuali contenuti specifici. Accanto a quello<br />
dell’ispirazione, c’è l’idea che non ci sia poesia diversa da quella lirica. 87 È,<br />
86 RAYMOND QUENEAU, Scienza e <strong>letteratura</strong>, in ID., Segni, cifre e lettere, cit., p. 298.<br />
87 I pregiudizi sulla poesia sono smascherati da Raymond Queneau nel saggio Lirismo e<br />
poesia, apparso sulla rivista «Volontés» del Iº giugno 1938 (ora in ID., Segni, cifre e lettere,<br />
cit., pp. 215-221). Secondo il letterato francese, un primo gruppo di pregiudizi concerne la<br />
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