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Oplepo: scrittura à contrainte e letteratura potenziale - Paolo Albani

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Si tratta di un rapporto incontestabile: è sufficiente considerare la<br />

fondazione dell’Oulipo, che avviene in seno al più anziano Collège de<br />

Pataphysique (di cui si tratter<strong>à</strong> a breve), a Parigi nel 1960, quando<br />

si ritrovarono sette amici dagli interessi complementari, matematici che<br />

avevano a cuore la <strong>letteratura</strong>, uomini di lettere con l’amore per le scienze<br />

esatte. 85<br />

Il gruppo, quindi, gi<strong>à</strong> dalla sua fondazione, si caratterizza per una<br />

composizione variegata, che manterr<strong>à</strong> nel corso della sua storia: accanto a<br />

Queneau, intellettuale a tutto tondo, Marcel Bénabou, Segretario generale<br />

dell’Oulipo è uno storico, François Le Lionnais è un matematico e<br />

ingegnere chimico, Jean Lescure è un poeta, così come Perec è un<br />

romanziere (con studi in sociologia alle spalle), e così via. Anche sul<br />

versante italiano, accanto a poeti e scrittori come Edoardo Sanguineti e<br />

Ermanno Cavazzoni, docenti universitari (come Brunella Eruli, Ruggero<br />

Campagnoli, <strong>Paolo</strong> <strong>Albani</strong>), creativi (Giulio Bizzarri), giornalisti (Giorgio<br />

Weiss), troviamo matematici (Piergiorgio Odifreddi), esperti di informatica<br />

(Elena Addomine), ingegneri (Raffaele Aragona), addirittura un medico<br />

(Giuseppe Varaldo). La convivenza (pacifica) tra arte e scienza all’interno<br />

dell’<strong>Oplepo</strong> è, quindi, un dato di fatto.<br />

La contrapposizione insanabile tra sfera artistica e sfera scientifica è<br />

indubbiamente un pregiudizio radicato nella visione moderna della<br />

geografia dei saperi: da una parte c’è la scienza, con il suo bagaglio di<br />

metodi, indagini e certezze razionali, dalla parte opposta l’arte e la<br />

85 RAFFAELE ARAGONA, Prolegomeni a una logomachia, cit., p 7.<br />

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