Oplepo: scrittura à contrainte e letteratura potenziale - Paolo Albani
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eroica della rivoluzione industriale» 56 , non ancora privato delle sue<br />
specifiche abilit<strong>à</strong> manuali, che trasforma una materia prima (il linguaggio, la<br />
<strong>letteratura</strong> della tradizione) e ne fa delle prove (in questo senso, sì, da<br />
laboratorio), costruisce dei congegni, degli apparecchi, dei dispositivi dei<br />
quali tester<strong>à</strong> l’utilit<strong>à</strong> e la fruibilit<strong>à</strong>.<br />
Se si considerano i Cent mille milliards de poèmes di Raymond Queneau,<br />
ad esempio, appare chiaro come il volume si presenti non tanto come<br />
un’opera di per sé conclusa e determinata, ma come un «rudimentale<br />
modello di macchina per costruire sonetti uno diverso dall’altro» 57 . Si tratta,<br />
infatti, di un testo con il quale è possibile fabbricare poesie (per la<br />
precisione, centomila miliardi di sonetti regolari diversi), perché composto<br />
da dieci sonetti di quattordici versi intercambiabili e componibili sino al<br />
numero di dieci alla quattordicesima potenza 58 .<br />
Nell’opificio si opera e si produce e, come suggerisce Brunella Eruli,<br />
membro dell’<strong>Oplepo</strong> e ordinaria di Letteratura francese all’Universit<strong>à</strong> di<br />
Siena, l’accento è spostato dal consumo alla pratica 59 : è evidente<br />
dall’esempio dei Cent mille milliards de poèmes come la <strong>letteratura</strong> sia<br />
praticata, usata, trasformata, giocata più che consumata; la fruizione non<br />
56 L’espressione è di Jean Lescure, uno dei fondatori dell’Oulipo, che, in Piccola storia<br />
dell’Oulipo (in Oulipo La <strong>letteratura</strong> <strong>potenziale</strong> (Creazioni Ri-creazioni Ricreazioni),cit.,<br />
p. 6), traccia brevemente l’origine dell’acronimo Oulipo e, a proposito della scelta di<br />
opificio, dichiara: «Seminario ci infastidiva per una sorta di richiamo alle stazioni di monta<br />
e all’inseminazione artificiale: opificio, al contrario, titillava il nostro gusto moderato per la<br />
fase eroica della rivoluzione industriale: rispettata la dignit<strong>à</strong> del lavoro, consentimmo a<br />
legare la le [di “<strong>letteratura</strong>”] all’op [di “opificio”]».<br />
57 ITALO CALVINO, Cibernetica e fantasmi (Appunti sulla narrativa come processo<br />
combinatorio), in Una pietra sopra, ora in ID., Saggi, vol. I, Milano, Mondadori, 2007,<br />
p.212.<br />
58 Nell’edizione a stampa di Gallimard, pubblicata nel 1960, figura un sonetto ogni pagina<br />
dispari e le pagine sono sfrangiate in senso orizzontale in modo da isolare ogni verso e<br />
rendere leggibili i versi sottostanti. La composizione dei centomila miliardi di sonetti è,<br />
dunque, anche materialmente possibile.<br />
59 BRUNELLA ERULI, Stand by, cit., p.19. Sullo spostamento dell’accento dalla<br />
produzione dell’opera a quello del suo utilizzo, si vedr<strong>à</strong> nel quinto capitolo la posizione di<br />
Calvino, il quale auspica l’avvento non solo dell’opera-macchina, ma anche dell’autoremacchina.<br />
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