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Oplepo: scrittura à contrainte e letteratura potenziale - Paolo Albani

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iporta senza un ordine apparente, come brandelli di memoria che affiorano<br />

in un vagabondaggio senza meta. L’ideazione di un’antologia di ricordi<br />

risale al pittore americano Joe Brainard, che nel 1970 pubblica I Remember,<br />

libro di memorie che si configura come una lista di ricordi sparsi, ognuno<br />

dei quali inizia con la frase “I remember” (così come in Perec l’anafora è<br />

giocata su “Je me souviens”). In questo caso, abbiamo l’elenco e l’anafora,<br />

restrizioni formali, alle quali si aggiunge quella di ordine semantico: la lista<br />

deve contenere solo ricordi senza concatenazione logico-narrative. Nel testo<br />

di Perec, inoltre, il campo è ridotto da un’ulteriore restrizione: «l’esclusione<br />

dei ricordi individuali e dei ricordi importanti, la preferenza accordata a<br />

tutto ciò che è collettivo, banale, inessenziale» 23 . L’originalit<strong>à</strong> di un testo<br />

come questo, che infrange la struttura classica dell’autobiografia, dimostra<br />

che «le restrizioni semantiche, quando sono forti, hanno le stesse virtù<br />

creative e ispiratrici delle restrizioni formali» 24 .<br />

A questa grande classificazione che riguarda le <strong>contrainte</strong>s, e che le<br />

prende in considerazione per ciò che attiene alla loro natura, si aggiunge<br />

un’altra ripartizione, quella che divide le restrizioni in implicite, cioè<br />

nascoste, e in esplicite, cioè dichiarate. Il concetto è molto semplice, ma non<br />

privo di risvolti sulla poetica dell’<strong>Oplepo</strong>. L’oplepiano è, infatti, posto di<br />

fronte alla scelta di rivelare al pubblico e al lettore la <strong>contrainte</strong> che<br />

soggiace alla sua opera o di tenerla celata. Le discussioni in merito sono<br />

state frequenti durante le riunioni oplepiane e non si è pervenuti a una linea<br />

comune ed omologante: l’autore resta libero di scegliere. È ovvio che la sua<br />

scelta ha un impatto importante sulla ricezione dell’opera e sul rapporto che<br />

23 PHILIPPE LEJEUNE, Perec et la ‘règle du je’, in BRUNELLA ERULI (a cura di), Attenzione<br />

al <strong>potenziale</strong>! Il gioco della <strong>letteratura</strong>, cit., p. 56.<br />

24 Ibidem.<br />

16

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