Oplepo: scrittura à contrainte e letteratura potenziale - Paolo Albani
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- l'ambientazione scelta è Anghiari nell'anno 1996;<br />
- ogni testo deve contenere, in un punto qualsiasi della narrazione, la<br />
seguente frase: "Ogni piccola luce evoca profonde oscurit<strong>à</strong>", il cui acronimo<br />
è OpLePo;<br />
- il tema del racconto deve essere: "mistery story" o "suspense";<br />
- il titolo del racconto, escluso dal computo dei caratteri del testo, deve<br />
essere di 13 lettere, corrispondenti al numero dei membri dell'OpLePo;<br />
- ogni altra costrizione volontaria e manifesta è assolutamente<br />
vietata. 48<br />
Si tratta, dunque, di <strong>contrainte</strong>s piuttosto restrittive e condizionanti, ma il<br />
fatto decisivo e significativo è che i racconti elaborati dai sei Oplepiani<br />
approdano a risultati del tutto diversi e originali. Ad esempio, Analisi finale<br />
di Elena Addomine, il primo dei sei gialli, è un racconto poliziesco dalla<br />
costruzione classica e la soluzione dell’omicidio è lasciata al lettore, che in<br />
base agli indizi e al titolo può presupporre l’identit<strong>à</strong> dell’assassino dalle<br />
ultime due righe del testo. Raffaele Aragona nel suo La disparizión opta,<br />
invece, per un racconto metaletterario in cui i personaggi del giallo sono gli<br />
Oplepiani stessi e il mistero della scomparsa di uno dei membri del gruppo<br />
si risolve attraverso la risoluzione di un gioco enigmistico. Ancora diversa è<br />
la soluzione scelta da Piero Falchetta in Una parola d’oro, racconto giallo<br />
che procede in tono surreale per paradossi linguistici e eventi illogici.<br />
48 OPLEPO, Giallo ad Anghiari. Misteri obbligati, Biblioteca Oplepiana n. 16, in OPLEPO,<br />
La Biblioteca Oplepiana, cit., p.582.<br />
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