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Oplepo: scrittura à contrainte e letteratura potenziale - Paolo Albani

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traslitterazione avviene non semplicemente attribuendo ad ogni nota una<br />

sillaba corrispondente, bensì aggiungendo «un fascio di nuove sillabe tra i<br />

nomi delle note della melodia, avendo ben presente la durata di ogni<br />

nota» 25 . La proposta di Serra, che applica il procedimento alla ri<strong>scrittura</strong> del<br />

“Quadro secondo” del terzo atto della Turandot di Puccini, non è nuovo.<br />

Una proposta di traduzione delle partiture musicali in forma verbale è stata<br />

formulata dal compositore francese Jean François Sudre, che nel 1817<br />

inventa la Langue musicale universelle, meglio nota come Soresol, progetto<br />

di lingua ausiliaria composta da sette elementi di base (corrispondenti ai<br />

nomi delle sette note) e dalle loro combinazioni, con regole semplici e<br />

originali (ad esempio, il contrario di un termine è composto dalle stesse<br />

sillabe che lo compongono, ma in ordine inverso). Si tratta di un codice<br />

pianificato che nella sua impostazione arbitraria e regolata ha molti legami<br />

con i lavori oplepiani.<br />

I Preludi di Sal Kierkia, invece, riscrivono i ventiquattro Preludi che<br />

Chopin compose negli anni 1838-1839, non traducendo direttamente gli<br />

elementi musicali in elementi verbali, bensì cercando di ricreare la stessa<br />

atmosfera sentimentale che i brani suscitano sull’ascoltatore. L’unica regola<br />

fissa di queste trasformazioni è la costrizione temporale: l’ipotetica<br />

declamazione o lettura dei componimenti poetici deve, infatti, avere la<br />

stessa durata di esecuzione del Preludio corrispondente.<br />

25 RAFFAELE ARAGONA (a cura di), Oplepiana Dizionario di Letteratura Potenziale, cit.,<br />

p.149. Esiste, poi, una serie di altre norme da rispettare nel produrre la traslitterazione: «il<br />

testo procede seguendo la sequenza delle noti componenti la melodia scelta; la prima sillaba<br />

del testo deve contenere il nome della prima nota della melodia (do, re, mi, fa, sol, la, si );<br />

la durata musicale di questa prima nota indica le sillabe non predeterminate che la<br />

separeranno da quella che conterr<strong>à</strong> il nome della seconda nota della melodia;il processo si<br />

ripeter<strong>à</strong> fino al raggiungimento dell’ultima nota della melodia interponendo 1 sillaba di<br />

separazione nel caso di semibreve, un fascio di 2 sillabe di separazione nel caso di minima,<br />

di 4 sillabe nel caso di una semiminima e così via, 8, 18, 32, 64, nei casi rispettivamente di<br />

croma, semicroma, biscroma e semibiscroma» (Ivi, p. 150).<br />

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