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Oplepo: scrittura à contrainte e letteratura potenziale - Paolo Albani

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congiunzioni e delle preposizioni» 23 . Si tratta, pertanto, di un caso speciale<br />

di lipogramma che, di fatto, consiste nella produzione di un testo per mezzo<br />

di un altro testo e il cui procedimento funziona anche all’inverso (dato un<br />

testo A si può ottenere un testo B tramite l’aggiunta della stessa lettera ad<br />

ogni parola del testo A). Tra le otto coppie di haiku giocati sulla presenza o<br />

assenza della “r”, si seleziona la quinta 24 :<br />

Elisìr Miti<br />

Respira un ardito scirocco Espi<strong>à</strong> un adito sciocco<br />

Gli elisìr raccolti gli elisi accolti<br />

Nei mirti frugati nei miti fugati<br />

Le trascrizioni oplepiane, però, non avvengono solo nell’ambito letterario,<br />

ma riguardano anche la musica e le arti figurative.<br />

Le plaquettes 14 e 24, ad esempio, rispettivamente intitolate Turandot<br />

Espuri, ad opera di Marius Serra e Preludi, di Sal Kierkia, sono<br />

trasformazioni di brani musicali in versioni verbali e letterarie.<br />

Il primo esperimento prende il nome di Solfeix, neologismo in lingua<br />

catalana coniato dallo stesso Serra: rimanda alla pratica del solfeggio ed è<br />

basato sulla traslitterazione sillabica di una melodia prestabilita. La<br />

23<br />

PAOLO ALBANI, Rose osé. Lettere rubate, Biblioteca Oplepiana N. 13, in OPLEPO, La<br />

Biblioteca Oplepiana, cit., p. 197.<br />

24<br />

L’haiku, componimento di origine giapponese composto da un numero limitato di versi<br />

(da tre a cinque), è alla base di un altro tipo di trasformazione testuale oplepiana, definita da<br />

Genette “haikaizzazione”: si tratta della riduzione di un testo alla sua misura minima,<br />

operazione in cui si cerca di condensare il contenuto dell’ipertesto in poche righe. Il<br />

procedimento inverso, l’amplificazione, si può ottenere, ad esempio, attraverso una<br />

trasformazione definizionale, in cui ad ogni sostantivo si sostituisce la sua definizione<br />

prelevata dal dizionario. Si tratta, evidentemente, di riscritture che nascono dall’idea<br />

provocatoria che «gli elementi conservati siano autosufficienti e producano un senso<br />

accettabile spesso non lontano dal senso globale originario, e che quindi tutto il resto sia un<br />

inutile riempitivo […]. La funzione ludica si tinge quindi di una connotazione satirica,<br />

volontaria o meno» (GÉRARD GENETTE, Palinsesti, cit., p. 51).<br />

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