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Oplepo: scrittura à contrainte e letteratura potenziale - Paolo Albani

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discorso che si è fatto per gli esiti estetici delle produzioni oplepiane:<br />

nell’ottica della <strong>letteratura</strong> <strong>potenziale</strong>, è preminente la qualit<strong>à</strong> delle regole<br />

sulla base della quale si costruisce il testo e non il testo in sé. L’opera non è<br />

che un «esempio delle potenzialit<strong>à</strong> raggiungibili attraverso la strettoia di<br />

quelle regole» 2 . Per questa ragione, la definizione spregiativa di “esercizi<br />

letterari fine a se stessi” non si può ritenere corretta: la natura ultima dei<br />

lavori dei due opifici risiede proprio nel fatto di non essere mai fine a se<br />

stessi, ma perennemente e necessariamente proiettati verso un fine altro,<br />

forse irraggiungibile, perché sostanzialmente <strong>potenziale</strong>.<br />

In questo senso, La Biblioteca Oplepiana non è esattamente, o non solo,<br />

una raccolta letteraria, ma piuttosto un serbatoio di idee, strutture, proposte<br />

di lavoro (e qui s’intende sia un lavoro di <strong>scrittura</strong> che un lavoro di lettura)<br />

ad uso e consumo di lettori, scrittori e, in generale, esploratori delle<br />

potenzialit<strong>à</strong> del linguaggio letterario.<br />

Proprio per rispondere a questa vocazione strumentale, ogni testo è<br />

preceduto dalle sue “istruzioni per l’uso”, che ne indicano la genesi e<br />

forniscono le chiavi di lettura dell’esperimento esplicitandone le<br />

<strong>contrainte</strong>s. Si tratta, nella maggior parte dei casi, di delucidazioni parziali:<br />

la <strong>contrainte</strong> è, sì, esplicitata, ma la decifrazione del testo nei suoi<br />

enigmatici risvolti formali e semantici è, poi, lasciata al lettore.<br />

Le plaquettes, prodotte a distanza di alcuni mesi l’una dall’altra, sono ad<br />

opera di singoli membri dell’<strong>Oplepo</strong>, ad eccezione di alcune prove<br />

collettive: in particolare, la plaquette N. 16, Giallo ad Anghiari, di cui si<br />

tratter<strong>à</strong> in seguito, e le N. 17 e 22, rispettivamente intitolate Esercizi di stime<br />

e Il doppio.<br />

2 RAFFAELE ARAGONA, Prolegomeni a una logomachia, cit., p 9.<br />

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