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SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

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Documenti e testimonianze<br />

Warlimont, il «generale delle scartoffie»<br />

Come Alfred Jodl, che fu il suo superiore diretto per tutta la durata della Seconda<br />

Guerra Mondiale, trascorsa interamente presso il Quartier Generale del Führer, il<br />

generale d’artiglieria Walter Warlimont è il tipico ufficiale da tavolino, l’esperto di stato<br />

maggiore che sa tutto sull’organizzazione, la logistica, i servizi, l’impiego e la<br />

dislocazione delle singole armate ma che non è mai chiamato a guidare personalmente<br />

le truppe sul campo, dove può essere più adatto un tipo anche meno colto ma più<br />

sbrigativo e brutale: era insomma quello che Churchill, dall’altra parte della barricata,<br />

amava qualificane un po’ sprezzantemente con l’appellativo di chairborn soldier (soldato<br />

da poltrona) con facile gioco di parola con airborne soldier, che sarebbe l’assaltatore<br />

arrivato per via aerea o il paracadutista. E di se stesso Wanlimont ebbe a dire, in un<br />

momento di malumore, «sono il generale delle scartoffie».<br />

Nato nel 1894 da una famiglia medio-borghese senza tradizioni militari, volontario al<br />

fronte durante la Prima Guerra Mondiale sui campi di battaglia delle Fiandre, la sua<br />

carriera è tipica dell’ufficiale effettivo che, dopo la rivoluzione e il crollo del 1918, si<br />

rifugia nelle file sicure della Reichswehr di mestiere e si astiene rigorosamente da ogni<br />

partecipazione attiva alla vita politica. Al momento dell’assunzione al potere da parte dei<br />

nazionalsocialisti è maggiore, ed è sempre con il grado di maggiore che si reca in<br />

Spagna alla testa dei ridottissimi reparti di terra tedeschi che – a fianco della Legione<br />

Condor e delle ben più consistenti divisioni italiane – appoggiano l’insurrezione<br />

franchista; in questa occasione, che rappresenta l’unica «missione sul campo» da lui<br />

svolta, Warlimont ha la possibilità di conoscere personalmente Franco, amico del suo<br />

amico Canaris e, cosa ben più importante, esperimentare in azione i nuovi pezzi da 88,<br />

il gioiello dell’artiglieria tedesca, la perla della Krupp.<br />

Al ritorno dalla Spagna, Warlimont è promosso colonnello e posto a capo della Sezione<br />

difesa territoriale dell’OKW (sembra certo che ci sia stato, nella nomina, lo zampino<br />

dell’ammiraglio capo dell’Abwehr) e dal novembre dello stesso anno facente funzione di<br />

capo dell’Ufficio comando della Wehrmacht, poi vicecapo di stato maggiore della<br />

Wehrmacht (Wehrmachtfuehrungstaab).<br />

Le promozioni sono abbastanza regolari e rapide: nel 1940 è maggiore generale,<br />

nell’aprile 1942 tenente generale, nell’aprile 1943 generale a pieno titolo d’artiglieria.<br />

Un fedele di Hitler<br />

In pratica, per tutta la guerra, Warlimont è il vice di Jodl, il capacissimo e introverso<br />

bavarese caduto succube di Hitler che è ufficialmente il primo consigliere militare del<br />

Führer ma che in realtà si trova ad essere soltanto il suo fedele e ubbidiente esecutore<br />

per tutto ciò che non riguarda il fronte orientale, in base al sistema instaurato da Hitler<br />

di non attribuire a nessuno dei suoi collaboratori poteri troppo vasti. Unicamente<br />

all’inizio, durante la campagna di Polonia, Warlimont svolge un compito indipendente;<br />

come capo della Sezione difesa territoriale dell’OKW non raggiunge Keitel e Jodl sul<br />

treno personale del Führer (che porta lo strano nome di «America») ma resta a Berlino:<br />

si limita ad inviare ogni giorno un rapporto via telescrivente. Soltanto poco prima della<br />

fine di settembre, quando si tratta di costringere Varsavia alla resa («bombardate e

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