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SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

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agosto) del distretto militare di Algeri. I «cinque» hanno creato nel Nord Africa una rete<br />

che può essere utile. Manca solo il comandante in capo. Chi proporre per questo<br />

compito? De Gaulle? Impossibile. L’esercito è fedele a Pétain e, per quasi tutti gli<br />

ufficiali, de Gaulle è un insubordinato e un ribelle. Weygand, allora? Sembrerebbe una<br />

buona idea. Ma il generale ha per la disciplina lo stesso rispetto dei suoi commilitoni.<br />

Si ripiega sul generale Giraud, che alla testa della 7ª Armata si è battuto bene in<br />

Francia. Giraud è un maestro di evasioni. Fatto prigioniero dai tedeschi e fuggito<br />

durante la Prima Guerra Mondiale, è stato ricatturato durante la Seconda e ancora una<br />

volta è riuscito a tagliare la corda. La seconda evasione ha del romanzesco. Chiuso dai<br />

tedeschi nella fortezza di Königstein, insieme ad un centinaio di altri generali e<br />

ammiragli, l’anziano ufficiale – ha 63 anni – confeziona di nascosto una fune di 45 metri<br />

e con essa riesce a calarsi dai muraglioni del carcere. Appena si sparge la voce della sua<br />

evasione l’intera Germania entra in stato d’allarme. Giraud raggiunge la Svizzera. A<br />

Berlino, confondendolo col generale de Gaulle, Hitler ha uno scatto di furore. Ci si è fatti<br />

scappare un uomo, urla, che «vale da solo trenta divisioni». Esagerato!<br />

Raggiunto da uno dei «cinque» subito dopo l’evasione, Giraud si dichiara pronto a<br />

riprendere la lotta contro i tedeschi. Il loro piano non gli piace molto, perché<br />

trascurando la madrepatria, si occupa solo delle colonie. Il generale, oltretutto, non<br />

vede di buon occhio uno sbarco nel Nord Africa, dove i tedeschi non hanno messo<br />

piede. Bisogna che gli americani, se vogliono intervenire, si limitino a riarmare l’esercito<br />

francese. La riscossa, per Giraud, deve partire dal territorio metropolitano; e la Francia<br />

deve riprendere la guerra esclusivamente con le proprie forze. L’eccessivo patriottismo<br />

impedisce al generale di vedere l’assurdità del suo proposito. Con queste riserve,<br />

comunque, egli accetta il comando dell’operazione.<br />

Nel giugno del 1942, incoraggiati dall’adesione di Giraud, gli americani accettano di<br />

trattare con i «cinque». Il colonnello Solborg, inviato personale di Roosevelt, spiega ai<br />

congiurati che l’America ha deciso di passare all’azione e riconosce il gruppo come il<br />

solo organismo qualificato a discutere con gli Stati Uniti di tutte le questioni relative ad<br />

un intervento nel Nord Africa. Bocciata la proposta americana di uno sbarco nella<br />

Francia settentrionale per la netta opposizione del capo di stato maggiore dell’impero<br />

britannico (« L’opinione pubblica insiste perché si costituisca un nuovo fronte<br />

occidentale che aiuti i russi», scrive Alan Brooke nel suo diario il 16 aprile 1942, «ma<br />

essa non ha idea delle difficoltà e dei pericoli che questo fronte comporta. Le<br />

prospettive di successo sono poche e dipendono da una quantità dì fattori sconosciuti,<br />

mentre le possibilità di un disastro sono piuttosto ampie […]»), l’attenzione degli Alleati<br />

è tornata a concentrarsi sull’Operazione Gymnast come l’unica attuabile entro l’anno.<br />

Mentre gli americani sono divisi («Hopkins vorrebbe che si agisse in Africa, Marshall<br />

vuole operare in Europa e King è deciso a insistere nel Pacifico», scrive ancora Brooke),<br />

Churchill si arrampica sui vetri per tirare Roosevelt dalla sua parte. Memore della<br />

vecchia richiesta staliniana di aprire un secondo fronte, ma riluttante ad impegnarsi in<br />

Europa, scrive al presidente degli Stati Uniti: «Personalmente sono convinto che<br />

l’Operazione Gymnast contro l’Africa settentrionale francese rappresenta il modo di gran<br />

lunga migliore per dare sollievo al fronte russo nel 1942. […] È questo il vero “secondo<br />

fronte” del 1942 […]».<br />

Churchill ha ragione

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