20.05.2013 Views

SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

parte del comando supremo tedesco. Anche da parte italiana non venne fatto nulla,<br />

nemmeno il tentativo, magari all’ultimo momento, per quanto il compito potesse essere<br />

difficile, di impadronirsi dei grandi porti tunisini».<br />

Senza curarsi troppo di questa situazione, il 7 novembre Hitler parte per Monaco, dove<br />

con gli antichi compagni di partito celebrerà l’anniversario del Putsch della birreria. Lo<br />

stesso giorno Ciano scrive nel suo Diario : «Ma che farà, o meglio che faranno i vari<br />

convogli che sono usciti da Gibilterra e navigano verso oriente? Varie sono le<br />

interpretazioni: secondo i tedeschi, rifornimento di Malta o tentativo di sbarco in<br />

Tripolitania per cadere alle spalle di Rommel; secondo il nostro stato maggiore,<br />

occupazione delle basi francesi nell’Africa del Nord. Anche il duce è di questo avviso,<br />

anzi crede che lo sbarco sarà compiuto dagli americani, che incontreranno da parte<br />

francese una resistenza quasi nulla. Condivido l’opinione del duce, anzi penso che<br />

l’Africa del Nord sia matura per alzare la bandiera degaullista. Tutto ciò è per noi di<br />

un’eccezionale gravità».<br />

Fin dai giorni dell’armistizio, nel giugno del 1940, le colonie nordafricane erano state<br />

viste da molti dei francesi ostili alla Germania come un possibile trampolino di lancio da<br />

cui muovere in futuro alla riscossa. Le truppe dell’Africa francese, comandate prima dal<br />

generale Weygand, poi dal generale Juin nei tre territori settentrionali dell’Algeria, della<br />

Tunisia e del Marocco, sono complessivamente antibritanniche, antitedesche e fedeli al<br />

maresciallo Pétain. Ma la diffidenza di Hitler e l’avidità di Mussolini hanno sempre<br />

impedito un accordo sul piano politico, con la conseguenza che tali territori non si sono<br />

mai trovati inclusi, in modo sicuro e definitivo, nell’ambito della potenza dell’Asse. Dal<br />

dicembre 1941 la difesa del Nord Africa francese è affidata interamente ai francesi delle<br />

colonie, la cui debolezza militare e il cui spirito indipendente non offrono molte garanzie<br />

contro l’eventualità di uno sbarco alleato. La stragrande maggioranza degli ufficiali<br />

appare ansiosa di scacciare l’invasore della madrepatria. Ma la disfatta del 1940 li ha<br />

resi oltremodo prudenti. Prima d’impegnarsi in un’azione, bisogna ricostruire le forze<br />

distrutte a riarmare clandestinamente le poche truppe sopravvissute alla convenzione di<br />

armistizio. Sarà possibile gettarle nella lotta solo quando gli Alleati, e per Alleati<br />

s’intendono esclusivamente gli americani, con i quali Vichy non ha mai rotto i rapporti,<br />

forniranno un appoggio sufficiente. Il concetto è reso bene da Weygand quando dice:<br />

«Se gli americani arrivano con una divisione li butto a mare, se arrivano con venti<br />

divisioni li abbraccio».<br />

L’Operazione Torch, il nome convenzionale scelto da Churchill per lo sbarco nel Nord<br />

Africa francese, ha una storia lunga e travagliata. La sua nascita può farsi risalire al<br />

dicembre 1941, quando il primo ministro britannico, in visita negli Stati Uniti, sottopone<br />

al presidente Roosevelt tre lunghi promemoria sui futuri sviluppi della guerra. Uno di<br />

essi, dedicato al settore atlantico, elenca le ragioni per cui, secondo Churchill, l’obiettivo<br />

principale della campagna nel teatro di guerra europeo durante il 1942 dovrebbe<br />

consistere nell’occupazione dell’intera costa africana e del Levante, da Dakar alla<br />

frontiera turca, con forze inglesi e americane. «Noi dovremmo compiere […] ogni sforzo<br />

per guadagnare alla nostra causa l’Africa settentrionale francese», dice il memorandum.<br />

«Ora è il momento di adoperare qualsiasi allettamento e forma di pressione a nostra<br />

disposizione nei confronti del governo di Vichy e delle autorità francesi dell’Africa<br />

settentrionale».<br />

Roosevelt: «in Nord Africa con o senza invito»

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!