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SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

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Il 23 ottobre 1942 a El-Alamein il generale Bernard Montgomery gettò tutte le sue forze<br />

contro il fronte italo-tedesco. Alle sue truppe il generale inglese indirizzò un ordine dei<br />

giorno brutale, senza esitazioni: «Uccidete i tedeschi, anche i preti, uno al giorno e due<br />

la domenica!». El-Alamein fu una grande vittoria alleata, Winston Churchill avrebbe<br />

scritto: «Si può quasi dire che prima di El-Alamein non abbiamo avuto vittorie. Dopo El-<br />

Alamein non abbiamo più conosciuto sconfitte».<br />

Richard D. Macmillan, che seguì l’offensiva per l’agenzia United Press, trasmise uno dei<br />

racconti più drammatici della guerra.<br />

Dal fronte dell’Egitto, 24 ottobre – La più grande battaglia dell’Egitto è incominciata. Gli<br />

inglesi hanno scatenato una violenta offensiva e sono penetrati nelle linee nemiche in<br />

più punti.<br />

I combattimenti più feroci si svolgono all’interno delle stesse linee tedesche; la 51ª<br />

Divisione scozzese, con la quale mi trovo, ha appena travolto la prima linea di difesa<br />

tedesca. […]<br />

La notte scorsa il suono acuto delle cornamuse si è levato dalle posizioni tenute dagli<br />

Highlanders e i tedeschi, nel deserto gelido e illuminato dalla luna, hanno certamente<br />

sentito la musica dalle loro prime linee distanti qualche centinaio di metri.<br />

Bruscamente il suono è stato soffocato dal più violento fuoco d’artiglieria che mai si sia<br />

sentito in Egitto.<br />

In un frastuono terrificante centinaia di cannoni alleati avevano dato inizio al fuoco di<br />

sbarramento. La battaglia era cominciala. Per tutta la notte ho seguito l’avanzata degli<br />

Highianders, sotto il chiaro di luna. Specialisti nei combattimenti all’arma bianca erano<br />

impegnati contro i tedeschi per la prima volta dopo la battaglia di Francia. La loro unità<br />

era stata ricostituita dopo quella campagna.<br />

Alla prima scarica di artiglieria è subentrato ben presto il rumore assordante dei carri<br />

armati che a centinaia lasciavano gli uadi secchi dove si erano appostati. Dirigendosi<br />

verso la battaglia sull’ala destra, sulla sinistra e al centro i carri sollevavano una vera<br />

tempesta di sabbia. In mezzo alle esplosioni e a fiammate mostruose si sono spinti fino<br />

alle linee tedesche e hanno schiacciato l’Aftikakorps che è rimasto come stupefatto.<br />

All’alba lunghe file di prigionieri italiani e tedeschi marciavano verso le retrovie alleate,<br />

snodandosi lungo le piste segnate con solchi profondi dai cingoli dei carri, nella terra di<br />

nessuno.<br />

Fin dall’inizio dell’attacco l’8ª Armata britannica ha vibrato un colpo mortale. In due anni<br />

di campagna nel deserto orientale non ho mai visto gli inglesi buttarsi all’attacco con<br />

uno slancio del genere, un tale coordinamento dei loro sforzi, con una sincronizzazione<br />

così meticolosa. È evidente che questa offensiva si ispira ad una mentalità nuova. La<br />

sincronizzazione è stata così perfetta che tutte le divisioni, tutte le brigate, tutti i<br />

battaglioni sembravano essere gli ingranaggi di un unico orologio elettrico.<br />

Ad un certo momento il silenzio è sceso sul deserto, rotto soltanto dalle cornamuse e<br />

dal rumore sordo dei passi, mentre figure indistinte avanzavano in colonne interminabili<br />

lungo le piste polverose e luccicanti sotto la luna.<br />

Poi, come se qualcuno avesse schiacciato un bottone, tutto l’orizzonte si è incendiato in<br />

mostruose lingue di fuoco, in un frastuono indescrivibile.<br />

Il tiro di sbarramento, scatenato da massicce concentrazioni di pezzi di medio calibro è<br />

continuato senza sosta per sei ore, un altro record per la campagna d’Africa.<br />

Venti minuti appena dopo la prima salva, le truppe attraversavano le linee di partenza,<br />

baionetta in canna, infilandosi nei corridoi apprestati nei campi minati e rastrellando gli<br />

avamposti nemici. […]

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