20.05.2013 Views

SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

potentemente appoggiare dall’artiglieria. Molto più rapido e lucido nei prendere<br />

decisioni, Rommel adotta una singolare tattica basata sull’impiego del pezzo anticarro e<br />

contraereo da 88 millimetri, un’arma senza rivali e invidiata per le sue molteplici<br />

possibilità (anche se, a causa del grosso calibro, gli inglesi definivano «unfair»,<br />

«disonesto», ricorrere al suo uso nella lotta contro i carri): i tedeschi, per ridurre gli<br />

effetti di improvvisi contrattacchi nemici, fanno prendere posizione a gruppi di artiglieria<br />

controcarro e cannoni, poi avanzano con i panzer sotto la protezione dell’artiglieria.<br />

Arrivati nel punto dove l’«ombrello» di fuoco sarebbe meno potente ed efficace, i carri<br />

prendono a loro volta posizione proteggendo l’avanzata dei pezzi, e così via.<br />

È una tattica vincente perché, con questo metodo, intere unità britanniche vengono<br />

distrutte mentre sul campo di battaglia dominano, pur essendo inferiori per numero, i<br />

Mark IV F2: questi panzer, dotati di un cannone da 75 millimetri lungo, sono in grado di<br />

tenere a debita distanza gli insidiosi Grant americani. Dopo altri due giorni di scontri,<br />

cioè nel tardo pomeriggio del 14 giugno 1942, cessa totalmente la controffensiva di<br />

Auchinleck. Koenig, a Bir-Hackeim, deve abbandonare le posizioni e le divisioni di<br />

Rommel si lanciano all’inseguimento del nemico in rotta: all’operazione partecipano<br />

anche i carri di una nuova divisione corazzata italiana, la Littorio, appena costituita.<br />

Il 19 giugno 1942 cade Tobruk e questa vittoria provoca due conseguenze. La prima è<br />

quella di rendere credibile che la conquista totale dell’Egitto sia a portata di mano (per<br />

cui l’Afrikakorps e gli italiani si gettano all’inseguimento con forze insufficienti<br />

allungando smisuratamente e pericolosamente le proprie linee di comunicazione); la<br />

seconda è quella di un più massiccio aiuto agli inglesi da parte americana.<br />

Quando infatti cade Tobruk, Churchill è a Washington impegnato in un incontro con<br />

Roosevelt e, insieme, apprendono la terribile notizia che l’intero sistema militare<br />

britannico del Medio Oriente corre il rischio di un collasso immediato: «Non cercai di<br />

nascondere al presidente l’emozione provata», racconterà Churchill nelle Memorie, «era<br />

un momento assai amaro».<br />

Churchill, con ineguagliabili parole, descrive quanto ora potrebbe avvenire, e cioè una<br />

catastrofe peggiore di quella della Francia 1940. Per tre anni – spiega – l’impero<br />

britannico ha riversato nel teatro di operazioni libico tutti gli uomini, cannoni e carri<br />

armati di cui poteva disporre. Soltanto là gli inglesi hanno un fronte terrestre contro il<br />

nemico. La perdita dell’Egitto darebbe il via a una reazione a catena di rovesci senza<br />

precedenti, riporterebbe l’isola ai giorni più oscuri e angosciosi della Battaglia<br />

d’Inghilterra.<br />

Dopo l’Egitto sarebbe caduta Malta, che significava il controllo del Mediterraneo. Si<br />

sarebbe perduto il canale di Suez e con esso depositi e materiali cinquanta volte più<br />

importanti di quelli abbandonati a Tobruk. Suez, Porto Said, Alessandria, Beirut e Tripoli<br />

di Siria avrebbero fatto la stessa fine. Di conseguenza, Palestina e Siria non potevano<br />

sperare di resistere e, una volta a Gerusalemme e a Damasco, i tedeschi sarebbero stati<br />

in vista dei pozzi di petrolio e la Turchia sarebbe stata praticamente circondata. Il Mar<br />

Rosso sarebbe diventato un lago dell’Asse e, una volta sboccata nell’Oceano Indiano, la<br />

flotta italiana avrebbe potuto controllare tutte le rotte per l’Africa, l’India e l’Australia. Il<br />

nemico si sarebbe avvicinato da due lati all’India e il fianco sinistro dell’esercito sovietico<br />

si sarebbe trovato esposto pericolosamente.<br />

Arrivano i carri armati americani<br />

È un quadro abbastanza realistico, tale da indurre Roosevelt ad un immediato<br />

intervento. Il presidente americano ordina al generale Marshall di provvedere e così<br />

dopo pochi giorni sono già raccolti trecento Sherman, tutti equipaggiati con un pezzo da<br />

75/40 in torretta girevole.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!