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SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

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compagnie mortai e delle batterie da 65/17 reggimentaii, dei battaglione mitraglieri e<br />

dei gruppo da 100/17.<br />

Delle divisioni di Camicie Nere solo la «3 gennaio» aveva gli stessi organici della<br />

«Cirene», con qualche rinforzo in meno, mentre la «23 marzo» e la «28 ottobre» erano<br />

prive del battaglione genio; la seconda, anche dei due gruppi da 75/27. Se fossero state<br />

motorizzate, le divisioni italiane avrebbero costituito una forza temibile, anche se le<br />

artiglierie risalivano alla guerra italo-austriaca, se non ai primi del ‘900; in realtà tutte le<br />

divisioni erano «autotrasportabili», il che non significa affatto che fossero<br />

autotrasportate, come confermano le ripetute e poco esaudite richieste di camion<br />

inviate a Roma da Balbo e Graziani, i quali sottrassero alla 5ª Armata, schierata in<br />

Tripolitania sul confine tunisino, 2400 automezzi, compresi quelli dei reparti (nonché<br />

quasi tutte le munizioni perforanti da 20, 47 e 65 mm). Al 10 novembre erano<br />

disponibili per 140.000 uomini 3180 automezzi (furgoncini compresi) e Graziani insisteva<br />

per averne altri 1300. Fu proprio questa mancanza di autoveicoli, unitamente agli errori<br />

tattici, in particolare nell’impiego dei mezzi corazzati, a consentire che quasi tutta la 10ª<br />

Armata venisse catturata da Wavell.<br />

li sacrificio dei 5000 caduti, tra cui il generale Maletti, travolto dai carri armati inglesi<br />

mentre usciva dalla tenda sparando con un mitra Thompson catturato, non può<br />

cancellare l’icastica verità di quel messaggio del comando del battaglione «Coldstream<br />

Guards» citato nelle Memorie di Winston Churchill: «Impossibile contare i prigionieri, ma<br />

sono circa cinque acri di ufficiali e 200 acri di truppa».<br />

Le forze italiane e tedesche a El-Alamein<br />

La storia si ripeté due anni dopo, anche se la disfatta fu nobilitata dalla disperata<br />

combattività, pagata col proprio annientamento di divisioni, quali la «Folgore» e la<br />

«Ariete». L’offensiva di Montgomery, che rispetto agli italo-tedeschi aveva il doppio di<br />

soldati, quasi il triplo di carri e di cannoni, controcarro compresi, e il quadruplo di aerei,<br />

fu fronteggiata con le seguenti unità, a partire dalla costa: 164ª Divisione di fanteria<br />

tedesca, Divisioni «Trento», «Bologna» (entrambe autotrasportabili tipo A.S.42), Brigata<br />

paracadutisti tedesca «Ramcke», «Brescia» (A.S.42), «Folgore» (paracadutisti), «Pavia»<br />

(A.S.42), gruppi « Kiel» e 33° Esplorante tedeschi.<br />

In seconda linea erano le quattro divisioni corazzate, cioè la 15ª e la 21ª tedesca<br />

alternate alla «Littorio» e alla «Ariete».<br />

Più arretrate e lungo la costa, la 90ª leggera germanica e la motorizzata «Trieste».<br />

Nelle divisioni tipo A.S.42 la deficienza di automezzi era tale che fanti e genieri non solo<br />

dovevano andare a piedi, ma anche trascinarsi dietro i pezzi da 20 e da 47, nonché<br />

portare in spalla le mitragliatrici. Sia le divisioni corazzate, sia la «Trieste» dovevano<br />

lasciare a piedi circa un terzo della forza.<br />

Ecco gli organici delle migliori divisioni italiane a El-Alamein. La «Ariete» era composta<br />

da un reggimento su tre battaglioni di carri M13/40 con una compagnia dì contraerea<br />

da 20 mm, da un reggimento bersaglieri su due battaglioni, da un battaglione<br />

bersaglieri controcarro, da un reggimento d’artiglieria su due gruppi da 75/27, uno da<br />

105/28, uno da 90/53 (un pezzo contraereo e controcarro pari all’88/55 tedesco) e due<br />

di semoventi da 75/18, dal battaglione genio, dalle sezioni sanità e sussistenza e da un<br />

autogruppo. Era rinforzata con un altro gruppo da 105/28 e con uno da 88/55. La<br />

«Trieste» comprendeva un battaglione bersaglieri corazzato, uno di carri M13/40, due<br />

reggimenti di fanteria su due battaglioni l’uno, un reggimento d’artiglieria con due<br />

gruppi di obici da 100/17 (più un terzo di rinforzo), due di cannoni da 75/27, una<br />

batteria da 75/50 contraerei (efficaci solo al di sotto di quota 5000 m) e altre due da 20<br />

mm, più il genio, i servizi e un autoreparto. La «Folgore» era formata da due reggimenti

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