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SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

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nell’Hampshire, a scrivere memorie e saggi di storia militare. Ormai è il monumento di<br />

se stesso. Muore a ottantotto anni, il 24 marzo 1976, circondato da tutti i suoi trofei. «È<br />

stato un grande soldato», commenta lo storico Raymond Cartier, «ma anche un grande<br />

attore».<br />

Vincenzo Mantovani<br />

Le forze del Regio Esercito in Nord Africa<br />

Per rappresentare meglio le forze del Regio Esercito impegnate in Africa Settentrionale<br />

abbiamo scelto i due momenti in cui esse, compiuto il massimo sforzo, stavano per<br />

venire travolte da una controffensiva britannica: i mesi d’ottobre del 1940 e del 1942,<br />

rispettivamente a Sidi el-Barrani e davanti a El-Alamein. Nell’ottobre 1940, sul fronte<br />

egiziano, dove era penetrata per circa 80 km, era schierata la 10ª Armata, con due<br />

divisioni libiche e il raggruppamento Maletti, sempre libico, col 23° Corpo d’armata<br />

(divisioni di fanteria «Cirene» e «Marmarica» e di Camicie Nere «23 marzo»), col 22°<br />

(«Catanzaro» e «3 gennaio»), con le truppe di copertura che, di entità variabile tra il<br />

reggimento e la compagnia rinforzati con artiglieria, guarnivano varie località da Tobruk<br />

a Bardia fino a Giarabub. Più arretrate, tra Derna, Bengasi e Solluch, si trovavano le<br />

divisioni «Sirte» e «28 ottobre» dei 21° Corpo, alle dirette dipendenze dei comando<br />

superiore A.S., nonché la scuola e i due battaglioni di paracadutisti libico e nazionale,<br />

due reggimenti d’artiglieria di corpo d’armata, quattro gruppi da 100/17 e due<br />

compagnie di cannoni controcarro da fanteria.<br />

I carri armati erano meno di 300 L3/35 e 74 M11/39. L’M11/39 aveva la torretta<br />

girevole, alloggiante però solo due mitragliatrici. Né le loro corazze erano molto<br />

resistenti; quelle dell’L3/35 erano addirittura trapassate dalle pallottole di mitragliatrice.<br />

Entrambi rivelavano gravi deficienze meccaniche, tanto che dopo l’avanzata su Sidi el-<br />

Barrani, costata 35 L3 perduti sui 52 impiegati, un battaglione aveva nove M11 efficienti<br />

su 32. La maggior parte di questi mezzi era distribuita su due raggruppamenti carristi,<br />

costituiti da un battaglione di M11 e tre di L3 e assegnati rispettivamente al comando<br />

della 10ª Armata e ai 13° Corpo. Un altro battaglione di L3, rinforzato con una<br />

compagnia di M11, era in prima linea con la colonna Maletti. Un battaglione con 37<br />

esemplari del nuovo M13/40 sarebbe giunto l’11 novembre. Le forze aeree<br />

comprendevano 327 velivoli efficienti (su un totale di 483 in carico), di cui i migliori<br />

erano gli 80 bombardieri Savoia-Marchetti S.79 e i 30 caccia biplani FIAT CR.42.<br />

A parte una novantina d’aerei da trasporto, collegamento, osservazione, soccorso,<br />

ricognizione terrestre e marittima, gli altri apparecchi da combattimento erano superati,<br />

in particolare i 18 Breda Ba.65 che costituivano il nerbo (si fa per dire) dei due gruppi<br />

d’assalto a bassa quota.<br />

Gli organici delle divisioni di fanteria<br />

Vediamo ora gli organici delle unità di fanteria. La divisione metropolitana «Catanzaro»<br />

era costituita da due reggimenti di fanteria (ognuno su tre battaglioni, una compagnia<br />

mortai da 81 e una batteria da 65/17), da una compagnia cannoni da 47/32, da un<br />

battaglione mitraglieri e da uno, misto, del genio e da un reggimento d’artiglieria su due<br />

gruppi da 75/27 e uno da 100/17. La «Cirene» aveva organici uguali, ma era rinforzata<br />

con tre gruppi (da 105/28, da 100/17 e da 75/27), con due batterie da 65/17 e con una<br />

compagnia cannoni da 47/32. La «Marmarica» invece aveva in più due compagnie da<br />

47/32 e due batterie da 65/17, nonché un battaglione di L3. Anche le divisioni libiche<br />

erano rinforzate più o meno allo stesso modo, ma mancavano organicamente delle

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