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SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

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di un’immediata vittoria nel deserto ma ormai definitivamente convinto, contro il parere<br />

dei consiglieri militari, che Auchinleck non è l’uomo adatto a fargliela ottenere, il primo<br />

ministro rammenta al generale la sua vecchia proposta e lo costringe a cedere il<br />

comando. Auchinleck reagisce rifiutando il nuovo incarico offertogli da Churchill. Se ne<br />

va in un brutto momento, addossandosi tutte le colpe e lasciando la gloria ai successori.<br />

Ma la storia ufficiale britannica della Seconda Guerra Mondiale gli renderà giustizia:<br />

«Guardando retrospettivamente le cose, l’importanza vitale della battaglia di luglio [la<br />

prima battaglia di El-Alamein] si impone chiaramente. È del generale Auchinleck il<br />

merito di avere trasformato la ritirata in contrattacco».<br />

Claude John Eyre Auchinleck, appartenente ad un’antica famiglia scozzese stabilitasi<br />

nell’Ulster, era nato ad Aldershot (Hampshire) il 21 giugno 1884. Figlio di un colonnello,<br />

frequentò l’accademia di Sandhurst, uscendone nel 1902 col grado di sottotenente di<br />

artiglieria. Nel 1904 fu mandato in India dove, nei ranghi dell’Indian Army, fece quasi<br />

tutta la sua carriera militare.<br />

Nel 1912 ottiene il brevetto di capitano. Due anni dopo, allo scoppio della Prima Guerra<br />

Mondiale, è in Egitto col suo reggimento. Nel 1915 presta servizio ad Aden. Dall’anno<br />

seguente alla fine della guerra si batte nella dura e sanguinosa campagna dell’Iraq.<br />

Promosso maggiore nel 1917, partecipa alla pacificazione del Kurdistan. Dopo avere<br />

alternato per vari anni periodi di servizio alla frontiera con incarichi di istruttore allo<br />

Staff College di Quetta, nel 1927 entra nell’Imperial Defence College, dove diventa<br />

amico di Dill, il futuro capo di stato maggiore imperiale. Nel 1929, promosso tenente<br />

colonnello, prende il comando del suo reggimento. Quattro anni dopo, alla testa della<br />

Peshawar Brigade, si distingue in operazioni sul confine afghano divenendo esperto<br />

nella guerra di montagna. Promosso generale nel 1935, diventa Sottocapo di Stato<br />

Maggiore dell’Esercito indiano.<br />

Torna in patria all’inizio della Seconda Guerra Mondiale. Assegnato in un primo<br />

momento al corpo di spedizione britannico in Francia, viene invece spedito in Norvegia.<br />

Qui, nel giugno 1940, attacca e occupa Narvik dopo che è stato già impartito l’ordine di<br />

evacuazione per ingannare i tedeschi sulle vere intenzioni degli inglesi, che riescono così<br />

a lasciare la Norvegia, nonostante la supremazia aerea nemica, senza perdere un solo<br />

uomo. Poco dopo il suo ritorno in Inghilterra gli affidano il comando dei settore<br />

meridionale. Alla fine dell’anno, di nuovo in India, è comandante in capo dell’Indian<br />

Army. Il 2 luglio 1941 viene dato l’annuncio della sua nomina a comandante in capo<br />

delle forze del Medio Oriente.<br />

Il 18 giugno 1943, dopo avere rifiutato un nuovo posto di comando offertogli da<br />

Churchill in occasione del suo «siluramento», Auchinleck torna ai suo vecchio incarico di<br />

comandante in capo dell’Indian Army. Promosso maresciallo nei 1946, continua ad<br />

esercitare le funzioni di «comandante supremo» dopo la divisione dell’india in due<br />

dominion, ma la guerra civile scoppiata nel Punjab frustra i suoi tentativi di riorganizzare<br />

l’esercito e Io spinge, passate le consegne a Mountbatten nei settembre 1947, a<br />

ritirarsi, due mesi dopo, dalla vita militare. La morte lo ha colto il 23 marzo 1981 a<br />

Marrakesh, in Marocco, dove da molto tempo si era stabilito, dedicandosi ai suo hobby<br />

preferito, che era la pittura. Sposato una sola volta e successivamente divorziato, non<br />

aveva figli. Tra i grandi generali della Seconda Guerra Mondiale è forse l’unico a non<br />

avere scritto libri di memorie. Nel dicembre 1967, tuttavia, donò alla biblioteca<br />

dell’università di Manchester venti pacchi di carte personali che abbracciano il periodo<br />

1939-1947 e che sono a disposizione degli studiosi di storia militare.<br />

«Era», ha scritto il Times nel suo ampio necrologio, «un soldato esperto e intelligente,<br />

un uomo di spirito, un grande generale e un idealista». Si dice che abbia sbagliato nella<br />

scelta dei collaboratori. Forse è vero, perché né Alan Cunningham, il primo comandante

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