20.05.2013 Views

SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

fronte, sia caduto in un’imboscata. In sua assenza il comando del Panzergruppe è stato<br />

assunto dal generale von Thoma, il nuovo comandante dell’Afrikakorps. Solo il giorno<br />

dopo, durante il trasbordo da un aereo all’altro, Rommel saprà qualcosa di più preciso.<br />

«La salma del generale Stumme è stata rinvenuta durante una nuova ricognizione del<br />

terreno», dice il messaggio consegnatogli all’aeroporto di Creta. «La causa del decesso<br />

è da attribuirsi a infarto».<br />

Montgomery vince la battaglia La sera del 25 ottobre, quando Rommel risale sul veicolo del comando, la battaglia di<br />

El-Alamein infuria già da quarantott’ore. Non essendovi fianchi scoperti da aggirare,<br />

l’unica speranza degli inglesi è di sfondare le linee avversarie. Ma i tedeschi resistono<br />

accanitamente e per cinque giorni non accade nulla. A Londra, dove freme<br />

d’impazienza, Churchill se la prende col generale Alan Brooke, capo di Stato Maggiore<br />

Generale imperiale: «Perché il suo Monty ci ha detto che tutto sarebbe finito in sette<br />

giorni, se intendeva battersi senza nessun impegno? Possibile che non abbiamo un solo<br />

generale capace di vincere almeno una battaglia?». Forse Montgomery è stato troppo<br />

ottimista nelle sue previsioni, ma la verità è che il nemico sta per cedere. Il 29 ottobre<br />

Rommel segna sulla carta la nuova linea sulla quale intende ripiegare. La mattina del 2<br />

novembre Monty sfonda.<br />

Informato da von Thoma che l’Afrikakorps è rimasto con una trentina di carri armati,<br />

quella sera Rommel decide di iniziare la ritirata. Ricorderà lo stesso von Thoma dopo la<br />

guerra: «Quando fu chiaro che non potevamo sperare di arginare lo sfondamento<br />

decidemmo di ripiegare, in due tempi, su una linea presso Daba, ottanta chilometri più<br />

ad ovest. La mossa avrebbe potuto salvarci. La prima fase del ripiegamento avrebbe<br />

dovuto cominciare la notte del 3 novembre. Il movimento, anzi, era già cominciato<br />

quando arrivò per radio l’ordine di Hitler». Il messaggio del Führer è per Rommel. Dice:<br />

«Nella sua situazione non deve esserci altro proposito che quello di tenere duro, di non<br />

cedere neppure un metro di terreno e di gettare nella mischia ogni cannone e ogni<br />

combattente disponibile. […] Per grande che sia la sua superiorità numerica, il nemico<br />

dev’essere certamente al limite delle proprie forze. Non sarebbe la prima volta nella<br />

storia che la volontà di potenza trionfa sopra i più forti battaglioni di un avversario. Alle<br />

sue truppe lei può dunque indicare un’unica strada: la strada che conduce alla vittoria o<br />

alla morte».<br />

Gli ordini del Führer non si discutono. Obbediente fino all’ultimo, Rommel chiama von<br />

Thoma e gli ingiunge di resistere. «Con ventiquattro carri?» risponde sbalordito il<br />

comandante dell’Afrikakorps. Rommel alza le spalle. Gli ordini sono ordini. Poi prende la<br />

penna e scrive alla moglie Lucie: «Non posso più, o almeno non oso più credere in un<br />

risultato positivo. Quello che sarà di noi lo sa soltanto Dio. Addio a te e al ragazzo… ».<br />

Mette nella busta tutti i soldi che ha risparmiato, venticinquemila lire italiane, e l’affida<br />

al suo aiutante in partenza per la Prussia Orientale con altri documenti da salvare. La<br />

mattina del 4 novembre arriva il feldmaresciallo Kesselring. È venuto con l’intenzione<br />

d’insistere perché Rommel rispetti la volontà di Hitler, ma quando scopre che<br />

l’Afrikakorps è rimasto con soli ventidue carri da battaglia cambia idea e consiglia a<br />

Rommel di mettersi subito in contatto radio con Hitler: «Gli dica che con le sue forze<br />

decimate, e davanti a un nemico strapotente, la linea non può essere tenuta, e che<br />

l’unica speranza di conservare almeno una parte del Nord Africa consiste in una ritirata<br />

strategica».

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!