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SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

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Nel settembre del 1942 Alexander assume il comando del settore Medio Oriente. L’8ª<br />

Armata inglese ha appena subito una serie di pesanti rovesci ad opera di Rommel, il<br />

morale delle truppe è molto depresso. Collaborando con l’energico Montgomery, che è<br />

alle sue dipendenze, Alexander riorganizza i reparti, soprattutto cerca di risolvere nel<br />

modo più dettagliato i problemi del munizionamento e dei servizi logistici in generale, in<br />

vista della controffensiva in Africa Settentrionale.<br />

Questo paziente lavoro dà i suoi frutti, perché, anche grazie alla riorganizzazione<br />

attuata da Alexander, è possibile la vittoria di Montgomery ad El-Alamein; ad Alexander<br />

è poi affidato, nel febbraio del 1943, il comando di tutte le forze (inglesi, americane e<br />

francesi) operanti in Africa Settentrionale. Il suo capo diretto è l’americano Eisenhower,<br />

con il quale ha stretti e cordiali rapporti. Con lui organizza lo sbarco in Sicilia e quello di<br />

Salerno.<br />

Alexander resterà in Italia fino alla fine della guerra. È il periodo in cui si rivolgono a lui<br />

la maggior parte delle critiche. Si dirà che la campagna nella penisola è stata condotta<br />

lentamente ed a costo di enormi perdite, oltre che di grosse distruzioni nel Paese. In<br />

realtà Alexander, pur trovandosi al comando di una formidabile macchina da guerra<br />

(l’8ª e la 5ª Armata più divisioni e reparti francesi, polacchi e coloniali oltre ai gruppi<br />

italiani, e brasiliani nell’ultima fase) non gli è data la forza sufficiente per portare a<br />

termine più rapidamente la battaglia per la penisola italiana.<br />

Partigiano di una grande offensiva in Italia e nei Balcani (come Churchill) deve tuttavia<br />

piegarsi alla volontà degli americani che intendono condurre la battaglia decisiva contro<br />

la Germania su territorio francese. Nominato Maresciallo nel novembre del 1944 e<br />

ottenuti finalmente i rinforzi da tempo richiesti, Alexander condurrà l’offensiva finale<br />

oltre la Linea Gotica.<br />

Dopo la guerra è nominato governatore del Canada; poi, dal 1952 al 1954 è ministro<br />

della Difesa nell’ultimo governo Churchill. Muore a Londra nel 1969.<br />

Gianfranco Romanello<br />

Lucian K. Truscott, un emulo di Patton<br />

Il generale d’armata L.K. Truscott finirà la guerra in Baviera, acquartierato vicino a<br />

Monaco in uno splendido castello sfuggito ai bombardamenti delle Fortezze Volanti, in<br />

qualità di governatore militare della zona e successore di Patton, morto<br />

improvvisamente poco prima in un incidente d’auto, al comando della 3ª Armata<br />

americana. E questo fatto, di avere ottenuto di succedere nell’incarico al più celebrato e<br />

famoso e impetuoso condottiero statunitense la dice lunga sul prestigio acquisito<br />

durante quattro anni di combattimenti da questo texano dalla gigantesca statura e dal<br />

carattere «fin troppo vivace», come lo ebbero a definire i suoi subalterni.<br />

Lucian King Truscott (nato a Chatfield, Texas, nel 1895) non è certamente il generale<br />

che abbia fatto lunghi studi di Stato Maggiore o si sia occupato di difficili Kriegspiele<br />

come i suoi colleghi di qua dell’Atlantico, o che abbia passato le notti a leggere<br />

Clausewitz: era semplicemente un ragazzone dal brutto carattere e dai muscoli saldi,<br />

più abituato ai rodeos che al gioco del golf, il quale decide di entrare nelle file<br />

dell’esercito nel 1917 (all’età quindi di 22 anni) allorché gli Stati Uniti scendono in<br />

guerra.<br />

Divenuto ufficiale della riserva, poco dopo Truscott è promosso ufficiale in servizio<br />

permanente e destinato alla cavalleria. Resterà sempre negli Stati Uniti, con vari<br />

incarichi di cui si disimpegna con onore, e trascorre cinque anni prima come allievo, e

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