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SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

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«La magra conclusione di un brillante inizio»<br />

Il 22 febbraio 1944, in parlamento, Churchill traccia un primo rendiconto dello sbarco.<br />

L’impresa, dice, è stata in sé «un modello di operazione combinata». Lo sbarco è<br />

avvenuto senza opposizione, ma gli avvenimenti successivi non hanno preso la piega<br />

sperata. La reazione tedesca è stata «notevolissima». «In termini di strategia<br />

generale», conclude il primo ministro britannico, «la decisione di Hitler d’inviare<br />

nell’Italia meridionale ben diciotto divisioni […] e di costituirvi un fronte importante non<br />

è certo sgradita agli Alleati. Dobbiamo pur combattere i tedeschi da qualche parte, se<br />

non vogliamo starcene con le mani in mano a guardare quello che fanno i russi. Questa<br />

battaglia di logoramento in Italia impegna truppe che non potrebbero essere destinate<br />

ad altre e maggiori operazioni, delle quali anzi costituisce un’ottima premessa». Al<br />

generale Smuts, che candidamente gli confessa di non avere «ben compreso la<br />

strategia adottata nella testa di ponte di Anzio», Churchill risponde di avere fatto tutto il<br />

possibile per occupare i Colli Albani ma di essere stato ancora una volta tradito dai<br />

comandanti sul campo. «Naturalmente», osserva, «sono assai amareggiato per quella<br />

che sembra essere la magra conclusione di un brillante inizio, al quale avevano<br />

contribuito sia la fortuna che il calcolo. Comunque, non mi pento assolutamente di ciò<br />

che è stato fatto».<br />

Dopo i furiosi contrattacchi tedeschi di febbraio la situazione della testa di ponte si<br />

stabilizza. Lungo il suo perimetro hanno luogo continue azioni di pattuglie, mentre<br />

ciascuno dei due avversari sottopone l’altro ad un pesante fuoco di artiglieria. Un po’ più<br />

a nord, lungo la costa, i tedeschi hanno un enorme cannone su rotaie, l’«Anzio<br />

Express», che fa piovere giganteschi proiettili sul porto. Il freddo e la pioggia di un<br />

inverno piuttosto duro tormentano assedianti e difensori. In primavera le paludi pontine<br />

allagate si trasformano in un covo di ferocissime zanzare e la malaria apre larghi vuoti<br />

nelle file dei soldati. La testa di sbarco di Anzio trabocca di uomini e di materiale, ma<br />

per tentare la sortita bisognerà attendere ancora.<br />

Il 18 maggio 1944, dopo la caduta di Cassino e lo sfondamento della Linea Gustav,<br />

Alexander autorizza il trasferimento di altre truppe di riserva dalle retrovie della 5ª<br />

Armata alla testa di sbarco di Anzio. Harold L. Bond, aiutante di campo presso il<br />

comando della 36ª Divisione americana, così la descrive dopo uno dei suoi giri in<br />

automobile: «Era uno dei pochi luoghi dove le truppe addette ai servizi e ai rifornimenti<br />

si trovavano tanto vicine al fronte da essere frammiste all’artiglieria e alle basi arretrate<br />

dei reggimenti di fanteria. Ricoveri con sacchetti di sabbia sul tetto, postazioni di<br />

artiglieria in trincea, scavi e gallerie ovunque sottolineavano il sano rispetto che quelle<br />

truppe erano arrivate a nutrire per le bombe nemiche. Erano stati colpiti anche alcuni<br />

ospedaletti e varie infermiere erano rimaste ferite. Alcuni feriti, arrivati dal fronte, erano<br />

stati feriti una seconda volta sulle loro brandine. Ora le tende-ospedale erano circondate<br />

da muri di sacchetti di sabbia. Tutti, giorno per giorno, attraverso le settimane e i mesi<br />

interminabili dell’inverno e della primavera, avevano perfezionato le rispettive postazioni<br />

Il trasferimento delle riserve ad Anzio è la premessa dell’offensiva finale. La sera del 22<br />

maggio 1944 il generale Clark convoca i corrispondenti di guerra nelle cantine di Villa<br />

Borghese, ad Anzio, e li informa che il giorno seguente le sei divisioni radunate nella<br />

sacca romperanno l’assedio e punteranno verso Valmontone, per tagliare la strada al<br />

grosso delle forze tedesche in ritirata dalla Linea Gustav. Questi, in effetti, sono gli<br />

ordini di Alexander, e per due giorni tutti li rispettano, compreso Clark. Il 23 maggio

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