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SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

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Quando la 3ª Divisione americana prende terra a sud del porto e la 1ª Divisione<br />

britannica mette piede sulla spiaggia settentrionale, sono le due del mattino. Il tempo è<br />

bello, il mare calmissimo. Al momento dello sbarco la zona è presidiata solo da due<br />

battaglioni tedeschi. Sono uomini ritirati dal fronte di Cassino per dare loro un po’ di<br />

riposo. L’unica resistenza allo sbarco viene da questi due battaglioni, che in breve<br />

tempo sono sopraffatti. Prima di mezzanotte il 6° Corpo ha sbarcato sulla costa 36.000<br />

uomini e più di 3000 veicoli. I prigionieri sono circa 200.<br />

«I giorni successivi allo sbarco», ricorda Westphal, «furono, per noi, giorni di grande<br />

tensione. Sarebbe stato possibile far affluire sul posto truppe sufficienti prima che il<br />

nemico riuscisse a impadronirsi di quelle alture [i Colli Albani] in posizione dominante a<br />

sud-est di Roma? Questa era la domanda decisiva; e in base ad ogni calcolo ragionevole<br />

la risposta non poteva essere che un no. Il giorno 22, e anche il 23, un’unità di una<br />

certa consistenza che si fosse spinta innanzi senza indugio e attaccando energicamente<br />

per esempio, un reggimento rinforzato in missione di ricognizione – avrebbe potuto<br />

entrare a Roma, città aperta, senza incontrare seri ostacoli. Anche Valmontone avrebbe<br />

potuto essere conquistata senza fatica il 22, e in tal modo gli Alleati avrebbero bloccato<br />

la strada Roma-Cassino, e quindi i rifornimenti delle forze tedesche schierate in<br />

quest’ultimo settore. Ma il nemico, dopo lo sbarco, si fermò e lasciò passare del tempo<br />

prezioso, a tutto vantaggio delle nostre contromisure».<br />

C’è da chiedersi che cosa sarebbe successo se al posto del generale Lucas ci fosse stato<br />

il Rommel del 1941. Tra i tedeschi la sorpresa è assoluta. Rudolf Böhmler scrive che non<br />

fu sparato un colpo, W.G.F. Jackson che i pochi cannoni costieri vennero ridotti<br />

rapidamente al silenzio. Hitler ordina di tenere la Linea Gustav ad ogni costo e di<br />

concentrare immediatamente nel sud della penisola tutte le riserve disponibili per<br />

tagliare l’«ascesso» di Anzio. Ci sarebbe tutto il tempo di operare una rapida avanzata,<br />

verso Roma o la Casilina, ma Lucas decide altrimenti: meglio rafforzare la testa di<br />

sbarco, per non correre il rischio di essere ributtati in mare. L’ombra di Salerno incombe<br />

sulla spedizione. Il comandante della 1ª Divisione britannica, generale William Penney,<br />

vorrebbe spingersi verso l’interno ma viene trattenuto. I primi due giorni sono<br />

caratterizzati da attacchi esploranti di scarsa importanza verso Cisterna e Campoleone.<br />

Entro la sera del 23 gennaio le prime due divisioni di fanteria sono sbarcate al completo<br />

insieme ai ranger, ai commando e ai paracadutisti americani. «A parere di Lucas»,<br />

scrive Jackson, che combatté sul Garigliano, «l’obiettivo principale era quello di<br />

assicurarsi una testa di ponte difendibile, di fortificarla e di accumularvi la necessaria<br />

quantità di rifornimenti e di munizioni nel caso le burrasche invernali avessero<br />

ostacolato l’afflusso di rifornimenti dal mare. Solo quando avesse stabilito una solida<br />

base sulla riva egli avrebbe attaccato verso quello che per lui era un obiettivo<br />

secondario: i Colli Albani».<br />

Qualcuno ha sostenuto che, così facendo, Lucas perse la sua grande occasione.<br />

«Questa situazione angosciosa», ricorda Westphal per i tedeschi, «durò due giorni interi<br />

dal momento dello sbarco; solo dopo quarantott’ore le contromisure tedesche divennero<br />

efficaci. In che cosa consistevano? Nel dicembre del 1943 il gruppo di armate aveva<br />

distribuito alle varie unità un vasto piano di emergenza per tutta l’Italia. Vi erano<br />

indicate le truppe e le colonne che avrebbero dovuto marciare contro le possibili teste di<br />

sbarco nemiche, le strade che avrebbero dovuto percorrere con i tempi relativi e i<br />

compiti che avrebbero dovuto assolvere. Bastava diramare la parola d’ordine Fall<br />

Richard perché il piano entrasse in azione. In effetti quasi tutti i reparti, nonostante il<br />

ghiaccio e la neve che ricoprivano le strade appenniniche, arrivarono in anticipo sugli<br />

orari prestabiliti. L’alto comando tedesco venne in aiuto a Kesselring inviandogli truppe<br />

dalla Francia, dalla Jugoslavia e dalla madrepatria […]. Il nemico si mantenne tranquillo

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