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SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

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assiste alla messa di Natale nella celebre abbazia. Nelle stesse ore, a Cartagine,<br />

Churchill affronta il problema italiano durante una riunione con Eisenhower, Alexander,<br />

Bedell Smith, «Jumbo» Wilson, Tedder e John Cunningham. La guerra nella penisola è<br />

stata voluta soprattutto da lui. Se ora si trova ad un punto morto, sarà lui a doversi<br />

dare d’attorno per imprimerle una svolta. La riunione natalizia di Cartagine alla quale,<br />

stranamente, non partecipò proprio l’uomo che avrebbe dovuto dirigere l’operazione (e<br />

che, non dimentichiamolo, appena una settimana prima l’aveva decisamente<br />

sconsigliata) – approva lo sbarco di Anzio, impegna gli Alleati a trovare il naviglio<br />

necessario e inventa un nuovo obiettivo per quella campagna così poco promettente: la<br />

conquista di Roma. «Fino ad allora», scrive Majdalany, «né Alleati né tedeschi avevano<br />

dato a Roma molta importanza militare. L’alto comando alleato aveva affermato più<br />

volte che l’unico scopo della campagna era quello d’impegnare il maggior numero di<br />

divisioni tedesche, per non permetterne l’uso altrove e quindi per aiutare l’invasione<br />

decisiva e finale della prossima estate. Ora invece gli uni e gli altri parevano ben lieti di<br />

fare di Roma un simbolo. Hitler aveva ordinato a Kesselring di costruire la Linea Gustav<br />

all’altezza di Cassino, e aveva proclamato che gli Alleati mai l’avrebbero infranta per<br />

raggiungere Roma. E gli Alleati parlavano apertamente di Roma come del prossimo<br />

obiettivo».<br />

Il diversivo allo sbarco: Cassino<br />

Eisenhower, incontrando i giornalisti a Caserta, dice: «Dobbiamo tenere duro per tutto<br />

l’inverno, senza un attimo di tregua. Appena avremo la possibilità di usare una nuova<br />

tattica o di cogliere il nemico di sorpresa, ne approfitteremo». La nuova tattica è lo<br />

sbarco di Anzio. «Invece di battere perennemente la testa contro le montagne», spiega<br />

Moorehead, «avremmo attaccato il nemico alle spalle. Il piano era di sbarcare parecchie<br />

divisioni ad Anzio, in una zona asciutta e pianeggiante poco a sud di Roma. Le truppe<br />

non avrebbero puntato verso nord per conquistare Roma ma verso est per tagliare la<br />

strada costiera e quella di Frosinone [l’Appia e la Casilina] alle spalle dell’esercito<br />

tedesco. Nello stesso tempo il grosso della 5ª Armata avrebbe sferrato un massiccio<br />

attacco frontale verso Cassino. I tedeschi sarebbero stati presi in una tenaglia.<br />

Ritirandosi da Cassino, si sarebbero trovati la strada bloccata alle spalle e sarebbero<br />

stati annientati nei pressi di Frosinone. Poi sarebbe venuta la conquista di Roma,<br />

l’inseguimento verso il nord. Questo era il piano. Queste erano le speranze».<br />

Gli ordini di Alexander alla 5ª Armata sono di «attaccare con la massima decisione verso<br />

Cassino e Frosinone subito prima dello sbarco, per impegnare le riserve nemiche che<br />

altrimenti potrebbero opporsi alle forze di sbarco; quindi creare una breccia nel suo<br />

fronte attraverso la quale si dovrà cercare in ogni modo di congiungersi rapidamente<br />

con la testa di sbarco». Sulla base di questa direttiva, Clark prepara un piano in quattro<br />

fasi. Il 17 gennaio 1944 il 10° Corpo d’armata britannico passerà il Garigliano nel suo<br />

tratto inferiore deviando poi verso l’interno per minacciare da sinistra l’accesso alla valle<br />

del Liri. Tre giorni dopo il 2° Corpo d’armata americano attraverserà il Rapido a sud di<br />

Cassino per irrompere nella stessa vallata. Contemporaneamente il Corpo di spedizione<br />

francese di Juin proseguirà il movimento aggirante da est a ovest già iniziato tra le<br />

montagne. Il 22 gennaio, infine, il 6° Corpo d’armata agli ordini del generale Lucas,<br />

formato da due divisioni di fanteria, due di commando, un battaglione di ranger e un<br />

reggimento di paracadutisti, sbarcherà sulle spiagge di Anzio. Di tutto questo piano<br />

Anzio era il pezzo forte, la carta più importante. Le altre operazioni, di sostegno,

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