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SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

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operazioni belliche. In quell’occasione, la Beetz si espresse in questi termini:<br />

«Qualunque sia l’esito finale di questa guerra, voi italiani non avete ragioni per<br />

preoccuparvene. Infatti, se vince la Germania avete Mussolini, mentre se vincono gli<br />

anglo-americani avete Badoglio».<br />

In questo discorso vi era indubbiamente della logica, penso comunque che se avesse<br />

vinto Hitler, nessuno avrebbe potuto sottrarci alla più avvilente delle schiavitù.<br />

Ad un certo punto la donna disse chiaramente al prigioniero che i tedeschi intendevano<br />

avere il suo diario. Questi le rispose, con altrettanta franchezza, che era disposto a<br />

trattare, ma non a lasciarsi ingannare una seconda volta.<br />

Dopo l’inizio di quelle trattative, pur rimanendo pessimista circa la propria sorte, vi<br />

furono tuttavia dei momenti in cui si lusingò di poter scambiare il «Diario» con la<br />

propria libertà. Per quanto io non mi stancassi di metterlo in guardia verso quella<br />

donna, egli dimostrava di fidarsene ciecamente.<br />

A mio avviso, attribuiva anche una soverchia importanza a quel suo diario, e una sera<br />

glielo dissi con tutta franchezza cercando poi di avvalorare la mia tesi con il seguente<br />

paragone: «Se un’operazione di polizia portasse al sequestro di banconote false, senza<br />

riuscire però a rintracciarne il “cliché”, avremmo così una operazione incompleta, perché<br />

lascerebbe in mano ai falsari il mezzo per continuare le loro contraffazioni. Nel suo caso,<br />

se dopo avere consegnato il “Diario” ai tedeschi, ella sarà posta in libertà, avrà la<br />

possibilità di scriverlo nuovamente».<br />

«Eh, no, Pellegrinotti!», esclamò egli, «vuole paragonare l’efficacia e l’attendibilità di un<br />

racconto redatto giorno per giorno, nei minimi particolari e sotto la immediata<br />

sensazione degli avvenimenti, come ad esempio: Stasera, alle ore diciotto, mi ha<br />

telefonato tizio e, dopo due punti e due virgolette far seguire fedelmente il testo della<br />

conversazione, con un racconto approssimativo fatto invece a distanza di anni?».<br />

«D’accordo», risposi io, «in questo caso potrebbero esservi delle varianti nei particolari,<br />

ma la sostanza resterebbe ugualmente inalterata».<br />

Infatti se gli avvenimenti successivi dimostrarono l’eccessività della mia prevenzione nei<br />

confronti della Beetz, i cui sentimenti di spia si trasformarono in altri più teneri ed<br />

umani verso il nostro prigioniero. mi dettero però ragione circa l’esito delle trattative per<br />

lo scambio del «Diario». Alle varie proposte che i tedeschi gli fecero, tramite la loro<br />

graziosa intermediaria, egli rispose invariabilmente cosi: «Mi rimettano in libertà, in uno<br />

Stato neutrale, e là, soltanto là, consegnerò loro il diario».<br />

Ma se è vero che essi bramavano di impossessarsi di quel manoscritto, è altrettanto<br />

vero che non intendevano nel modo più assoluto rinunciare alla testa del loro irriducibile<br />

avversario. Sono perciò convinto che i nazisti non presero mai seriamente in<br />

considerazione le condizioni […] poste loro dall’ex ministro degli Esteri italiano.<br />

I diari in cambio della vita<br />

I preziosi diari del conte Ciano non servono a Edda per mantenere in vita il marito<br />

Edda Ciano si batté tenacemente per strappare il marito alla morte davanti al plotone di<br />

esecuzione. Lo dimostrano queste lettere, durissime, che ella inviò al generale tedesco<br />

Wolff capo delle SS in Italia nel 1944, a Hitler e a Mussolini. In tutte, più o meno<br />

velatamente, la contessa Ciano offre gli scottanti diari del marito – che ella custodisce –<br />

in cambio della vita di Galeazzo.

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