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SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

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dichiara che il giorno seguente ottenne la liberazione delle donne e bambini in<br />

mattinata e degli uomini nella sera. Il giorno seguente Kesselring ordinò la<br />

repressione con la pena di morte di 320 uomini, duecento dei quali furono presi dal<br />

terzo braccio di Regina Coeli che dipendeva dalla autorità tedesca. Cinquanta,<br />

attraverso una richiesta scritta di Caruso, tra i funzionari politici che dipendevano<br />

dalla polizia fascista, e settanta fra le persone arrestate come conseguenza degli<br />

eventi della sera precedente. Appare che (o sembra che?) Dollmann e Kappler<br />

decisero quali dovessero essere scelti da Via Tasso e che Caruso compilò<br />

segretamente la lista con l’aiuto dei suddetti (Dollmann e Kappler). Tutti i prigionieri<br />

scelti erano estranei all’incidente della sera precedente. Per timore di reazione da<br />

parte dei partigiani, i tedeschi sparsero la notizia che i prigionieri presi dal terzo<br />

braccio di Regina Coeli erano stati scelti per lavoro, mentre la questura fece credere<br />

che i cinquanta prigionieri politici dovevano essere liberati e più tardi che dovevano<br />

essere consegnati ai tedeschi e mandati al Nord. Di conseguenza il denaro e gli<br />

oggetti personali furono consegnati regolarmente ai cinquanta prigionieri con la loro<br />

liberazione. L’esecuzione ebbe luogo il 24 marzo alle Fosse Ardeatine e fu diretta dal<br />

colonnello Dollmann. Il Maggiore Zambardino ottenne una lista delle persone uccise<br />

ma il Ten. Col. Gaetano di PS la ritenne incompleta.<br />

Via Rasella, atto di guerra. Il comando dei GAP romani, tre giorni dopo l’attentato ,<br />

afferma – in questo comunicato – che l’azione è stata condotta contro un preciso<br />

obiettivo militare, cioè una colonna di soldat i germanici che sfila per le vie della capitale<br />

in pi eno assettò di guerra (è da notare, nel testo del comunicato, come il 26 marzo si<br />

creda ancora che la rappresaglia tedesca sia limitata a 320 vittime).<br />

1) Contro il nemico che occupa il nostro suolo, saccheggia i nostri beni, provoca la<br />

distruzione delle nostre città e delle nostre contrade, affama i nostri bambini, razzia i<br />

nostri lavoratori, tortura, uccide, massacra, uno solo è il dovere di tutti gli italiani:<br />

colpirlo, senza esitazione, in ogni momento, dove si trovi, negli uomini e nelle cose.<br />

A questo dovere si sono consacrati i Gruppi di Azione Patriottica.<br />

2) Tutte le azioni dei GAP sono dei veri e propri atti di guerra che colpiscono<br />

esclusivamente obiettivi militari tedeschi e fascisti, contribuendo a risparmiare così<br />

altri bombardamenti aerei sulla capitale, distruzioni e vittime.<br />

3) L’attacco del 23 marzo contro la colonna di Polizia tedesca, che sfilava in pieno<br />

assetto di guerra per le vie di Roma, è stato compiuto da due gruppi di GAP, usando<br />

la tattica della guerriglia partigiana: sorpresa, rapidità, audacia.<br />

4) I tedeschi sconfitti nel combattimento di via Rasella hanno sfogato il loro odio per gli<br />

italiani, e la loro ira impotente, uccidendo donne e bambini e fucilando 320<br />

innocenti. Nessun componente del GAP è caduto nelle loro mani né in quelle della<br />

polizia italiana. I 320 massacrati dalle mitragliatrici tedesche, sfigurati e gettati nella<br />

fossa comune, gridano vendetta. E sarà spietata e terribile. Lo giuriamo.<br />

5) In risposta all’odierno comunicato bugiardo e intimidatorio del comando tedesco, il<br />

Comando dei GAP dichiara che le azioni di guerriglia partigiana e patriottica in Roma<br />

non cesseranno fino alla totale evacuazione della capitale da parte dei tedeschi.<br />

6) Le azioni dei GAP saranno sviluppate fino all’insurrezione armata per la cacciata dei<br />

tedeschi dall’Italia, la distruzione del fascismo e la conquista dell’indipendenza e<br />

della libertà.<br />

Roma, 26 marzo 1944. Il Comando dei GAP.

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