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SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

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La mia camera è di m. 1,30 per 2,60. Siamo in due, non vi è altra luce che quella<br />

riflessa da una lampadina del corridoio antistante, accesa tutto il giorno. Il fisico<br />

comincia ad andare veramente giù e questa settimana di denutrizione ha dato il colpo di<br />

grazia. Il trattamento fattomi non è stato davvero da “gentleman”. Definito<br />

“delinquente” sono stato minacciato di fucilazione e percosso, come del resto è<br />

abitudine di questa casa: botte a volontà.<br />

Il 4 marzo 1944, dal carcere, il generale inviava la sua ultima lettera alla famiglia:<br />

I giorni passano, e, oggi il 47°, credevo proprio che fosse quello buono, e invece ancora<br />

non ci siamo. Per conto mio non ci faccio caso e sono molto tranquillo e sereno, tengo<br />

su gli umori di 35 ospiti di sole quattro camere con barzellette, pernacchioni (scusa la<br />

parola ma è quella che è) e buon umore. Unisco una piantina di qui per ogni evenienza<br />

e perché, a mezzo del latore, quest’altra settimana me la rimandi completata. Penso la<br />

sera in cui mi dettero 24 nerbate sotto la pianta dei piedi nonché varie scudisciate in<br />

parti molli, e cazzotti di vario genere. Io non ho dato loro la soddisfazione di un<br />

lamento, solo alla 24ª nerbata risposi con un pernacchione che fece restare i tre<br />

manigoldi come tre autentici fessi. (Quel pernacchione della 24ª frustata fu un poema!<br />

Via Tasso ne tremò ed al fustigatore cadde di mano il nerbo. Che risate! Mi costò<br />

tuttavia una scarica ritardata di cazzotti). Quello che più pesa qui è la mancanza di aria.<br />

Io mangio molto poco altrimenti farei male e perderei la lucidità di mente e di spirito<br />

che invece qui occorre avere in ogni istante.<br />

Parole poco chiare<br />

Le versioni contrastanti e inesatte dell’attentato in via Rasella rese dal regime<br />

Questo documento fu rinvenuto a Roma, dagli Alleati, negli uffici del ministero della<br />

Cultura Popolare. Si tratta di una serie di appunti su una conferenza stampa tenuta<br />

(certamente dopo il 15 aprile 1944) al quartier generale tedesco di corso Italia. Vi<br />

parteciparono giornalisti dei quotidiani della capitale, dell’agenzia di stampa Stefani e<br />

dell’EIAR e un rappresentante del ministero della Cultura Popolare, il professor<br />

Consiglio. Questi, finita la riunione, dettò il testo che pubblichiamo.<br />

È interessante osservare che fra le varie inesattezze, anche gravi (si attribuisce<br />

l’esecuzione della strage al colonnello Dollmann) vi sono anche vere e proprie<br />

rivelazioni. Si fa ad esempio il nome esatto dell’autore dell’attentato, Rosario<br />

Bentivegna, e il suo nome di batt aglia, «Paolo». Il fatto è che, a metà di quell’aprile, il<br />

gappista Guglielmo Blasi che aveva preso parte all’azione di via Rasella era stato<br />

catturato dalla banda Koch e aveva tradito i compagni rivelando ciò che sapeva: furono<br />

così arrestati, fra gli altri, Carlo Salmari e Franco Calamandrei.<br />

Al quartiere generale del Comando tedesco si è tenuta una riunione alla quale sono stati<br />

invitati i direttori dei giornali quotidiani e dei rappresentanti della Stefani e della EIAR. Il<br />

Professor Consiglio rappresentava il Ministro.<br />

Il generale Maeltzer, dopo avere brevementre salutato la Stampa, segnalò l’opportunità<br />

di tali riunioni, osservando che per il futuro avrebbero avuto un carattere periodico,<br />

nell’intento di stabilire regolari controlli e scambio di vedute.<br />

Allora il Colonnello… (tedesco) prese la parola e, riferendosi alla situazione di Roma, alla<br />

fine fece una relazione dei particolari riguardanti il massacro di Via Rasella.

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