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SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

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celimontani. Nel centro i negozi hanno le vetrine vuote, altri sono chiusi, altri ancora<br />

barricati da paretine di mattoni per timore di assalti notturni dei ladri o di rovinosi<br />

spostamenti d’aria per un eventuale bombardamento. I romani vivono male, alla<br />

giornata; gente dai salari e dagli stipendi insufficienti arrotonda le entrate comprando e<br />

rivendendo cibi e oggetti di prima necessità e in interi quartieri cittadini si campa come<br />

è detto in quel verso attribuito al Belli, «uno bbuggera l’antro, Padre Santo». Il gas non<br />

c’è né ci sarà mai (il guasto alla centrale è stato riparato ma i tedeschi vietano<br />

comunque l’erogazione); l’energia elettrica nelle case manca spesso; l’acqua è<br />

scarsissima e le fontanelle pubbliche finiranno per prosciugarsi. Tutto è tesserato, anche<br />

i fiammiferi: ne danno cinquanta al mese, meno di due al giorno, Il carbone, che il<br />

listino del calmiere indica in vendita a tre lire al chilo, ha un prezzo corrente fra le 13 e<br />

le 14. Tre castagne arrostite costano una lira. Le bancarelle dove si offrono oggetti di<br />

casa, materassi, pellicce, vestiti usati, grammofoni, stivaloni, carrozzelle per bambini,<br />

sassofoni, fiaschi vuoti, orologi, mobili e libri sono fitte nel rione Trevi, attorno al<br />

Tritone, in via Due Macelli e all’imbocco di una stradina in salita che ha un nome<br />

anomalo per questa zona – via Rasella – e si chiama così fin da prima del 1870 perché,<br />

anticamente, la zona era di proprietà della famiglia Roselli.<br />

I partigiani si spostano in bicicletta:<br />

i nazisti ne proibiscono l’uso a tutti i romani<br />

Roma è prigioniera dei nazisti. I loro bandi vietano di camminare lungo certi<br />

marciapiedi, di percorrere talune strade, di telegrafare o telefonare fuori Roma, di<br />

passare la notte in casa d’altri. C’è rischio di fucilazione ad ospitare un fuggiasco, un<br />

prigioniero inglese, un renitente oppure ad ascoltare le radio di Bari e di Palermo. È<br />

pericoloso anche andare in giro con un pacco sotto il braccio, avere un’andatura<br />

frettolosa, una barba troppo folta, portare occhiali neri.<br />

La Resistenza, infatti, è viva malgrado tutte queste misure poliziesche; la lotta<br />

all’occupante e ai suoi complici di Salò è punteggiata dagli attentati, dai sabotaggi, da<br />

vere e proprie azioni di guerra e di guerriglia. Bombe a mano sono lanciate in piazza<br />

Barberini, in viale Romania e dinanzi all’albergo Flora di via Veneto che alloggia gli alti<br />

ufficiali tedeschi ed è rigidamente isolato dal resto del quartiere da reticolati, posti di<br />

blocco e picchetti armati. Poiché gli attentatori si spostano preferibilmente in bicicletta,<br />

la circolazione dei ciclisti viene proibita dalle 17 di ogni giorno alle 7 dell’indomani: in<br />

seguito, non bastando questa misura, la proibizione diventa totale: «Dopo il nuovo,<br />

delittuoso attentato compiuto da un ciclista nella giornata di ieri nei confronti dei soldati<br />

tedeschi», annuncia un proclama firmato dal generale Maeltzer, «viene disposto quanto<br />

segue: da questo momento è proibito, senza alcuna eccezione, l’uso di qualsiasi<br />

bicicletta nel territorio della città aperta di Roma. Sui trasgressori verrà sparato senza<br />

riguardo e senza preavviso».<br />

Il coprifuoco, che nelle prime settimane dell’occupazione era stato fissato alle 23,<br />

s’allunga sempre di più; con dicembre è anticipato alle 18 e alla vigilia della liberazione<br />

di Roma – a maggio – verrà portato addirittura alle 17. Nel buio della notte invernale<br />

arriva nelle case, attraverso le persiane e i vetri, il rimbombo delle sparatorie (e spesso<br />

al posto dei vetri ci sono i compensati o la carta oleata); nelle strade, percorse soltanto<br />

dalle pattuglie, corrono auto e camion tedeschi con i fari azzurrati. Una sera Renato<br />

Cialente, che recita nell’Albergo dei poveri di Gorki, mentre esce dal teatro in corso<br />

Umberto (ribattezzato corso del Popolo in omaggio alla Repubblica Sociale) è travolto e<br />

ucciso da un autocarro della Wehrmacht. Tutto il mondo dello spettacolo presenzia ai<br />

funerali dell’attore: Elsa Merlini, Andreina Pagnani, Vittorio De Sica, Gino Cervi, Paolo<br />

Stoppa, Enrico Viarisio, Filippo Scelzo, Luigi Cimara. Sono assenti, con pochi altri,

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