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SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

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piano limitato per l’arruolamento di ebrei, da immettere però in unità separate<br />

dell’esercito britannico. È una condizione chiaramente offensiva, ma gli ebrei la<br />

accettano come primo passo verso la realizzazione dei loro obiettivi. Ma perché gli<br />

inglesi sono tanto ostili a far partecipare gli ebrei allo sforzo bellico, quando – nello<br />

stesso tempo – non lesinano gli aiuti alle unità formate da esuli dei paesi occupati dalla<br />

Germania (per esempio, ai norvegesi, ai danesi, ai francesi)? Un motivo c’è: Londra<br />

teme che un’unità combattente autonoma ebraica diventi, dopo la guerra, il nocciolo di<br />

un esercito ebraico in Palestina, e ciò renderebbe difficile la vita alla potenza che vi<br />

esercita il mandato, cioè all’Inghilterra stessa. Facile profezia: avviene esattamente così.<br />

È ovvio che anche Churchill lo ha capito; ma si rende conto che non è umano né<br />

decente negare al popolo ebraico il diritto di partecipare alla lotta contro il suo massimo<br />

persecutore, Hitler.<br />

Estrema diffidenza da parte dei vertici militari britannici<br />

Dall’agosto 1940 (lettera di Weizmann a Churchill) al 1944 gli ebrei sono arruolati in 15<br />

compagnie aggregate al reggimento inglese East Kent (i cui membri sono chiamati «the<br />

Buffs» a causa del colore giallo smorto delle mostrine, molto simile a quello del cuoio di<br />

bufalo). Gli inglesi mantengono l’impegno, ma con molte limitazioni: gli ebrei vengono<br />

usati solo per compiti di guardia nelle retrovie e le 15 compagnie non ricevono<br />

nemmeno per intero l’equipaggiamento e l’armamento. Questo esasperante<br />

comportamento del comando britannico dura anche quando dalle 15 compagnie si<br />

passa alla costituzione di tre battaglioni che formano il «Palestine Infantry Regiment»:<br />

niente linea del fuoco, solo servizi.<br />

Si arriva così al 20 settembre 1944, giorno in cui il governo inglese dà il sospirato<br />

consenso. Sarà costituita una brigata rinforzata composta da un reggimento di fanteria<br />

(il «Palestine»), uno di artiglieria, servizi e unità ausiliarie. La brigata dovrà essere<br />

prima addestrata al combattimento, poi inviata al fronte. I comandanti fino al livello di<br />

battaglione saranno inglesi; da quel livello in giù, ebrei (solo in un secondo tempo<br />

saranno tutti ebrei). Come contentino, il comando dell’unità viene affidato ad un ebreo,<br />

il brigadiere generale Ernest Frank Benjamin: un ebreo di tutta fiducia, peraltro,<br />

essendo canadese di nascita e formato alla Reale Accademia Militare e alla scuola di<br />

stato maggiore di Camberley; ha fatto tutta la carriera nell’esercito britannico come<br />

ufficiale del Genio e probabilmente non gliene importa granché degli obiettivi storici del<br />

movimento sionista.<br />

Secondo le fonti inglesi (molto ingenerose nei riguardi dell’apporto ebraico alla guerra)<br />

l’iniziativa non è stata popolare e non viene mai raggiunto l’obiettivo dei 6000 uomini; in<br />

effetti, la forza della Brigata è di 5000 uomini, ma l’informazione è palesemente<br />

bugiarda; vero è – invece – che gli inglesi fanno di tutto per ostacolare l’arruolamento:<br />

lo permettono, per esempio, solo agli ebrei palestinesi e lo negano a quelli provenienti<br />

da altri Paesi, vedi il caso degli ebrei italiani, che entusiasticamente hanno chiesto di<br />

entrare nella Brigata. Un’altra chiara prova della diffidenza inglese consiste nei tempi<br />

lunghissimi impiegati per l’addestramento, che avviene in gran parte nell’Italia<br />

meridionale. In pratica, il comando britannico fa di tutto per ritardare l’entrata in linea<br />

di un’unità che è motivo di irritazione anche per la sua ostentata autonomia; ha una<br />

bandiera propria (autorizzata, beninteso, il 31 ottobre 1944) con due strisce azzurre in<br />

campo bianco con la Stella di David nel centro, propri distintivi, proprie mostrine.<br />

Insomma, lo Stato ebraico sta nascendo con i permesso degli inglesi ma, per colmo di<br />

ironia, con grande loro dispetto.<br />

Gli ebrei fanno prigionieri i nazisti

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