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SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

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commozione per la presenza di questi alti personaggi mi resero un po’ impacciato: ma<br />

poi, visto che l’allegria non mancava, mi sono abituato ed ho passato una giornata<br />

magnifica. Povero Duce come è diventato! L’Uomo di un tempo, robusto, autoritario,<br />

non si riconosce più; quello che ha patito in questi ultimi mesi deve essere stato<br />

indescrivibile per Lui che tanto bene voleva all’Italia e che tutto aveva donato per essa.<br />

Ora però ha attinto […] nuove energie e con la volontà, che è ferrea, sta ricostruendo<br />

nuovamente la nostra Italia e noi tutti siamo pronti a tutto per aiutarlo, perché siamo<br />

più che convinti che solo da Lui si potrà avere benessere e tranquillità in avvenire.<br />

Trieste tedesca<br />

Nei territori veneti annessi al Reich molti italiani collaborano assiduamente coi tedeschi<br />

Come il Trentino-Alto Adige e la Venezia Giulia, all’indomani dell’armistizio del settembre<br />

1943, vennero incorporate nel Grande Reich lo ricostruisce, con una vividissima<br />

cronaca, il noto storico e giornalista Silvia Bertoldi nel suo Salò, Rizzoli, Milano 1976.<br />

I tedeschi scendono nella Venezia Giulia prima che l’otto settembre giustifichi in qualche<br />

modo la loro mossa. Fin dalla caduta di Mussolini Hitler ha cominciato a pensare al<br />

Trentino-Alto Adige e all’Adriatico orientale, per opposti motivi: al primo, per l’antica<br />

aspirazione dei popoli dell’impero austriaco, che non hanno mai smesso di considerare<br />

patria ed etnos quel territorio; al secondo perché là la guerra si combatte su un terreno<br />

troppo delicato e bisogna evitare rischi. Senza dire che Trieste è stata il grande porto<br />

degli Asburgo e deve tornare ad esserlo, sostituendo alla dinastia il Reich. Così, quando<br />

il Duce vaga ancora tra Ponza e la Maddalena, e tra la Maddalena e il Gran Sasso, il<br />

Führer prepara l’annessione, precostituendo uno schema d’amministrazione<br />

commissariale che farà capo, rispettivamente, per il Trentino-Alto Adige al gauleiter del<br />

Tirolo, Franz Hofer, e per l’Adriatico orientale al gauleiter della Carinzia, Frederich<br />

Rainer. Il primo ha sede a Innsbruck, il secondo a Klagenfurt. Sono due austriaci della<br />

peggior specie terragna, reazionari, ferventi cultori dell’Anschluss e nazisti ortodossi.<br />

[…]<br />

Hofer, odiatore dell’Italia in senso quasi viscerale, rozzo e astuto, è morto nel suo letto<br />

qualche anno fa. Lancia spezzata di Hitler e suo fedelissimo fino all’annullamento delle<br />

facoltà critiche, ciò non gli impedì sul finire della guerra di capire come stavano le cose<br />

e di balzare sul carro di Rahn e di Wolff, che abbandonavano il loro principale in cambio<br />

della pelle e sotto il manto dei nobili principi. Fu di quelli che portarono a buon fine le<br />

trattative segrete con gli alleati, e dopo visse tranquillo, nascosto per una decina d’anni<br />

sotto falso nome in una cittadina del Reno. Del suo governo «italiano» si ricordano la<br />

deportazione di migliaia di giovani, il saccheggio del museo storico di Trento, l’arresto e<br />

la traduzione in Germania dell’ottantaseienne patriota conte Ettore Tolomei, il<br />

cambiamento dei nomi italiani delle strade con nomi austriaci, l’aver cacciato di casa<br />

perfino la vecchia madre dell’ambasciatore fascista a Berlino, Anfuso (per cui dovette<br />

intervenire personalmente l’ambasciatore Rahn). Quanto a Rainer, organizzatore con il<br />

generale SS Odilo Globocnick del campo di sterminio alla risiera di San Sabba a Trieste<br />

è stato fucilato dai partigiani jugoslavi nei giorni della liberazione. Di loro non si ricorda<br />

episodio che riveli comprensione o interesse per i problemi dei territori su cui dettarono<br />

legge.

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